Accise sul tabacco: l’UE torna alla carica con una proposta che fa discutere
- Postato il 3 dicembre 2025
- Di Panorama
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Il tema delle accise sul tabacco torna al centro del dibattito europeo. Il 4 dicembre, il Working Party on Tax Questions esaminerà una nuova proposta avanzata dalla Presidenza danese per la revisione della Direttiva TED. Un testo che, secondo molti addetti ai lavori, non solo non risolve le criticità già evidenziate nei mesi scorsi, ma introduce misure ancora più rigide e onerose.
Le prime bozze: aumenti senza precedenti
Le proposte iniziali della Commissione avevano già sollevato forti polemiche per gli incrementi fiscali previsti: +139% sulle sigarette, +258% sul tabacco trinciato e oltre +1.000% sui sigari. Stime comunitarie indicavano rincari medi dei prezzi al consumo di circa il 20%, con un impatto sull’inflazione di mezzo punto percentuale. Non sorprende che la consultazione pubblica si sia chiusa con un risultato netto: il 92% dei partecipanti ha espresso parere contrario, citando rischi per l’occupazione, penalizzazione delle alternative meno dannose e crescita del contrabbando.
La nuova proposta danese: rincari ancora più pesanti
Il testo presentato dalla Presidenza danese prevede invece ulteriori aumenti. Per il tabacco riscaldato, la tassazione crescerebbe del +132% rispetto alla proposta iniziale, con un impatto stimato sui prezzi di circa +2 euro per confezione. Inoltre, i prodotti senza combustione verrebbero tassati più di alcune tipologie di tabacco da fumo tradizionali, mentre per le bustine di nicotina si ipotizzano incrementi fino al 1.000%. Una scelta che solleva interrogativi sulla coerenza con gli obiettivi di salute pubblica.
Italia in prima linea: una filiera da 100.000 persone
L’Italia è tra i principali esportatori al mondo di prodotti innovativi alternativi alle sigarette, come tabacco riscaldato e bustine di nicotina. Una filiera che coinvolge oltre 100.000 persone, tra agricoltori, imprese manifatturiere, logistica e rivenditori, e che negli ultimi anni ha investito ingenti risorse in innovazione. Gli esperti avvertono: misure di questo tipo rischiano di mettere in ginocchio un comparto strategico per l’economia nazionale e di favorire il mercato illecito, già in crescita in Europa.
Prossime tappe
Il confronto tra Stati membri sarà decisivo. Se il testo dovesse essere confermato, il dibattito si sposterà in sede ECOFIN, con un iter legislativo che potrebbe protrarsi nel 2026.