Alemanno in cella a Rebibbia scrive a Nordio: “Sovraffollamento insostenibile, in carcere si muore”
- Postato il 2 maggio 2025
- Politica
- Di Blitz
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Il problema del sovraffollamento nelle carceri italiane. L’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, in carcere a Rebibbia per non aver rispettato le prescrizioni grazie alle quali aveva ottenuto di scontare in casa la pena, ha inviato una lettera al ministro della Giustizia Carlo Nordio. La missiva è stata scritta insieme a Fabio Falbo, lo “scrivano” del braccio G8 del carcere romano.
Alemanno e Falbo scrivono: “Vogliamo sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica sull’attuale situazione carceraria, che a noi, e non solo a noi, appare insostenibile e contraria ai dettati costituzionali”. La situazione carceraria attuale “è emergenziale, e come tale comporta il ricorso a parametri valutativi eccezionali e a interventi immediati, che superano per ampiezza e urgenza il programma di costruzione di nuovi carceri, di moduli prefabbricati e di riutilizzo di edifici demaniali abbandonati”.
La lettera prosegue: “Mai come in questo momento va ricordato come nel nostro sistema processuale il carcere debba costituire l’extrema ratio. Devono quindi essere utilizzate tutte le misure alternative al carcere, che possono alleggerire la pressione delle presenze negli istituti penitenziari non rese obbligatorie dalla legge”.

Alemanno e Falbo puntualizzano anche sulla mancanza di cure adeguate che possono portare anche alla morte: “Le vogliamo indicare quelle che secondo noi sono le priorità per far fronte al sovraffollamento negli istituti di pena e, in particolare, alla situazione tragica delle morti, dei suicidi, dell’assistenza sanitaria inadeguata, di tutti gli ultrasettantenni in carcere, dell’affettività negata, della mancata scindibilità dei cumuli e dell’accesso limitato al lavoro in aziende private attraverso l’art. 21 Ordinamento penitenziario e del principio di progressività trattamentale”.
Secondo l’ex sindaco di Roma e Fabio Falbo, quanto all’assistenza sanitaria inadeguata ci sono due aspetti da evidenziare: le “gravi inadempienze del Nucleo traduzioni e piantonamenti della Polizia penitenziaria di Roma” causate “dall’esiguità del personale a disposizione, che non riesce a coprire le necessità di servizio”. E poi “le tante certificazioni mediche dell’area sanitaria, che il più delle volte definiscono ‘condizioni generali mediocri’ della persona detenuta le situazioni sanitarie appena sufficienti alla sopravvivenza, omettendo di pronunciarsi in merito alla possibilità di raggiungere un’effettiva guarigione all’interno delle strutture carcerarie”.
Perché l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno è in carcere a Rebibbia
Gianni Alemanno è in carcere per ordine del tribunale di sorveglianza che si occupa della concessione e della revoca delle misure alternative alla detenzione. La decisione del tribunale è stata presa perché Alemanno non ha rispettato le prescrizioni grazie alle quali aveva ottenuto di scontare in casa la pena di un anno e 10 mesi a cui era stato condannato nel 2022 per finanziamento illecito e traffico di influenze illecite nell’inchiesta denominata Mafia Capitale che scoperchiò il malaffare presente all’interno del Campidoglio.
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