Aggressione fascista simulata, il segretario della Cgil Landini: “Nessuno ci dia lezioni di democrazia”
- Postato il 9 maggio 2025
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- Di Genova24
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Genova. “La Cgil ha sospeso cautelativamente questa persona e sta chiedendo esplicitamente che la magistratura e tutti gli organi competenti facciano piena luce su quello che è avvenuto. Noi saremo rispettosi. Dopodiché lo dico secco: a noi lezioni di democrazia non ce le dà nessuno, perché, se la democrazia in questo Paese c’è, è grazie alle lotte dei lavoratrici e dei lavoratori“.
Così il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, a Genova per la campagna a favore del sì ai referendum dell’8-9 giugno, commenta il caso dell’aggressione fascista denunciata dal sindacalista della Fillea Fabiano Mura, ora indagato per simulazione di reato dopo aver ammesso davanti al pm Manotti che quell’episodio era inventato di sana pianta. Una vicenda che ha inciso anche sulla campagna elettorale per le comunali a Genova, dopo l’immediata adesione del centrosinistra e della candidata sindaca Silvia Salis alla manifestazione indetta dal sindacato a Sestri Ponente.
“Mi pare però evidente, al di là di questo episodio, che non siamo in presenza di una situazione normale – rilancia Landini -. Pensiamo alla manifestazione di CasaPound del 4 maggio, a quella che è in programma alla Spezia, a quello che è in programma a Milano e cioè un raduno europeo dell’estrema destra fondata su chi sta teorizzando la pulizia etnica e sta riportando in auge cose che l’Europa ha già pagato. È evidente che il pericolo di un ritorno a logiche xenofobe, razziste, violente, che riprendono quello che è stato il fascismo e il nazismo, non è un pericolo che uno denuncia per parlare di qualcosa che c’è: è qualcosa di molto concreto“.
“In una città come Genova, se abbiamo sconfitto i fascisti e anche le Brigate Rosse, è grazie al movimento operaio che ha pagato un prezzo – ricorda il segretario generale della Cgil -. E soprattutto è bene che le manifestazioni dei fascisti siano vietate. Finché non lo fanno, non stanno facendo il loro dovere. Se fanno finta di raccontare che in Italia o in Europa non ci sarebbe questo problema, stanno diventando complici del ritorno del fascismo che rischia di esserci, questo è il punto”.
E ancora, a proposito del 25 aprile: “Non credo che la scelta del presidente della Repubblica sia stata un caso. Essere venuto a Genova, città medaglia d’oro della Resistenza, l’unica in Italia capace di liberarsi con le proprie forze dal fascismo e dal nazismo, non è stata una scelta a caso. E aver ricordato che il voto e la partecipazione democratica sono il fondamento di qualsiasi libertà è un punto importante”.
Landini non chiarisce se il sindacato chiederà i danni a Mura, anche se il comunicato che annunciava la sospensione a seguito delle risultanze delle indagini lasciava intendere questa possibilità: “Se le notizie apparse oggi saranno confermate dagli organismi inquirenti, la Cgil si riserva di tutelarsi nelle forme che valuterà più opportune e in tutti i modi possibili”. A costituirsi parte civile chiedendo i danni d’immagine sarà invece la Regione Liguria, come annunciato dal presidente ligure Marco Bucci.
Poi Landini è intervenuto sulla vicenda ex Ilva dopo la notizia del sequestro dell’altoforno 1 di Taranto dopo un incendio, con inevitabili ripercussioni sulla produzione a Cornigliano: “Va avanti dal 2010, c’è una cosa che noi diciamo da allora e non siamo stati ascoltati. Se l’attività di produzione di acciaio è un’attività strategica per un Paese, questa deve diventare un’attività in cui c’è un intervento diretto anche dello Stato”. E “quando io parlo di un intervento dello Stato, penso a una scelta molto precisa come una statalizzazione completa dell’azienda“.
“Fino a quando questa cosa si continua a non fare, quello che avviene è che lo Stato mette i soldi per ripianare le perdite, ma poi non è mai lì con i gruppi che debbono fare le strategie per uscire da questa situazione – ha proseguito Landini -. Siamo di nuovo in una fase in cui in linea teorica il governo sta negoziando con un soggetto che ha presentato un’offerta e noi organizzazioni sindacali, tanto meno i metalmeccanici che sarebbero quelli che dovrebbero saperne di più, non conosciamo qual è il progetto industriale e cosa si vuol fare. Andare avanti così è un massacro, quindi penso che sia venuto il momento non solo di discutere se è buono o meno quel piano industriale, ma anche di porsi il problema di un intervento diretto dello Stato dentro a questo progetto, per condizionare anche le scelte che vengono fatte e per pensare a un futuro del nostro Paese in cui si faccia sistema”.