Al Teatro Massimo Bellini di Catania il concerto sinfonico “Dal Barocco a Berio”

CATANIA – Un raffinato dialogo tra passato e presente: dal “Barocco” di Johann Sebastian Bach e
Alessandro Scarlatti agli echi di musica antica che riverberano nelle partiture novecentesche di
Ottorino Respighi. Con una sezione finale dedicata a Luciano Berio e alla sua rivisitazione della
tradizione popolare internazionale. È questo l’attraente percorso del concerto sinfonico, il secondo della nuova stagione, che si terrà al Teatro Massimo Bellini venerdì 22 novembre 2024 alle ore 20:30 (Turno A) e sabato 23 novembre 2024 alle ore 17:30 (Turno B).
L’Orchestra dell’ente lirico catanese sarà guidata dalla specifica competenza e dalla sensibilità
interpretativa di Alessandro De Marchi, bacchetta di fama internazionale, noto per le sue
interpretazioni filologiche e il suo lavoro su repertori barocchi e classici, nonché fondatore e
direttore dell’Academia Montis Regalis. Due i solisti in campo: il talentuoso mezzosoprano Albane Carrère, dalla voce morbida e versatile, e il virtuoso Salvatore Vella, primo flauto del Bellini e concertista di chiara fama, rinomato per la tecnica perfetta e il timbro brillante. A rendere l’esperienza ancor più suggestiva, le illustrazioni di Letizia Algeri, che trasporteranno gli spettatori in un itinerario visivo complementare al viaggio musicale.
Prosegue nel frattempo con successo la campagna abbonamenti. Per il pacchetto dei 7 recital è
possibile sottoscrivere nuovi abbonamenti fino al 30 novembre, mentre è già attiva la vendita dei
singoli biglietti. Per la stagione di Opere e Balletti è ancora attiva, sempre fino al 30 novembre, la
possibilità per i vecchi abbonati di esercitare il diritto di prelazione e confermare il posto.
Contemporaneamente si possono effettuare abbonamenti per i posti non in prelazione o liberi. La vendita dei singoli eventi inizierà il 5 gennaio.
Ma torniamo al programma del concerto sinfonico del 22 e 23 novembre, un variegato omaggio
alla ricchezza e alla diversità della musica, abbracciando epoche e stili differenti, cogliendo le
eredità e interazioni trasmesse nei secoli. Si aprirà con la maestosa Suite n. 3 in re maggiore, BWV 1068 di Johann Sebastian Bach, capolavoro barocco, composto circa nel 1731, durante il periodo trascorso dal musicista a Lipsia. L’opera è celebre per la sua struttura articolata e l’iconica “Aria”, un movimento dal carattere dolce e riflessivo che ha conquistato generazioni di ascoltatori per la sua purezza melodica. Un esempio perfetto della capacità di Bach di combinare complessità contrappuntistica e bellezza armonica, rendendo la pagina una pietra miliare della musica orchestrale.
A seguire la Sinfonia di concerto grosso per flauto, archi e basso continuo in sol minore, R. 533.9 di Alessandro Scarlatti, compositore fondamentale del barocco italiano, per aver influenzato
profondamente la musica strumentale e vocale del suo tempo. Questa pagina, scritta circa tra il 1720 e il 1725, mette in luce la sua maestria nel creare dialoghi intricati tra il flauto solista e gli archi, con una scrittura che esalta la fluidità melodica e l’eleganza tipiche del periodo.
La terza parte del programma condurrà il pubblico verso il primo Novecento con le “Antiche danze ed arie per liuto”, Prima suite (secolo XVI) P 109 di Ottorino Respighi. La raccolta, realizzata nel 1917 e basata su trascrizioni di danze rinascimentali, è un esempio mirabile della capacità di Respighi di fondere antiche melodie con una scrittura orchestrale moderna e raffinata. I brani, tra cui il “Balletto detto ‘Il conte Orlando’”, la “Gagliarda”, la “Villanella” e il “Passo mezzo e mascherada”, evocano un mondo sonoro ricco di colori e sfumature, riportando alla mente le corti rinascimentali e le danze dei nobili, ma con una veste orchestrale che ne amplifica la suggestione e la maestosità.
A concludere sarà l’esecuzione dei “Folk Songs” di Luciano Berio, nella versione per orchestra del 1973.

Si tratta di una raccolta di canti popolari provenienti da diverse tradizioni – tra cui quella
americana, armena, francese, siciliana e azera – a testimonianza dell’interesse di Berio per la musica etnica e la sua capacità di reinventarla attraverso un linguaggio orchestrale sofisticato. Un traguardo che è prima ancora umano e personale: i “Folk Songs” sono infatti una dedica alla compagna d’arte e di vita, il celebre mezzosoprano Cathy Berberian: “Ho sempre provato un senso di profondo disagio – racconta l’autore – ascoltando canzoni popolari, cioè espressioni popolari spontanee, accompagnate dal pianoforte. È per questo e, soprattutto, per rendere omaggio all’intelligenza vocale di Cathy Berberian che nel 1964 ho scritto ‘Folk Songs’ per voce e sette esecutori e, successivamente, per voce e orchestra da camera”.
Queste le tappe di un concerto articolato che ci trasporterà dal Settecento al Secolo breve. Per ulteriori informazioni, prenotazioni e biglietti vi invitiamo a visitare il sito ufficiale
teatromassimobellini.it

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