Affare Osimhen, le carte della GdF che inguaiano il Napoli
- Postato il 8 ottobre 2025
- Di Panorama
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Per la giustizia sportiva l’affare Osimhen è un capitolo chiuso. Sentenza di proscioglimento nel 2022 e mancata richiesta di riapertura del processo nei mesi scorsi, quando gli uffici della Procura della Figc guidata da Giuseppe Chiné hanno ricevuto le carte dai magistrati che a Roma si stanno occupando della vicenda, ipotizzando per il presidente del Napoli e i suoi collaboratori un processo per falso in bilancio.
La pubblicazione dei documenti dell’inchiesta da parte di Repubblica, però, riporta il caso al centro dell’attenzione perché quanto scritto nell’informativa della Guardia di Finanza ricostruisce i contorni di una trattativa di calciomercato che appare quanto meno opaca. Con al suo interno alcuni elementi che avrebbero dovuto interessare la giustizia sportiva e che sono stati ritenuti evidentemente non sufficienti per riaprire la partita.
I numeri dell’affare Osimhen e il “valore nominale” da dare al giocatore
Victor Osimhen, attaccante nigeriano che poi sarà protagonista della cavalcata scudetto del Napoli di Spalletti nel 2022/2023, passa ai partenopei dal Lille nell’estate 2020 per una cifra complessiva intorno ai 70 milioni di euro. Denaro che il club di De Laurentiis non sborsa tutto, inserendo nell’affare anche una serie di contropartite valutate circa 20 milioni. Si tratta del portiere greco Karnezis e dei giovani della Primavera napoletana Manzi, Liguori e Palmieri; a questi ultimi viene assegnato un prezzo di 4 (Manzi e Liguori) e 7 milioni di euro (Palmieri). Nessuno di loro andrà mai al Lille e, anzi, raccontano agli investigatori di non essere mai stati nemmeno contattati dai dirigenti francesi e di non aver sostenuto le visite mediche.
Nell’informativa della GdF viene ricostruito il lavoro, durato diverse settimane, tra i vertici del Napoli e quelli del Lille. Obiettivo, secondo quanto dichiara in un messaggio il presidente del Lille Gerard Lopez, “pagare un prezzo inferiore rispetto a qualsiasi altro club, ma con un valore nominale che è quello necessario per chiudere”. Settanta milioni e non cinquanta, perché di quella cifra aveva bisogno il Lille per sistemare il suo bilancio.
Nell’affare entrano ed escono giocatori che devono servire come contorno per il piatto di portata, rappresentano da Osimhen. Prima Llorente, sfumato, poi Leandrinho da valutare tra i 10 e i 15 milioni di euro ma che si trovava in Brasile con un prezzo di riscatto di soli 500mila euro. Quindi Ounas, giocatore del Napoli che per gli investigatori rappresenta la conferma dell’artificiosità dell’operazione perché nei messaggi viene chiarito che ha un valore di mercato superiore a quello di tutte le ipotesi precedenti e, dunque, per i pm sarebbe la prova che si inseguiva un valore preordinato.
Infine la comparsa del nome del portiere Karnezis e la sua valutazione, partita da 20 milioni secchi per volontà del Lille e progressivamente scesa a 5 con l’inserimento dei tre ragazzi già citati. “Porteremo Karnezis al Lille per l’intero importo di 20 milioni di euro – è contenuto in un messaggio di Lopez secondo quanto riportato relativamente all’informativa della GdF -. Su questo punto è di estrema importanza che non ci sia alcuna comunicazione sull’affare e sul prezzo: vanificherebbe lo scopo dell’accordo e ci farebbe sembrare tutti cattivi”.
Affare Osimhen, le chat tra i dirigenti del Napoli
Nelle carte pubblicate da Repubblica anche alcune chat tra dirigenti del Napoli il cui contenuto appare equivoco. “Non devi scrivere nulla. Tracce nelle mail non se ne lasciano. A voce quello che ti pare” scrive ad esempio il vice direttore sportivo, Giuseppe Pompilio, all’allora direttore sportivo Cristiano Giuntoli. E’ il 17 luglio 2020 e l’operazione cui si fa riferimento si sarebbe chiusa un paio di settimane più tardi.
Lo stesso giorno, mentre circolano le bozze dell’accordo definitivo, l’amministratore delegato partenopeo Andrea Chiavelli scrive a Giuntoli: “Speriamo rifiutino… sennò dovremo darci alle rapine”. A cosa si riferivano? Alla pericolosità dell’operazione per possibili risvolti di giustizia sportiva (e penale) o alla necessità di razionalizzare le risorse da investire in quella sessione di calciomercato?
Altre comunicazioni sembrano confermare che l’intera ‘partita’ del trasferimento al Lille dei tra ragazzi della Primavera sia stata gestita unicamente dai dirigenti del Napoli: la determinazione del valore che si poteva dare ai cartellini e anche il contenuto delle comunicazioni dei procuratori con il club francese. “Trattative eterodirette dagli stessi dirigenti come si evince dalla chat Whatsapp tra Pompilio e Giuntoli del 20 luglio” precisa la Guardia di Finanza nella sua informativa.
Infine la mail scritta dal direttore amministrativo del Lille, Julien Mordacq, al suo Ceo Marc Ingla: “E’ mio dovere metterti in guardia di nuovo a proposito dei rischi connessi a questo affare, in ragione degli elementi che ti ho esposto verbalmente. Ogni elemento ritenuto “strano” potrebbe generare domande sull’insieme di queste operazioni e bisognerà apportarvi elementi di risposta reali e giustificazioni”.