Adidas si tira fuori dai contratti collettivi: “Abbiamo bisogno di flessibilità sugli stipendi”
- Postato il 9 agosto 2025
- Lavoro
- Di Il Fatto Quotidiano
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Adidas, il secondo produttore di articoli sportivi al mondo, con diverse migliaia di dipendenti in Germania, alla vigilia delle trattative per il rinnovo delle condizioni retributive con il sindacato Igbce, ha dichiarato l’intenzione di abbandonare l’applicazione dei contratti collettivi. A partire dal 1° settembre l’azienda apparterrà all’Associazione federale dell’industria calzaturiera e della pelletteria solo come membro, senza contratti collettivi di lavoro, ha annunciato una portavoce da Herzogenaurach, la sede bavarese dell’azienda. Da tale data i circa 8mila dipendenti non godranno più delle nuove contrattazioni collettive ed i neoassunti non saranno più coperti dal contratto di categoria.
Secondo quanto dichiarato in un comunicato da Birgit Biermann, vicepresidente del sindacato “ritirandosi dal contratto collettivo, Adidas abbandona la strada del partenariato sociale e del fair play”, è “gravemente antisportivo” e “non lo accetteremo”. Il governo ha appena approvato nel Consiglio dei ministri un disegno di legge che vincolerà le aziende che vogliono partecipare a appalti pubblici a osservare la contrattazione collettiva. Il fatto che uno dei grandi nomi dell’imprenditoria tedesca voglia ritirarsi – sottolinea ancora Biermann – mentre ci si sforza di riportare più persone sotto la loro protezione, dimostra superficialità.
L’azienda giustifica la decisione in risposta alla richiesta del sindacato di introdurre più fasce retributive e quindi estendere la copertura della contrattazione collettiva a un numero significativamente maggiore degli assunti, compresi i lavoratori altamente qualificati, e di voler ottenere un bonus per tutti i propri iscritti. “I nostri dipendenti sono i migliori del settore. Per mantenere questa situazione, dobbiamo essere in grado di offrire stipendi al di fuori di una struttura di contrattazione collettiva e creare opportunità di sviluppo interessanti per tutti”, ha affermato una portavoce di Adidas alla tv pubblica Ard. Questa flessibilità sarebbe minata dalle richieste del sindacato e un bonus per i suoi iscritti “è innegoziabile”.
Il sindacato chiede un aumento del sette per cento dei salari. “E’ del tutto assurdo – dice ancora Biermann – affermare che l’estensione del contratto collettivo a fasce retributive più ampie svantaggerebbe significativamente coloro che in precedenza non ne erano coperti”. Al contrario, aggiunge la sindacalista, “il loro orario di lavoro sarebbe chiaramente regolamentato, dovrebbero essere pagati anche gli straordinari e le strutture retributive diventerebbero più trasparenti”. Per Igbce, a fronte della mancanza di manodopera qualificata, Adidas finirà per danneggiare sé stessa, perché “i dipendenti esigono sicurezza, equità e affidabilità in termini di retribuzione, orario e condizioni di lavoro, e questi requisiti possono essere raggiunti solo tramite un contratto collettivo”.
Adidas è di gran lunga l’impresa più grande attualmente impegnata nelle trattative sindacali nel settore degli articoli sportivi e delle calzature. Secondo l’azienda -riporta ancora Ard – solo 4.600 dei dipendenti in Germania sottostanno attualmente al contratto collettivo; per il sindacato di settore la trattativa deve riguardare invece 8mila assunti sui 13mila addetti nel settore tra chi lavora nella sede centrale (circa 3500), gli operatori nei centri logistici bavaresi (5.500) e ancora i dipendenti dei punti vendita. Il primo round di negoziati è previsto per l’11 settembre.
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Nella foto in alto | Bjørn Gulden, amministratore delegato di Adidas
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