Al tempio laico di Staglieno l’ultimo saluto a Gino Dellacasa. Salis: “Fu il primo a suggerirmi di candidarmi a sindaca”
- Postato il 17 novembre 2025
- Cronaca
- Di Genova24
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Genova. Tempio laico di Staglieno gremito, stamani, per la celebrazione organizzata dai famigliari dell’ex assessore della giunta Cerofolini Luigi “Gino” Dellacasa, scomparso venerdì scorso all’età di 96 anni. Tra i presenti anche la Sindaca Silvia Salis, amica di famiglia e devota agli insegnamenti di Gino Dellacasa.
“In molti mi chiedono chi è stato il primo a suggerirmi di ambire a diventare Sindaca di Genova. Ebbene, fu proprio Gino Dellacasa” ha rivelato Salis durante il suo accorato intervento. Il suo primo, grande sostenitore, fu proprio l’anziano ex esponente del PSI e assessore della giunta di Fulvio Cerofolini: in lei vide la prima cittadina di Genova. Dellacasa fu tra i fondatori dell’AICS, membro del CAI e grande appassionato di sport.
La commemorazione ha visto stringersi intorno al defunto ed ai suoi famigliari protagonisti della politica di ieri e di oggi e molti giornalisti: la figlia, Erica, è stata capocronista del Secolo XIX e corrispondente del Corriere della Sera; il genero, Renzo Cerboncini, è stato cronista della Rai. Dunque, tra i presenti, l’ex ministro ai Trasporti e presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, l’ex assessore comunale Arcangelo Merella, il presidente di Assoutenti Furio Truzzi. Accanto a loro i giornalisti Paolo Zerbini, Elio Felice, Claudio Mangini, Andrea Castanini, Alessandra Pieracci. E molti altri membri di enti e associazioni del presente e del passato.
“Oggi sono qui sicuramente non come Sindaca, ma certamente come amica – ha precisato la Sindaca Salis- Il mio legame di amicizia con suo nipote Gabriele non è un segreto. Anzi, lo ringrazio per avermi consentito di diventare amica di Gino, di avermi permesso di diventare amica di questo ragazzo di 96 anni, che ci faceva sentire un po’ tutti vecchi, dinnanzi a lui, e un po’ bisognosi di un suo consiglio”. E ha aggiunto: “Mio padre, che si definiva un vecchio comunista, di Gino diceva: è il miglior socialista che abbia mai conosciuto”.
Hanno aperto la partecipata cerimonia le commosse parole del nipote Nicolò: “È stato un portuale, un viaggiatore – ha detto – Ha viaggiato in tutto il mondo in tempi in cui viaggiare era molto più difficile di oggi. È stato un socialista, un politico, un attivista. La sua grande passione è stata la montagna. Ho scoperto solo tardi che ha scritto delle bellissime poesie in genovese sulla montagna. Ha fatto sicuramente una bellissima vita, piena”.
Poi è intervenuto il nipote Gabriele che ha ricordato come il nonno lo avesse ammonito a non perdere mai la speranza: “Mi diceva spesso: Gabrielino, nella vita, più di tutto, conta la fortuna. Io sono stato fortunato. Sono sempre stato nel posto giusto, al momento giusto. Nel lavoro, in amore, nelle amicizie. Nella vita conta più la fortuna che il talento, diceva. E, ora che sono un uomo, ho capito che aveva ragione. Ha vissuto 96 anni che ne valgono 180 per quanto sono stati intensi. Sempre in forma, sempre al top”.
Poeta dialettale, amante delle escursioni in montagna, la voce di Gino Dellacasa è riecheggiata al tempio laico grazie ad una registrazione in cui ha decantato un suo componimento in genovese, un estremo saluto ai compagni di cordata e di vita. Al termine della cerimonia, il personale di A.Se.F. del Comune di Genova, a cui è stato affidato il servizio funebre, ha accompagnato il feretro, seguito da un corteo, al tempio crematorio di Staglieno.