Addio Andrea De Adamich: Grand Prix, la prima vittoria di Schumacher in Ferrari e le sfuriate su Zanardi e Hakkinen

  • Postato il 5 novembre 2025
  • Di Virgilio.it
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La notizia della morte di Andrea De Adamich è un “ritiro” in piena gara che fa male, un motore che si spegne, un braccio alzato a segnalare che qualcosa non va. E che ti lascia un vuoto dentro ma che ti permette per un attimo di riavvolgere il nastro dei ricordi. Per chi aveva un rituale che la domenica non poteva mancare e accomunava tutti gli appassionati di motori. Poco dopo mezzogiorno su Italia 1 andava in onda Grand Prix e la voce squillante di De Adamich era pronta a raccontare tutti i meandri della F1 e del motociclismo ma anche di più.

E come non dimenticare la voce che per la prima volta ha commentato fuori dall’allora monopolio Rai un gran premio di F1 quando l’allora Fininvest riuscì a strappare i diritti alla Tv di Stato. E ancora sempre lui che dava colore particolare alle telecronache, concedendosi, lui con un passato di prestigio da pilota, anche in Ferrari, di “asfaltare” i piloti, ne sanno qualcosa Mika Hakkinen e Alessandro Zanardi.

Morto Andrea De Adamich, dalla Ferrari alla tv

Il mondo dei motori e dello sport in tv piangono la morte di Andrea De Adamich. L’ex pilota di Formula 1 e celebre telecronista, si è spento all’età di 84 anni. Una carriera dedicata all’automobilismo, in pista e fuori, quello raccontato come pochi hanno saputo fare in tv. Ma anche con un pensiero alla guida sicura delle future generazioni di automobilisti.

Lui, friulano, proprio come un altro telecronista doc Bruno Pizzul, aveva debuttato nelle competizioni automobilistiche nel 1962. Pilota Alfa Romeo praticamente una seconda pelle per lui: titolo italiano di Formula 3 nel 1965, due Campionati Europeo Turismo (1966-67) a bordo della Giulia GTA e l’apoteosi della carriera: cinque stagioni in F1 a partire dal 1968, con Ferrari, McLaren, March, Surtees e Brabham. A cui aggiunse il Mondiale Prototipi, ottenendo due vittorie con l’Alfa Romeo.

Grand Prix e le telecronache della F1

Andrea si è ritiratosi dall’agonismo nel 1974 ma è rimasto nel mondo delle corse. De Adamich divenne un noto volto televisivo. Nel 1977 inizia a condurre Grand Prix quello che diventerà un vero programma di culto per tutti gli appassionati del motorsport in un’epoca in cui in tv, oltre che alle gare in diretta sulla Rai, c’era davvero poco approfondimento per gli sport motoristici se non su settimanali e mensili specializzati.

De Adamich inventa un format veloce, fresco, parlando sia tecnicamente ma anche in maniera facile, comprensibile a tutti, all’appassionato ma anche alla gente comune che seguiva la F1 solo per la Ferrari. Era diventato un appuntamento impedibile la domenica prima di pranzo. Altro che Linea Verde su Rai1. Anche grazie a quella musica coinvolgente di quel genio dei jingle Fininvest che era Augusto Martelli.

Con lui una schiera di grandi firme e giovani talenti del giornalismo motoristico: Luca Budel, Guido Meda, Ronny Mengo, Claudia Peroni, Alberto Porta, Guido Schittone, Giorgio Terruzzi, Nico Cereghini e i compianti Pepi Cereda e Oscar Orefici, oltre alla collaborazione di Giorgio Piola per analizzare l’aerodinamica delle monoposto di F1.

Raccontò la prima vittoria di Schumacher in rosso

Nel 1991 ci fu una svolta epocale nella F1 vista in tv. Berlusconi riuscì a strappare i diritti alla Rai anche se poi dopo un accordo farraginoso i due poli televisivi si divisero equamente le gare. De Adamich fu scelto, in coppia con Schittone, per le telecronache su Italia 1 dei Gp. Fu proprio Andrea De Adamich a raccontare la prima vittoria di Michael Schumacher con la Ferrari nel Gran Premio di Spagna 1996 sulla pista di Barcellona sotto l’acquazzone.

Nel 1991 fondò il Centro Internazionale Guida Sicura, proseguendo la sua storica collaborazione con Alfa Romeo. Per i suoi meriti, il 2 giugno 2022 era stato nominato Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica italiana.

Le chicche: “Zanardi non si deve permettere, Hakkinen imbecille”

Celebri anche le sfuriate, ai limiti dell’insulto, di De Adamich durante le telecronache. Ne ricordiamo giusto un paio, con affetto dal momento che sono diventate cult in rete. Nel maggio del 1993 durante un Gran Premio di Monaco, Andrea prese a male parole Alessandro Zanardi all’epoca pilota della Lotus reo di aver ostacolato le due Ferrari in fase di doppiaggio:

Ha danneggiato Berger e ha danneggiato Alesi! Io direi e mi dispiace, si tratta di un pilota italiano, ha assunto un comportamento molto scorretto […] Zanardi non si doveva permettere di tagliare la strada: doveva fermarsi piuttosto, rinunciare al suo posto di classifica che in ogni caso è 17°. Io direi che un comportamento di questo tipo dovrebbe portare a dei provvedimenti della direzione di gara, che dovrebbe fermare Zanardi per lasciare strada, che ancora non ha lasciato, alle due Ferrari…e mi spiace, sto parlando di un pilota italiano che già era sotto accusa per aver fatto più di un giro con il motore rotto e facendo rischiare a Schumacher nella gara di Barcellona”.

Non fu più tenero, anzi, con Mika Hakkinen che durante una sessione di prove ufficiali ostacolò, lui con la McLaren, la Ferrari di Gerhard Berger nel suo giro veloce: “E guardate questo imbecille di Hakkinen ha dato fastidio a Berger che ha perso un giro fantastico. Hakkinen ha pensato ai fatti suoi, non ha pensato alle segnalazioni, agli specchietti”.

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