Aldo Cazzullo: "Genova sempre stata una città controcorrente e ha davanti un grande avvenire"
- Postato il 9 dicembre 2025
- /Ilsecoloxix/Genova
- Di Il Secolo XIX
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Aldo Cazzullo: "Genova sempre stata una città controcorrente e ha davanti un grande avvenire"
Bagno di folla per la lectio di Aldo Cazzullo al Teatro Ivo Chiesa, in apertura dell'anno accademico di Unige Senior. Un successo che rispecchia il grande eco che ha ottenuto il suo romanzo "Francesco, il primo italiano". Ma come si spiega il giornalista e scrittore questo successo per il santo? "Ogni nazione ha un santo fondatore. L'Inghilterra ha San Giorgio, San Giorgio che uccide il drago, un guerriero. La Francia ha Santa Giovanna d'Arco, una guerriera. La Spagna ha San Giacomo, Santiago Matamoros, colui che uccide e muore, un guerriero. Noi abbiamo Francesco che è un santo di pace. Il santo che amava tutte le creature, che amava la povertà non come miseria ma come massima forma di libertà. Non avere niente da perdere, nulla da custodire, nessuno a cui sentirsi superiore. Il rispetto per le donne, l'amore per gli ultimi, l'amore per gli animali. Sono tantissime cose che Francesco ci ha insegnato e che sono vive. A volte le disattendiamo, però non è un caso che siamo stati terziari francescani, alcuni tra i più grandi italiani, compreso Cristoforo Colombo, che è una delle persone che ammiro di più". Un genovese, ma cosa ammira della nostra città? "Genova è sempre stata una città controcorrente, repubblicana quando l'Italia era monarchica, comunista quando l'Italia era democrastiana, (14:24) prima ancora antifascista quando l'Italia era fascista. Poi è una città attraversata da pensieri diversi, da tensioni, da contrasti, come è giusto che sia. Però è una città bellissima e penso che sia la visione di un grande rilancio, perché più si avvicina a Milano, anche con l'alta velocità, e più secondo me la bellezza di Genova verrà fuori. Il fatto che ci sia il mare, che sia una città meravigliosa, con un centro storico stupendo, penso che Genova abbia un grande avvenire". La sua ultima intervista a Ornella Vanoni ha commosso il pubblico e l'Italia intera, che cosa le ha lasciato quell'incontro? "Ha commosso anche a me, io le avevo proposto di passare una giornata, per Una giornata particolare, lei ha accettato. Era il 30 ottobre, le restavano tre settimane di vita, ma era una persona molto serena. Io penso che sia stata anche un po' restituita a se stessa da quell'intervista, perché Ornella Vanoni non era una macchietta, era una donna che sembrava svampita, invece era chirurgica, non diceva mai una parola per caso. Era stata la donna dei più grandi artisti italiani del Novecento, Giorgio Strehler e Gino Paoli, grande genovese, cui dedicheremo anche una giornata particolare. La cosa che più mi ha colpito in quell'intervista erano gli occhi di Ornella Vanoni, occhi luminosi, vivi, scintillanti. Gli occhi sono la parte del corpo che non invecchia mai, e Ornella Vanoni non era mai invecchiata.