Affidopoli, Arpab mette in sicurezza i sistemi informatici
- Postato il 17 dicembre 2025
- Arpab
- Di Quotidiano del Sud
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Il Quotidiano del Sud
Affidopoli, Arpab mette in sicurezza i sistemi informatici

Affidopoli, Arpab mette in sicurezza i sistemi informatici, dopo la revoca dell’affidamento a un’associazione fantasma.
POTENZA – Da un’associazione fantasma, nata sei mesi prima e guidata da un misterioso trio argentino-turco-austriaco, a uno dei principali operatori del settore, con centinaia di milioni di euro di fatturato e referenze ai più alti livelli. Bastava poco per mettere in sicurezza i sistemi informatici dell’Agenzia regionale per l’ambiente della Basilicata. Un ente strategico per una Regione su cui insistono i principali programmi di estrazione di petrolio e gas italiani, e ogni giorno circolano dati sensibili e segreti industriali in quantità.
AFFIDOPOLI: L’INCHIESTA E IL NUOVO AFFIDAMENTO PER LA CYBER SICUREZZA DELL’ARPAB
Perché avvenisse, però, è occorso il clamore suscitato dall’inchiesta del Quotidiano della Basilicata sugli affidamenti in materia di cyber sicurezza a due entità paravento con sede in altrettanti uffici condivisi di Torino e Firenze. Nei giorni scorsi, infatti, è stata riassegnata la commessa da 113mila euro per mettere in sicurezza i sistemi informatici dell’ ente tramite una serie di operazioni: «definizione dei modelli per la valutazione del rischio, definizione del processo di backup&restore; definizione e pianificazione delle attività collegate alla gestione e risposta agli incidenti di sicurezza; costituzione del red team; definizione di gestione degli incidenti cyber, definizione del playbook; definizione del processo di gestione dei log, monitoraggio delle minacce».
REQUISITI ED ESPERIENZE DOCUMENTATE DEL NUOVO OPERATORE
Nella relativa determina si parla di un’«istruttoria positiva informale finalizzata all’individuazione dell’operatore economico in possesso di documentate esperienze pregresse idonee all’esecuzione delle prestazioni contrattuali richieste, già realizzate in commesse identiche e simili». Stessa perifrasi utilizzata anche ad agosto per l’affidamento all’associazione “Cooperare”. Solo che stavolta basta poco per trovare riscontri in rete sulle «documentate esperienze pregresse» dell’operatore prescelto.
Ancora bloccata, invece, la commessa assegnata all’altra associazione fantasma smascherata dal Quotidiano, l’associazione Mediamente, che era stata incaricata, al prezzo di 90mila euro, di potenziare «la gestione delle identità digitali e degli accessi logici», e di applicare le nuove politiche di accesso al sistema informatico e i «nuovi standard di user & role management». Considerato l’impegno di concludere il progetto finanziato con i fondi del Pnrr entro il 31 marzo 2026, quindi, il rischio sempre più concreto è «la revoca del contributo ed il recupero da parte dell’Agenzia nazionale delle somme eventualmente anticipate».
LE VERIFICHE INTERNE E L’INTERVENTO DELLA MAGISTRATURA
In totale valgono quasi mezzo milione di euro le commesse affidate, nel giro di meno di 5 mesi, alle associazioni Mediamente e Cooperare da Arpab, Regione Basilicata, Acquedotto lucano, Parco nazionale dell’Appennino lucano. Sulla regolarità di questi affidamenti, dopo le rivelazioni del Quotidiano, sono state avviate verifiche interne che hanno portato alla revoca, o alla sospensione, di 4 di quelli ancora in corso. E’ stata anche aperta un’inchiesta della magistratura che ha acquisito gli atti negli uffici di tutti gli enti interessati.
Il Quotidiano del Sud.
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