Acquedotto lucano, le mazzette in criptovalute tra le ipotesi emerse dalle indagini
- Postato il 11 novembre 2024
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- Di Quotidiano del Sud
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Il Quotidiano del Sud
Acquedotto lucano, le mazzette in criptovalute tra le ipotesi emerse dalle indagini
Il dirigente di Acquedotto lucano era chiamato dagli imprenditori intercettati con uno strano soprannome, che richiama le criptovalute
POTENZA – Mazzette camuffate da proposte di investimento in criptovalute, rivolta da un dirigente di Acquedotto lucano spa agli imprenditori “amici”.
C’è anche questa tra le ipotesi investigative al vaglio dei pm di Potenza nell’ambito dell’inchiesta per cui in 17 rischiano misure restrittive di vario tipo: 14 imprenditori più 3 funzionari e un dirigente della società che gestisce il servizio idrico integrato in Basilicata. Le intercettazioni hanno svelato il pallio del dirigente in questione, Raffale Pellettieri, per la moneta digitale, Si tratta di alcune intercettazioni effettuate dagli agenti della Squadra mobile di Potenza. Una di queste è citata anche nella richiesta di misure cautelari al vaglio del gip Lucio Setola, e riguarda sente un imprenditore di Viggiano, Antonio Pansardi.
ACQUEDOTTO LUCANO, IL SOPRANNOME CHE RICORDA LE CRIPTOVALUTE
«Stammi a sentire ma bitcoin mica sai se c’è nella zona?» Queste le parole dell’imprenditore che ad aprile del 2023 cercava qualcuno con cui interfacciarsi dopo aver saputo, in anticipo, una brutta notizia per i suoi affari. Vale a dire l’esclusione dell’offerta della sua ditta dalla gara da 44 milioni di euro complessivi per l’assegnazione dei 17 lotti del “servizio di manutenzione, di pronto intervento, migliorie programmate ed urgenti su reti idriche e fognarie”.
Gli inquirenti hanno decriptato senza eccessiva difficoltà quelle parole. «Bitcoin», d’altra parte, sarebbe stato un soprannome utilizzato abitualmente per indicare Pellettieri. «Per via delle sue richieste agli imprenditori di investire in tale moneta economica per il suo tramite».
Chiarimenti su questa strana attività d’intermediazione finanziaria di Pellettieri potrebbero arrivare oggi stesso dagli interrogatori preventivi in programma.
L’IMPRENDITORE ATTESO DI FRONTE AL GIP
Di fronte al gip, infatti, è atteso l’imprenditore potentino Vito Ciminelli, che dovrà difendersi, assistito dall’avvocato Aurelio Pace, dall’accusa di aver corrotto Pellettieri per ottenere una variante su alcuni lavori che stava effettuando per conto di Acquedotto lucano spa a Policoro, e più in generale per conquistare il suo favore.
Come prezzo della corruzione, però, gli investigatori hanno individuato non solo la classica mazzetta, ricostruendone il passaggio di mano durante una breve conversazione in auto. Al riparo da occhi indiscreti. Ma anche un bonifico bancario. L’esatto contrario di quello che ci si aspetterebbe da qualcuno che vuole nascondere un passaggio di denaro, insomma. A meno che la giustificazione non sia, per l’appunto, un’operazione finanziaria dall’apparenza in tutto e per tutto legittima.
Il Quotidiano del Sud.
Acquedotto lucano, le mazzette in criptovalute tra le ipotesi emerse dalle indagini