Addio a Ornella Vanoni, icona della canzone italiana che a Genova trovò il suo amore “Senza fine”
- Postato il 22 novembre 2025
- Altre News
- Di Genova24
- 3 Visualizzazioni

Genova. Il mondo della musica italiana piange oggi la scomparsa di Ornella Vanoni, una delle interpreti più iconiche, longeve e amate della storia del nostro paese. La cantante si è spenta a Milano, nella sua abitazione, la sera di venerdì 21 novembre 2025, all’età di 91 anni, a causa di un malore improvviso.
La sua carriera, inizialmente legata al teatro e alle celebri “canzoni della mala” milanesi, ha trovato una svolta decisiva e un’impronta indelebile grazie al suo profondo legame con la Liguria e, in particolare, con la città di Genova. Un rapporto con la nostra città che non fu solo artistico, ma anche sentimentale, tanto da diventare un capitolo fondamentale della sua biografia personale e musicale.
L’amore “Senza fine” con Gino Paoli
Fu proprio a Genova, all’inizio degli anni ’60, che Ornella Vanoni conobbe Gino Paoli, pilastro della nascente Scuola Genovese dei cantautori. La loro fu una storia d’amore intensa, appassionata e turbolenta, che lasciò un segno indelebile in entrambi, regalando alla musica italiana una delle sue gemme più preziose: “Senza fine”
Scritta da Paoli e interpretata magistralmente dalla Vanoni nel 1960, questa canzone è l’inno immortale del loro amore, nato e vissuto a Genova. Il brano, con la sua melodia sospesa e le parole universali, divenne un successo planetario e un tratto distintivo della voce della Vanoni. Il legame con l’ambiente genovese la portò a frequentare assiduamente anche altri grandi artisti come Luigi Tenco, di cui fu amica, e ad abbracciare il repertorio di una generazione che rivoluzionò il cantautorato.
Oltre agli incontri in studio, la Vanoni ha spesso ricordato la Liguria come un luogo di affetti: nella sua vita ha vissuto molti anni a Genova, con o senza Paolo, in una casa nei vicoli del centro storico e in una abitazione a Boccadasse, a due passi dal mare. La sua voce, che sapeva passare dalle sfumature del jazz all’emozione profonda della melodia, divenne la portavoce perfetta di quel senso di malinconia e poesia tipico della Scuola Genovese.