Addio Peregrini, “Signor No” dalla grande umanità

  • Postato il 13 agosto 2025
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Addio Peregrini, “Signor No” dalla grande umanità

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UN PROFONDO dispiacere per me, che di Ludovico Peregrini, il “Signor No”, ho un duplice ricordo. Il primo si riferisce alla mia infanzia e adolescenza, ossia al periodo in cui iniziai a seguire i Quiz di Mike Bongiorno: l’ultimo sulla RAI, “Flash”, e i successivi sulle reti Mediaset, soprattutto “Bis”, “Supeflash” e “Telemike”, il quale per molti aspetti era una riproposizione, con piccole modifiche, del più famoso “Rischiatutto”, ma anche “La Ruota della Fortuna”, fino a “Bravo, bravissimo” e “Genius”, in cui Mike Bongiorno e Ludovico Peregrini mostrarono anche la loro umiltà: loro, i re del quiz della televisione italiana, che si dedicarono con la serietà e la professionalità che li ha sempre contraddistinti, a trasmissioni e quiz cui partecipavano bambini. Il quiz “Genius” era dedicato a ragazzi frequentanti la scuola secondaria di primo grado. Grazie alla piattaforma “Raipremium”, inoltre, ebbi l’occasione di guardare anche le puntate del “Rischiatutto” anni Settanta, una ripresentazione del grande quiz alla cui lavorazione aveva partecipato anche una storica campionessa, forse la più nota assieme al professor Massimo Inardi, ossia la signora Giuliana Longari. Alcune di queste puntate, le più importanti, le ho viste di nuovo di recente, perché disponibili su Raiplay”.

Ovviamente, però, il mio ricordo principale è quello personale, che ebbi a partire dal casting del Rischiatutto di Fabio Fazio: la prova si svolgeva, per gli aspiranti che, come me, provenivano dall’Italia centromeridionale, a Viale Mazzini, ossia nella storica sede principale della RAI. La cosa che ebbi modo di notare, la prima volta che vidi di persona Ludovico Peregrini, durante la pausa pranzo del casting di giornata (il mio provino si sarebbe svolto nel primo pomeriggio e io mi trovavo nella fervida attesa che arrivasse mio turno), è il fatto che egli, mentre assieme a Fabio Fazio spiegava alla professoressa Simona Costa, docente di letteratura italiana allUniversità RomaTre, e al giornalista sportivo Enrico Varriale, “giudici” del casting, il modo in cui era già avvenuta la preselezione degli aspiranti concorrenti del programma, sembrava confermare la figura di personaggio “austero” che gli era valso il soprannome con cui è più noto, quello, appunto, di “Signor No”. Sembrava che parlasse di esami universitari, o di una preselezione per un concorso pubblico per una posizione lavorativa di alto rilievo.

La sorpresa perciò fu per me ancora maggiore allorché, invece, durante la preparazione delle dirette del programma cui ho partecipato o comunque assistito personalmente, Ludovico Peregrini mostrò sempre una grande umanità, direi un atteggiamento quasi paterno nei confronti di noi concorrenti, nelle riunioni e nelle prove in cui ci spiegava i dettagli del regolamento del gioco, occasioni in cui la nostra emozione si scioglieva quasi del tutto grazie al clima appunto familiare e scherzoso che lui e Fazio creavano attorno a noi. Particolarmente caro mi è il ricordo di un pomeriggio di prova, nel giorno precedente a una di queste dirette, in cui ci siamo trovati casualmente a sedere accanto, nella prima fila dei posti destinati al pubblico in sala, e cominciammo a parlare di tutti i vecchi grandi campioni di tutti i quiz di Mike Bongiorno di cui egli era stato autore, da “Rischiatutto” a “Telemike”.

Parlammo anche degli altri quiz in cui egli aveva lavorato, come “Chi vuol Essere Milionario?”, e mi fece notare la diversità di approccio, per coloro che lavorano al programma, dunque in primis proprio per lui, nella preparazione di domande a risposta secca, quali erano quelle per “Rischiatutto” e quasi tutti gli altri quiz del grande Mike, rispetto a quelle a risposta multipla. Per inciso, percepii che anch’egli, come espresso in modo più netto pubblicamente da Bongiorno, preferiva il primo tipo di domande e di quiz, il che certo non sorprende, vista la sua storia professionale. Nel ripensare all’occasione, subito dopo, nella serata in albergo, da un certo punto di vista pensai a quanto fosse inattesa la familiarità mostratami da un personaggio che io avevo sempre visto come un’icona del piccolo schermo, e oltretutto appunto come un personaggio taciturno e austero. Da un altro punto di vista, invece, la cosa mi sembrava paradossalmente quasi ovvia, visto che egli era parte di un sogno che coltivavo fin da bambino (mio padre seguiva tutti i quiz di Mike Bongiorno e mi aveva sempre regalato le scatole dei vari giochi a quiz), e quindi una persona che in un certo modo faceva parte della mia vita fin dalla prima infanzia.

Ludovico Peregrini, il “Signor No”, era un uomo di profonda cultura, laureato in lettere e amante della letteratura e dell’arte: non è un caso che nel tabellone che caratterizzava la parte centrale del “Rischiatutto” era quasi immancabile la serie di domande sulla grande pittura, sulla letteratura, ma anche sulla storia di ogni tempo, materie trattate ogni volta da un particolare e originale punto di vista. La sua vita si svolgeva tra Italia e Francia, dove il “Signor No” si trovava con la famiglia quando purtroppo, il 9 agosto, è venuto a mancare: sua moglie “Nicou” era appunto francese, e ricordo che durante la prima puntata assoluta di “Bis”, la quale, come avviene in genere per tutte le trasmissioni nel loro lancio, iniziava dopo l’intervallo estivo, Mike Bongiorno nel salutarlo gli chiese dove avesse trascorso le vacanze estive; alla risposta un po’ seriosa dell’autore, che disse un po’ vagamente di essere stato in vari luoghi, in Italia e in Europa, il presentatore tenne ad aggiungere, col suo modo fra lo scherzoso e l’ironico, che sapeva che Peregrini fosse stato in Francia.

Per concludere con un altro ricordo personale, certamente non dimenticherò la stretta di mano che egli e Fazio mi diedero alla fine del mio provino, fatto che mi riempì di soddisfazione; ma nella mia memoria resta impressa in modo altrettanto forte la stretta di mano, molto meno distaccata, che mi diede dopo la fine della puntata in cui persi il titolo di campione: forse il calore di quella stretta di mano e il sorriso e lo sguardo affettuoso che mi rivolse in quel momento sono state la vera chiusura del cerchio, il completamento (inaspettato) del mio sogno da bambino, ma è anche un gesto che può esprimere al meglio quale fosse la personalità di uno dei più grandi autori della storia della televisione italiana.

*concorrente dell’edizione 2016 del Rischiatutto

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