Addio maschio alfa, su Netflix arrivano i “Maschi veri”

  • Postato il 22 maggio 2025
  • Di Panorama
  • 2 Visualizzazioni

È arrivata su Netflix solo da un giorno, e già fa parlare tutti: “Maschi veri”, adattamento italiano della serie spagnola “Machos Alfa”, è il nuovo guilty pleasure che mancava nel nostro catalogo di binge-watching. Prodotta da Mattia Rovere, la serie si compone di otto episodi che affrontano con ironia e ritmo sostenuto il tema dei ruoli maschili nella società di oggi.

Addio maschio alfa, su Netflix arrivano i “Maschi veri”
Addio maschio alfa, su Netflix arrivano i “Maschi veri”
Addio maschio alfa, su Netflix arrivano i “Maschi veri”
Addio maschio alfa, su Netflix arrivano i “Maschi veri”
Addio maschio alfa, su Netflix arrivano i “Maschi veri”
Addio maschio alfa, su Netflix arrivano i “Maschi veri”
Addio maschio alfa, su Netflix arrivano i “Maschi veri”

Altro che guerra dei sessi: “Maschi veri” è una riflessione tragicomica su ciò che significa essere uomini nell’epoca della decostruzione patriarcale. Quattro amici quarantenni, figli della generazione X, si ritrovano improvvisamente fuori tempo massimo: stretti tra l’immaginario da capobranco e la necessità di reinventarsi in un mondo dove le regole del gioco sono cambiate – e di parecchio.

Trama di “Maschi veri”: i 4 protagonisti

Siamo a Roma, oggi. Mattia, Massimo, Luigi e Riccardo sono amici dai tempi dell’università. Over 40, apparentemente realizzati sul lavoro e nella vita privata, si scambiano quotidianamente messaggi su una chat chiamata – ça va sans dire – “Maschi veri”, e si vedono regolarmente per partite di padel e confidenze tragicomiche.

Massimo (Matteo Martari) è il direttore di un network TV, affascinante, arrogante e nostalgico dell’era Telegatti. Ma il suo sessismo da vintage media lo porta al licenziamento in tronco, sostituito da una collega più sveglia (e attuale). A pagare il mutuo della villa con piscina ci pensa la moglie Daniela (Laura Adriani), influencer in ascesa che sponsorizza prodotti per animali con il suo adorato cagnolino. Il successo digitale della moglie è un colpo basso per l’ego del marito in declino.

Mattia (Maurizio Lastrico), guida turistica divorziata, è ancora innamorato della ex moglie (Nicole Grimaudo) che l’ha lasciato per il medico di famiglia. Con l’aiuto della figlia adolescente Emma (Alice Lupparelli), che gli crea un profilo Tinder, prova a rientrare nel mondo degli appuntamenti. Spoiler: non va bene. Mattia si dichiara femminista ma va in tilt quando incontra donne che non vogliono aspettare la seconda uscita per andare a letto o, peggio, quando scopre che la figlia è apertamente bisessuale.

Luigi (Pietro Sermonti) guida gli autobus di Roma ed è sposato con Tiziana (Thony), istruttrice di guida. Dopo 15 anni, due figli e un milione di tentativi (tra viagra, sex toys e vino rosso), la loro intesa sessuale è ai minimi storici. Quando Tiziana si iscrive in palestra e incontra un giovane e prestante personal trainer, per Luigi è l’inizio di una crisi esistenziale e ormonale.

Infine Riccardo (Francesco Montanari), ristoratore incallito e fedifrago seriale, tradisce la fidanzata Ilenia (Sarah Felberbaum), brillante avvocata, con la moglie del socio. Ma quando Ilenia lo invita a cena per “dirgli una cosa importante”, lui – terrorizzato – pensa a un test di gravidanza. In realtà vuole solo proporre una relazione aperta. Peccato che Riccardo, a sorpresa, si scopra troppo geloso per godersela. E quando scopre che i suoi genitori hanno una relazione a tre con un commercialista e partecipano a feste di scambisti, la sua visione del mondo va definitivamente in frantumi.

Una terapia di gruppo contro la mascolinità tossica

Persi, confusi, disorientati, i quattro protagonisti decidono – su consiglio di un amico gay – di iscriversi a un corso di decostruzione della mascolinità. Il docente? Un personaggio ai limiti del surreale, interpretato con ironia da Corrado Fortuna, che li guiderà lungo un percorso di (auto)analisi tragicomica tra stereotipi, fragilità e nuove consapevolezze.

Cast e guest star

Il quartetto protagonista funziona benissimo: sono uomini imperfetti, simpatici anche quando sbagliano, deboli e umani – delle canaglie adorabili. Invece le donne principali della serie – pur dotate di una carriera, un’identità e una voce – rischiano a tratti di diventare macchiette isteriche. Fa eccezione la colf, personaggio spassoso e molto più saggio di chiunque altro, che sa leggere alla perfezione vizi e virtù del suo “padrone di casa”.

Tra le donne spicca anche Thony, che dà vita a Tiziana con ironia, intelligenza e una delicatezza rara nel raccontare il disagio di chi non si arrende al tempo che passa. Le fa eco una convincente Sarah Felberbaum nei panni di una Ilenia che vuole amore, libertà e chiarezza, anche quando il suo partner è troppo confuso per capire cosa voglia dire.

A sorpresa, fanno capolino anche due guest star d’eccezione: Ilary Blasi, nel ruolo di diva pop, e Selvaggia Lucarelli, che appare in una versione ironica e perfettamente in linea con il suo personaggio pubblico. Due cameo che strizzano l’occhio alla contemporaneità e al gossip.

Perché guardare “Maschi veri”

“Maschi veri” è una commedia che diverte senza mai scadere nel banale, gioca con gli stereotipi senza prediche e offre uno specchio deformante ma realistico della mascolinità italiana in piena mutazione. È smart, leggera ma mai superficiale. E sì, può far ridere anche chi ha il patriarcato ben piantato nel DNA.

Un piccolo cult in divenire? Sì, e se ne parlerà ancora a lungo.

Autore
Panorama

Potrebbero anche piacerti