Accoltellò tre bimbe a Southport, polemiche in Uk sulle mancate occasioni per fermarlo. E sul ruolo di Big Tech nella diffusione di fake news

  • Postato il 24 gennaio 2025
  • Mondo
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 2 Visualizzazioni

Il 29 luglio scorso, a Southport, cittadina del Merseyside, il 17enne Alex Rudakubana è entrato in un centro ricreativo dove si teneva un workshop di yoga e danza a tema Taylor Swift presso il centro ricreativo The Hart Space. Rudakabana ha accoltellato a morte tre bambine, Bebe King (6 anni), Elsie Dot Stancombe (7 anni) e Alice da Silva Aguiar (9 anni), e ha ferito, alcune gravemente, altre nove persone, 7 bambini e due adulti. L’incidente è subito stato rilanciato sui social con false informazioni sull’identità dell’aggressore, identificato come un immigrato e islamista radicale. In poco tempo questa massiccia operazione di disinformazione, sfruttata da gruppi di estrema destra per fomentare tensioni razziali, ha portato ad attacchi contro una moschea locale e a scontri con la polizia.

Nell’ottobre 2024 l’attentatore è stato indagato per terrorismo, dopo il ritrovamento di ricino e di un manuale di al Qaeda nella sua abitazione. Ieri è stato condannato a 52 anni di carcere per omicidio (l’ordinamento giuridico inglese non prevede l’ergastolo per i minorenni) senza l’aggravante di terrorismo, di cui gli inquirenti non hanno trovato sufficienti prove. Il caso continua a mobilitare l’opinione pubblica, perché le violenze sono state la manifestazione di un profondo sentimento anti-immigrati della popolazione, perché l’udienza ha rivelato i dettagli efferati della violenza contro le vittime e perché il coinvolgimento massiccio di social e piattaforme sembrano aver segnato un punto di non ritorno.

Per esempio, le autorità hanno ammesso quanto era stato suggerito online ai tempi del crimine, cioè che ci sono state numerose occasioni mancate per intervenire prima dell’attacco di Southport. Axel Rudakubana aveva avuto diversi contatti con le agenzie statali, inclusi tre riferimenti al programma statale per la prevenzione della violenza, Prevent, ma questi avvertimenti non sono stati gestiti efficacemente. Il suo tentativo di visitare la sua ex scuola prima dell’attacco è stato un altro segnale d’allarme ignorato. L’attacco non è stato inizialmente classificato come terrorismo per la mancanza di una chiara motivazione ideologica, il che potrebbe aver limitato gli strumenti legali disponibili per l’indagine e la prevenzione. Se fosse stato dichiarato un attacco terroristico, ci sarebbero state possibilità di interrogatori più lunghi e raccolta di maggiori prove. Il primo ministro Keir Starmer è stato costretto ad annunciare l’avvio di una inchiesta su quanto è andato storto, ma nel Paese, da qualche tempo molto sensibile all’impatto delle piattaforme di Big Tech sulla società e sulla democrazia anche a causa della reazione alle interferenze politiche di Elon Musk, ora è aperto il dibattito sulla responsabilità delle piattaforme e sulla necessità di regolamentarle in modo più efficace di quanto sia faccia ora.

Le piattaforme hanno avuto un ruolo cruciale nella diffusione della disinformazione che ha portato a episodi di grave violenza ‘reale’: in particolare X ha veicolato falsità sull’identità dell’attentatore, alimentando rivolte guidate da narrazioni dell’estrema destra. I cambiamenti nelle politiche di moderazione dei contenuti sotto la nuova leadership, incluso il ridimensionamento dello staff di moderazione, sono stati criticati per aver favorito questa diffusione. I social media hanno anche facilitato l’organizzazione pratica di proteste violente contro le comunità musulmane locali, con piattaforme, incluso Telegram, utilizzate per diffondere inviti alle manifestazioni.

Anche Amazon è stata direttamente coinvolta, poiché il coltello utilizzato nell’attacco è stato acquistato sul sito: in risposta agli interrogativi sulla regolamentazione delle vendite online di articoli potenzialmente pericolosi, la società ha avviato una inchiesta interna. Nell’attesa che si trovi un equilibrio nel rapporto fra democrazia e pervasività di Big Tech nella società, registriamo un fenomeno sinistro e non moderato: la crescente invocazione, almeno nello spazio non regolato dei social, della pena di morte per Axel Rudakubana.

L'articolo Accoltellò tre bimbe a Southport, polemiche in Uk sulle mancate occasioni per fermarlo. E sul ruolo di Big Tech nella diffusione di fake news proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti