Addio funivia. Prove di campo largo tra Pd e Azione dopo l’abbandono del (folle) progetto a 5 stelle

  • Postato il 18 settembre 2025
  • Di Il Foglio
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Addio funivia. Prove di campo largo tra Pd e Azione dopo l’abbandono del (folle) progetto a 5 stelle

Il tema (controverso) della nuova mobilità può diventare palestra di campo largo tra Pd e calendiani a Roma? Ci sono intanto importanti segnali di accordo tra dem e Azione, oggi, in nome di un nuovo sistema BRT, “bus rapid transit”, nel quadrante nord-ovest della capitale, con possibilità di esportazione in altri quartieri, modello su cui l’assessore alla mobilità Eugenio Patané e i calendiani romani la pensano allo stesso modo. Antefatto: c’era una volta il futuribile progetto della Cinque Stelle Virginia Raggi che, da sindaca, immaginando la (folle?) corsa di una funivia tra Casalotti e la fermata Battistini della metro A, diceva: “Sorvolare il traffico è l’unica soluzione possibile e non inquinante”. Il progetto era stato inserito nel PUMS e aveva ottenuto un finanziamento di 109 milioni di euro da parte del Mit. Con l’arrivo del sindaco dem Roberto Gualtieri, le criticità emerse avevano portato all’accantonamento del sogno a Cinque Stelle (o distopia, a seconda dei punti di vista). Si era pensato inizialmente a un prolungamento della metro A, ma ci si era fermati di fronte a costi e tempi.

Oggi, la svolta: dagli uffici dell’assessore Patané è partita la richiesta al Mit di poter utilizzare i fondi destinati alla funivia Casalotti per la progettazione definitiva del BRT, già oggetto di una mozione di Azione Roma, presentata dai consiglieri comunali calendiani Flavia De Gregorio e Antonio De Santis (nonché di una petizione promossa dalla consigliera Claudia Finelli). E, giorni fa, il consigliere regionale e segretario romano di Azione Alessio D’Amato, già assessore alla Sanità in Regione, prendeva “atto positivamente” dell’azione di Patané che aveva “deciso di archiviare la funivia della Raggi e di accettare la proposta di Azione Roma di puntare sul BRT e sulla concretezza”. Sulla scia di questa prova di alleanza sulla mobilità, i calendiani capitolini puntano su una “vera rete integrata”: “Roma non può vivere di interventi isolati”, dicono pensando all’estensione della rete di metropolitane con una linea D, “infrastruttura strategica prevista dal PUMS che potrebbe collegare quartieri distanti e densamente abitati – da Monte Sacro all’Eur passando per Trastevere”, con l’estensione notturna del servizio della metro e con l’estensione del car sharing di Roma Mobilità alle periferie. L’idea è quella “di un vero servizio intermodale, capace di integrarsi con il trasporto pubblico e ridurre l’uso dell’auto privata”
 

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Autore
Il Foglio

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