Addio a Pierluigi Baima Bollone, il medico legale che cercò l’equilibrio tra scienza e fede
- Postato il 5 novembre 2025
- Cronaca
- Di Quotidiano Piemontese
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TORINO – È scomparso oggi, all’età di 88 anni, Pierluigi Baima Bollone, uno dei più noti medici legali italiani, conosciuto in tutto il mondo per le sue ricerche sulla Sindone di Torino. Nato nel capoluogo piemontese il 23 aprile 1937, Baima Bollone ha incarnato la figura dello scienziato che tenta di coniugare il rigore metodologico della medicina forense con la dimensione della fede e del mistero.
Un maestro della medicina legale
Nel 1972 ottenne la cattedra di Medicina legale all’Università di Torino, ruolo che mantenne per oltre trent’anni, formando generazioni di studenti, magistrati e investigatori. Il suo Manuale di Medicina legale divenne un testo di riferimento adottato in numerose università italiane.
Le sue competenze lo portarono a essere consulente tecnico in importanti procedimenti giudiziari, dove applicava con rigore la scienza per ricostruire dinamiche di morte e di reati complessi. Ma fu proprio la sua attività di esperto forense ad aprirgli la strada verso l’indagine che avrebbe segnato per sempre la sua carriera: quella sul Sacro Lino torinese.
Il confronto con il mistero della Sindone
Nel 1978, quando vennero autorizzate le prime analisi scientifiche sulla Sindone, Baima Bollone fu tra i ricercatori ammessi a prelevare campioni microscopici di fibre. Sui frammenti raccolti affermò di aver identificato sangue umano di gruppo AB, oltre a tracce di aloe e mirra, elementi che — secondo le sue osservazioni — avrebbero collocato il reperto nel I secolo d.C.
Le sue conclusioni, che sostenevano l’autenticità della Sindone, si scontrarono con i risultati delle analisi al carbonio 14, che invece datavano il tessuto all’epoca medievale. Da quel momento, la figura di Baima Bollone divenne centrale nel dibattito sindonologico, attirando consensi e critiche in egual misura.
Negli anni Ottanta, il microscopista Walter McCrone contestò radicalmente le sue analisi, sostenendo che le presunte tracce di sangue fossero in realtà pigmenti e coloranti. Lo scontro tra i due studiosi, e tra i loro gruppi di ricerca, divenne uno dei casi più emblematici della storia della scienza contemporanea, dividendo per decenni la comunità accademica.
Tra scienza e autocritica
Ciò che rese Baima Bollone una figura rispettata anche dai suoi oppositori fu la coerenza metodologica con cui difese le proprie ricerche, unita alla capacità di riconoscere i limiti delle sue stesse ipotesi. Anni dopo, lo studioso ammise che alcune sue prime interpretazioni — come la presenza di monete di Pilato nelle orbite oculari del volto sindonico — non trovavano riscontro nelle fotografie successive. Una dichiarazione che testimoniava il suo rispetto per la verifica e l’onestà intellettuale.
Un intellettuale interdisciplinare
Autore di oltre 160 articoli scientifici e 24 volumi, Baima Bollone affrontò i temi della fede e della scienza con un approccio interdisciplinare. Tra i suoi libri più noti, Alla ricerca dell’uomo della Sindone (1978) e Sindone: storia e scienza (2010), testi che coniugavano anatomia, storia e iconografia.
La sua attività lo rese una voce di riferimento internazionale nel campo della sindonologia. Fu presidente onorario del Centro Internazionale di Sindonologia di Torino, dove continuò a promuovere studi e confronti scientifici fino agli ultimi anni.
Una figura che lascia il segno
Anche di fronte a studi contrari, come quelli più recenti del forense Matteo Borrini — che tramite l’analisi delle tracce ematiche ipotizzò una falsificazione medievale del lino — Baima Bollone non si sottrasse al confronto, difendendo pubblicamente la validità delle proprie analisi.
Con la sua morte, Torino e la comunità scientifica internazionale perdono una delle voci più autorevoli della medicina legale e della ricerca sulla Sindone.
Una figura che ha saputo attraversare i confini tra scienza e spiritualità, mantenendo sempre fede al principio che la verità, anche quando sfugge, merita di essere cercata con metodo e con rispetto.
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