Aggrediti all’autogrill perché ebrei: “Credevo l’Italia fosse tollerante”. La condanna bipartisan, La Russa: “Grave episodio di antisemitismo”

  • Postato il 29 luglio 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Mio figlio non smetteva di piangere, eravamo entrambi sotto choc. Non pensavo che accadesse a me e soprattutto in Italia che credevo un Paese tollerante, dove sentirsi al sicuro”. A parlare, in un’intervista al Corriere della Sera, è il 52enne francese di religione ebraica aggredito nella stazione di servizio a Lainate, nel Milanese, al grido di “Free Palestine” da alcune persone presenti all’autogrill mentre era con suo figlio di 6 anni.

Parte di quanto accaduto è stato ripreso con lo smartphone dallo stesso turista (qui il video): si vedono alcuni avventori inveire contro i due, che in quel momento indossavano la kippah: “Andate a casa vostra, assassini”, “Palestina libera”, sono alcune delle urla che si sentono nel video. Poi, come racconta il 52enne, all’uscita dal bagno alcune persone “si sono scagliati contro di me per farmi cancellare il video. Ricordo che sono stato aggredito mentre ero in piedi. Sono caduto e sono stato colpito con calci e pugni“. Aggressione che gli ha causato ferite lievi e la rottura degli occhiali. “Ho visto bestie selvagge“, ha aggiunto. “Ho cominciato a gridare ‘Police Police Police’ e solo a quel punto si sono fermati e sono ritornati al piano superiore”, racconta ancora l’uomo. Quando la polizia è arrivata “ho avuto però l’impressione che gli agenti minimizzassero l’accaduto, considerando l’aggressione un fatto che capita loro di vedere di frequente”, spiega. Il 52enne e il figlio, intanto sono rientrati in aereo a Parigi. “Mio suocero abita in Francia e la cosa paradossale è che lì non gli era mai successa una cosa del genere, ma gli è successa in Italia”, racconta il genero italiano, che invece si dice non sorpreso da quanto accaduto. “Io ormai da qualche mese esco di casa con un berretto per nascondere la kippah sulla testa. Se non lo faccio, nove volte su dieci mi insultano“, racconta.

E mentre la Procura di Milano è in attesa di un’informativa della Digos (che sta anche verificando la presenza di telecamere nell’area), l’aggressione subita da padre e figlio ha provocato la condanna bipartisan della politica. “È davvero inquietante e inaccettabile l’aggressione antisemita subita da una famiglia ebrea in un autogrill dell’autostrada Milano-Laghi. Esprimo la mia personale vicinanza al papà e a suo figlio, un bambino di soli sei anni, colpiti entrambi da un atto tanto vile quanto ignobile, e rivolgo a loro i miei sentimenti di profonda solidarietà”, ha dichiarato il presidente del Senato Ignazio La Russa aggiungendo che “in attesa che le autorità facciano piena luce su quanto accaduto, condanno con fermezza e senza ambiguità questo grave episodio di antisemitismo e rinnovo la mia vicinanza alle comunità ebraiche”.

Il deputato di Fdi Giovanni Donzelli parla di un fatto “gravissimo e inquietate“, Carlo Calenda di Azione di “razzismo da anni ’30” e Pina Picierno del Pd di “vile aggressione antisemita”. Per Ivan Scalfarotto (Italia viva) l’aggressione è “oscena“. Anche la Lega condanna l’episodio. “Speravamo che la ‘caccia all’ebreo‘ fosse finita con la morte del nazifascismo, inaccettabile che questo avvenga ancora oggi, nel 2025, nel nostro Paese”, scrive su X il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, e per il ministro Roberto Calderoli la “deriva antisemita” sta prendendo una china pericolosa. A Milano, per il sindaco Giuseppe Sala “è terribile se basta avere una kippah in testa per farsi aggredire”. E ieri, nell’aula del Consiglio comunale del capoluogo lombardo, il consigliere di Azione ed esponente della comunità ebraica Daniele Nahum ha indossato la kippah durante il suo intervento in segno di solidarietà per la famiglia aggredita.

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Il Fatto Quotidiano

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