Affidopoli lucana, retromarcia dell’Arpab

  • Postato il 29 ottobre 2025
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Affidopoli lucana, retromarcia dell’Arpab

Caso Affidopoli lucana, revocata dall’Arpab una delle tre commesse alle associazioni fantasma smascherate dal Quotidiano: dalle verifiche è emersa l’assenza dei requisiti necessari


Dopo il Parco nazionale dell’Appennino lucano anche l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente. Ma soltanto per una delle tre commesse affidate senza gara alle finte associazioni smascherate dal Quotidiano. Per ora.

IL DIETROFRONT DELL’ARPAB

Il dietrofront – parziale – dell’Agenzia è arrivato ieri, a distanza di quasi 20 giorni dalle prime notizie sul filone “regionale” dell’inchiesta giornalistica sull’ “affidopoli lucana”. Con le rivelazioni sugli affidamenti diretti da parte di Regione, Acquedotto lucano e Parco nazionale dell’Appennino, oltre che dell’Arpab, a due organizzazioni non profit guidate da una misteriosa argentina, un inafferrabile turco e un giovane austriaco. Qualcosa meno di 500mila euro in meno di 10 mesi, in cifre. Valgono 340mila euro complessivi, infatti, le 3 commesse dell’Arpab. Poi ci sono i 61mila di Acquedotto lucano, i 65mila del Parco appennino, e altri 15mila del Dipartimento ambiente della Regione.

AFFIDOPOLI LUCANA, IL PRECEDENTE

La scorsa settimana era stato il direttore del Parco nazionale dell’Appennino, Giuseppe Luzzi, a innestare per primo la retromarcia, revocando l’affidamento all’associazione “Mediamente” per attività di promozione. Peraltro già effettuate.
Alla base della sua decisione Luzzi aveva menzionato l’esito delle verifiche avviate nei giorni successivi all’esplosione del caso “affidopoli”, con la scoperta di una serie di falsi nelle autodichiarazioni richieste per la stipula del contratto, e di tre certificazioni fasulle su tre, nei documenti allegati. Quanto basta, insomma, per confermare il sospetto di trovarsi di fronte a due tipiche società paravento, allestite per coprire i reali beneficiari degli affidamenti concessi, e i loro referenti all’interno delle stazioni appaltanti. Basti pensare che al Quotidiano diversi dei presunti soci fondatori di una di queste associazioni “gemelle” hanno disconosciute le firme sull’atto costitutivo. Come pure la conoscenza del fantomatico trio argentino-turco-austriaco di cui si compone il comitato direttivo di entrambe.

LA SEGNALAZIONE

Luzzi aveva anche annunciato l’invio di una segnalazione all’Autorità nazionale anticorruzione per i «gravi illeciti professionali» rappresentati dalle false dichiarazioni scoperte.

LA RINUNCIA

Un po’ più accomodanti, invece, il direttore scientifico e il direttore generale dell’Arpab, Achille Palma e Donato Ramunno, che parlano di una revoca conseguente alla «presa d’atto della formale rinuncia» da parte di “Mediamente”. Rinuncia che sarebbe stata espressa dalla misteriosa amministratrice dell’associazione, o chi si nasconde dietro di lei, in via telematica.

TUTTO DA DIETRO AL PC

Sempre in via telematica, d’altronde, risultano iscritte alla Camera di commercio le due associazioni. E in via telematica, attraverso il Mercato elettronico della pubblica amministrazione (Mepa), hanno presentato i loro preventivi per le prestazioni richieste dai loro committenti lucani. Solo lucani. Da quella da 136mila euro per la gestione del portale internet dell’Arpab e l’animazione dei suoi profili social a quella da 90mila euro per il potenziamento della sicurezza informatica dell’Agenzia, appena revocata, affidata a “Mediamente”, coeva di un’altra da 110mila euro di oggetto simile affidata alla “gemella” Cooperare, sempre il 20 agosto. Incarichi sensibili, a ben vedere, se si considera cosa potrebbero fare dei malintenzionati con i dati industriali di compagnie petrolifere come Eni, Shell e Total, di cui sono ricolmi gli archivi informatici dell’Arpab.

