«Al Telecontact Center di Catanzaro a rischio 432 posti di lavoro»
- Postato il 6 novembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
«Al Telecontact Center di Catanzaro a rischio 432 posti di lavoro»

Il consigliere regionale di minoranza Enzo Bruno presenta un’interrogazione urgente «Da Telecontact Center di Catanzaro a rischio 432 posti di lavoro. Non si può restare in silenzio, la regione intervenga subito con un tavolo di crisi».
CATANZARO – «Centinaia di famiglie calabresi rischiano di perdere tutele, stabilità e futuro. Le istituzioni non possono rimanere in silenzio: è necessaria subito una mobilitazione forte e consapevole». È quanto afferma il consigliere regionale Enzo Bruno (Tridico Presidente), annunciando la presentazione di un’interrogazione urgente indirizzata al presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, e all’assessore regionale al Lavoro, Giovanni Calabrese, sulla vertenza di Telecontact Center, che riguarda 432 in particolare lavoratrici e lavoratori impiegati nella sede di Catanzaro, la più grande d’Italia.
CESSIONE DEL RAMO D’AZIENDA DA TIM A DNA SRL
Il gruppo TIM ha infatti avviato la procedura di cessione dell’intero ramo d’azienda di Telecontact Center Spa alla nuova società Dna Srl, controllata da Gruppo Distribuzione Spa: un’operazione che – se confermata – determinerebbe il passaggio di tutto il personale, con conseguente uscita dal perimetro industriale e contrattuale di Tim. Bruno, nella sua interrogazione, sottolinea come Telecontact Center rappresenti da anni un presidio strategico per il lavoro in Calabria, soprattutto per l’occupazione femminile: oltre l’80% del personale è costituito da donne, con contratti a tempo indeterminato e con alta specializzazione nei servizi di assistenza clienti, supporto tecnico e customer care per enti pubblici e grandi aziende private.
«Non parliamo di precari o lavoratori stagionali – evidenzia Bruno – ma di professioniste e professionisti che da anni garantiscono servizi di qualità, competenze digitali e valore aggiunto per il gruppo Tim e per l’intero sistema produttivo calabrese. Mettere a rischio questa realtà significa colpire il cuore della stabilità economica di Catanzaro e della regione».
RISCHI PER L’OCCUPAZIONE E I DIRITTI CONTRATTUALI
Il consigliere denuncia inoltre come la cessione del ramo d’azienda comporti seri rischi per la tenuta occupazionale e per la salvaguardia dei diritti contrattuali e previdenziali, in assenza di un chiaro piano industriale e di garanzie concrete da parte della nuova società acquirente. «Siamo di fronte – aggiunge Bruno – a un’operazione che potrebbe aprire la strada a una nuova ondata di precarizzazione. Non si può scaricare sui lavoratori il prezzo di scelte aziendali calate dall’alto e motivate solo da logiche di bilancio».
RICHIESTA DI TAVOLO DI CRISI E INTERVENTO MINISTERIALE PER IL TELECONTACT CENTER DI CATANZARO
Bruno chiede quindi alla Regione Calabria di attivare immediatamente un tavolo di crisi regionale con la partecipazione delle organizzazioni sindacali, della proprietà aziendale e delle istituzioni locali, e di sollecitare un intervento del Ministero delle Imprese e del Made in Italy per verificare la legittimità e gli effetti della cessione. «È indispensabile – prosegue – che la Regione si faccia parte attiva e garantisca piena trasparenza. Non possiamo assistere passivamente alla svendita di 432 posti di lavoro che rappresentano un patrimonio di competenze e professionalità costruito in decenni di attività. Le istituzioni hanno il dovere di tutelare chi lavora, non di lasciare che l’ennesima vicenda industriale si chiuda con l’ennesimo impoverimento del territorio». Nei prossimi giorni le sigle sindacali di categoria hanno annunciato l’organizzazione di un presidio a Catanzaro, al quale Enzo Bruno ha già dato la propria adesione.
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«Al Telecontact Center di Catanzaro a rischio 432 posti di lavoro»