Alghe, caldo e mare verde. Ecco perché
- Postato il 15 giugno 2025
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Il Quotidiano del Sud
Alghe, caldo e mare verde. Ecco perché
La professoressa Radiana Cozza (Unical) spiega il fenomeno del mare che diventa verde e della fioritura algale: «Gli ecosistemi sono delicati, ogni variazione ha conseguenze»
IL FENOMENO non è nuovo: il mare che si tingeva di verde in Calabria faceva notizia già dieci anni fa. Il caso era esploso a Nicotera, i campioni prelevati da Arpacal, dopo le analisi a Vibo e Reggio, furono trasmessi anche al Centro Ricerche Marine di Cesenatico che confermò la ‘diagnosi’ Arpacal: fioriture di microalghe non tossiche.
MARE VERDE, CALDO ESTREMO, ALGHE E CAMBIAMENTO CLIMATICO
Negli ultimi anni, complice il caldo estremo e l’incremento della temperatura del mare gli episodi si sono fatti più frequenti, concentrati tra Pizzo e il golfo di Sant’Eufemia, nel lametino. Ma di cosa si tratta? E perché c’entra (anche) il cambiamento climatico? Ne abbiamo parlato con la professoressa Radiana Cozza, docente di Biologia Vegetale presso il Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra dell’Unical, che da anni si occupa di organismi algali.

Mare verde e alghe. Il fenomeno è naturale, ci spiega da anni Arpacal. Ce lo descrive?
«Quello a cui assistiamo è un fenomeno di eutrofizzazione, l’arricchimento di nutrienti nelle acque, azoto e fosforo in particolare. Il nome – eutrofizzazione – ci dice già che si tratta di qualcosa di ‘positivo’: il prefisso ‘eu’ deriva dal greco e significa bene o buono. La presenza di nutrienti porta a un aumento della densità degli organismi algali che trovano terreno fertile – anzi, dovremmo dire acqua fertile – e si riproducono. Parliamo di organismi invisibili a occhio nudo, siamo nell’ordine di qualche micron, un millesimo di millimetro. Quando però la densità di queste microalghe è molto elevata assistiamo al fenomeno dell’algal blooms o fioritura algale, che dà all’acqua un aspetto colorato. È un fenomeno naturale e che è sempre esistito. Lo troviamo anche nella Bibbia, quando leggiamo che le acque del Nilo si fecero sangue. Si trattava probabilmente di fioritura algale, in quel caso dinoflagellati, che possiedono un pigmento di colorazione rossa. Nel nostro caso, invece, abbiamo microalghe che assumono una colorazione verde».
Ma da cosa dipende l’aumento di nutrienti?
«La causa è di origine naturale e può aumentare con le attività umane».
Perché la frequenza aumenta in estate? Che ruolo hanno le temperature nella proliferazione algale?
«Con l’innalzamento delle temperature si determina un fenomeno di stratificazione termica delle acque. Quelle superficiali saranno più calde, quelle più profonde resteranno più fredde: a temperature diverse corrispondono densità diverse. Questo fa sì che le acque non possano mescolarsi, in assenza di altri fattori come il vento o il moto ondoso. E le microalghe restano concentrate in superficie. È un mix di fattori che favorisce il fenomeno, quindi: presenza di nutrienti, aumento delle temperature che porta alla stratificazione termica delle acque, l’assenza di vento o un idrodinamismo basso – magari perché si è in un golfo o in presenza di barriere costiere erette per frenare l’erosione o per attività di diporto – che non permettono all’acqua di mescolarsi».
Anche se le acqua del mare verde non invita alla balneazione, non si corre però rischio?
«No, questo tipo di alga non è tossica. In ogni caso le fioriture sono sempre monitorate dalle Arpa regionali che informano in caso di problemi. Certo, l’aspetto lascia un po’ perplessi dato che il mare delle nostre coste è tra i più belli in Italia e il colore non azzurro in questo caso non invita a fare il bagno, ma non si corrono pericoli. D’altra parte non dobbiamo demonizzare troppo le alghe: in altri contesti sono d’uso quotidiano, dall’alimentazione alle creme che spalmiamo sul corpo».
Ma ci sono soluzioni?
«Gli eventi naturali possono essere mitigati, ma diventa sempre più difficile con i cambiamenti climatici in atto dato che le condizioni climatiche, come detto, favoriscono il fenomeno. Gli ecosistemi sono delicati, ogni variazione ha delle conseguenze. In questo caso, però, possiamo consolarci perché parliamo di microrganismi innocui».
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