L’AMMISSIONE

«In seguito all’intercorsa corrispondenza per il tramite del Mepa, l’operatore affidatario Mediamente non confermava al rup (responsabile unico del procedimento, ndr) dottor Palma (…) i requisiti di capacità tecnica-professionale nella precipua materia di interesse: esecuzione nell’ultimo triennio di contratti analoghi a quello in oggetto, anche in favore di soggetti privati, per un importo totale almeno pari al valore dell’appalto».
Così si legge nelle determina appena pubblicata sull’albo pretorio dell’Agenzia. Con una sottolineatura successiva della circostanza che «nessuna dazione economica» risulta effettuata in relazione a questo affidamento, e che nulla sapeva di tutto quanto il referente del servizio sviluppo e gestione dei sistemi informatici e della transizione digitale, nonché direttore dell’esecuzione del contratto (Dec) in questione, Paolo Gerardi. Una precisazione singolare, che sa tanto di presa di distanze preventiva, rispetto a ulteriori richieste di delucidazioni dopo quelle partite dall’ufficio del governatore Vito Bardi.

L’ESONERO DA RESPONSABILITÀ

«Sebbene ingegner Gerardi abbia opportunamente e doverosamente coinvolto tutti gli operatori economici affidatari del Macro progetto Cyber, nelle attività preliminari, di pianificazione organica delle attività e dei servizi, l’operatore Mediamente non si sia mai interfacciato con nessuno, né mai abbia partecipato ad alcuna attività». Questa la clausola di esonero da responsabilità di Gerardi inserita tra le premesse della determina di revoca dell’affidamento.

I NON DETTI

Nella determina non si spende nemmeno una parola per spiegare chi può aver provveduto a coinvolgere un operatore economico improvvisato e non previamente individuato dal dirigente “titolare” della gestione dei sistemi informatici. Né in base a quali referenze sia stato fatto.
Sono queste le domande, d’altro canto, che continuano ad aleggiare sullo sfondo assieme agli indizi, diversi, che continuano a puntare verso imprenditori locali amici dei vertici politici degli enti appaltatori.

I CONTI ESTERI

Gerardi non risulta in alcun modo collegato nemmeno alla prima commessa, quella da 136mila euro finanziata con fondi Eni per la gestione del portale, per cui a luglio il dg Ramunno, in qualità di responsabile unico del procedimento, ha disposto la liquidazione di un anticipo di 70mila. Su un conto estero aperto nella filiale di Bruxelles di una compagnia finanziaria di base a Londra, specializzata nella movimentazione elettronica di denaro su scala globale.
Nella determina di revoca dell’affidamento da 90mila a “Mediamente” per la cyber-sicurezza dell’agenzia, ad ogni modo, non si fa alcun rifeimento a quest’ultima, né alla commessa da 110mila euro affidata lo stesso giorno, il 20 agosto, alla gemella “Cooperare”.

AFFIDOPOLI LUCANA, L’INCHIESTA INTERNA

Dieci giorni fa sulle rivelazioni del Quotidiano il governatore Vito Bardi aveva avviato un’inchiesta interna alle stazioni appaltanti del “gruppo Regione” coinvolte nello scandalo “affidopoli”. Quindi il dipartimento Ambiente della stessa Regione, all’epoca guidata da un colonnello della Guardia di finanza in aspettativa quale è il dg Michele Busciolano, l’Arpab e Acquedotto lucano.
L’ex vicecomandante generale delle Fiamme gialle aveva delegato, in particolare, il direttore generale del Dipartimento presidenza di via Verrastro Donato Del Corso, ad acclarare modalità di scelta e controlli effettuati in relazione agli altri affidamenti sospetti.

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