Addio a Sergio Campana, il difensore dei diritti dei calciatori

  • Postato il 19 luglio 2025
  • Sport
  • Di Agi.it
  • 1 Visualizzazioni
Addio a Sergio Campana, il difensore dei diritti dei calciatori

AGI - Addio a Sergio Campana. Lo storico presidente dell'AIC aveva 91 anni. L'annuncio è della stessa Associazione Italiana Calciatori, il cui Consiglio Direttivo, "i collaboratori e i dipendenti tutti si stringono alla famiglia in questo particolare momento". Fondatore e per 43 anni presidente dell’AIC, fu il pioniere che trasformò i giocatori da proprietà dei club a professionisti con diritti. La sua battaglia epocale contro il vincolo sportivo ha cambiato per sempre il calcio italiano.

Una vita per i diritti dei calciatori

Una vita spesa per una causa, quella dei diritti di una categoria intera. Se ne va Sergio Campana, il "padre nobile" di tutti i calciatori italiani, l’uomo che più di chiunque altro ha incarnato la lotta per la dignità e la tutela di chi scende in campo. Avvocato di professione e calciatore per passione, ha saputo unire le sue due anime per scrivere una pagina indelebile nella storia dello sport nazionale.

Dalla carriera in campo alla rivoluzione sindacale

Nato a Bassano del Grappa, Campana conobbe il calcio prima in campo, come mediano nel Lanerossi Vicenza e nel Bologna, e poi nelle aule di tribunale. Fu un grave infortunio al ginocchio a interrompere la sua carriera agonistica, ma fu proprio quella dolorosa esperienza a instillare in lui la consapevolezza della precarietà della professione e della totale assenza di tutele per i giocatori.

La nascita dell’AIC e la fine del vincolo sportivo

Da quella consapevolezza nacque la sua rivoluzione. Il 3 luglio 1968, a Milano, insieme a un gruppo di fuoriclasse dell’epoca come Rivera, Mazzola, Bulgarelli e De Sisti, fondò l’Associazione Italiana Calciatori (AIC). Ne divenne il primo presidente, una carica che avrebbe mantenuto con tenacia e lungimiranza per 43 anni, fino al 2011.

Battaglie e conquiste storiche

La presidenza di Campana non fu un ruolo di rappresentanza, ma una trincea. La sua è la storia di battaglie epocali, combattute con la diplomazia dell’avvocato e la grinta del mediano. La sua vittoria più grande, quella che ha cambiato la fisionomia del calcio moderno, fu senza dubbio l’abolizione del vincolo sportivo. Fino ad allora, un calciatore era legato a vita al club che ne deteneva il cartellino. Campana, attraverso anni di trattative, scioperi e scontri con il potere dei “presidenti-padroni”, riuscì a scardinare quel sistema, introducendo il contratto a scadenza e restituendo ai giocatori la libertà contrattuale.

Tutele, fondi e dignità professionale

Ma la sua opera non si fermò lì. A lui si devono l’istituzione del fondo di fine carriera, una vera e propria pensione per i calciatori, le assicurazioni contro gli infortuni e il riconoscimento di tutele sanitarie fondamentali. Ha dato voce e forza contrattuale a un’intera categoria, insegnando che l’unione fa la forza anche in un mondo di individualità e rivalità sportive.

Un’eredità che va oltre il calcio

Uomo rigoroso, a tratti spigoloso ma sempre leale, Sergio Campana lascia un’eredità che va oltre le singole conquiste sindacali. Ha lasciato in dote un’associazione solida, oggi guidata dal suo successore Damiano Tommasi, e soprattutto ha tracciato il solco invalicabile dei diritti e dei doveri del calciatore moderno. Il calcio italiano, oggi, perde non solo un avvocato o un ex presidente, ma la sua coscienza critica e il suo più grande difensore.

Continua a leggere...

Autore
Agi.it

Potrebbero anche piacerti