Acapulco, 12 omicidi in 24 ore: così si presenta la perla del turismo messicano nell’era dei narcos
- Postato il 2 agosto 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Dodici omicidi in 24 ore. Corpi decapitati. Sparatorie. Una sequenza di delitti che sembra fatta apposta per rompere le uova nel paniere a Aida Pérez, direttrice dell’Acapulco Tourism Promotion Trust; pochi giorni prima, il 29 luglio, durante un’intervista rilasciata ai reporter della Federazione Iberoamericana dei Giornalisti del Turismo (FIPETUR), la funzionaria raccontava come il porto di Acapulco fosse in una fase di “rafforzamento per il turismo nazionale e internazionale. Stiamo lavorando duramente per offrire un’esperienza unica che combini la sua storia, la sua cultura e le sue bellezze naturali”.
Insomma, l’idea sarebbe quella di tornare ai tempi d’oro, quando negli anni ’60 Elvis Presley girava Fun in Acapulco (in Italia l’Idolo di Acapulco), una commedia musicale con Ursula Andress. Appaiono però diversi i piani delle due organizzazioni che si contendono proprio Acapulco e il suo porto: Los Rusos e il CJNG (il Cartello di nuova generazione di Jalisco). Micidiale la sequenza di uccisioni nell’ultima settimana con corpi senza vita lasciati dentro un taxi collettivo, due vittime decapitate e quattro ammazzati abbandonati dentro una chiesa. Tutto questo, nonostante siano stati schierati 6.000 soldati dal 18 luglio, proprio per cercare di garantire un’estate più sicura a turisti ed abitanti della città.
I gruppi di fuoco hanno anche assaltato tre strutture governative e posti di comando della polizia che risponde direttamente alla Procura generale dello Stato (Fge). Gli investigatori riconducono questa ondata di violenza alla contrapposizione tra due clan. I Los Rusos, secondo il rapporto intitolato “Panorama del narcotraffico nel Settore V” elaborato dalla 27esima Zona Militare di Acapulco (ex Sedena) rappresentano gli scissionisti della famiglia Beltrán Leyva, il cartello fondato da quattro fratelli nel 2008, di cui ha parlato in forma di sceneggiatura anche la terza serie di Narcos (Netflix). I Los Rusos si occupano di estorsioni, rapimenti, spaccio di droga e riciclaggio di denaro. Il primo scontro in grande stile i Los Rusos lo hanno avuto con il cartello indipendente di Acapulco (CIDA), conosciuto anche come Cartelo de la plata, dissolto nel 2019.
Oggi, il nemico più agguerrito dei Los Rusos è il Cartello di nuova generazione di Jalisco, una organizzazione che secondo la Dea ha ormai superato in fama ed efferatezza il clan del Chapo. A capo del Jalisco c’è Nemesio Oseguera Cervantes, detto “El Mencho”: si può dire che attualmente sia il ricercato numero uno e gli Stati Uniti offrono 10 milioni di dollari per avere informazioni che portino alla sua cattura. Lo scorso marzo è stato arrestato il fratello del Mencho, Abraham, detto Don Rodo; stranamente, gli americani non ne hanno ancora chiesto l’estradizione.
Che la partita sullo Stato di Guerrero sia una delle più pericolose tra lo Stato Messicano e i narcos lo dimostra il sequestro avvenuto alla fine del 2024 a 450 miglia nautiche da Acapulco: il ministero della Marina con i suoi corpi speciali ha messo le mani su un carico di 1,7 tonnellate di cocaina per un valore di 22 miliardi di dollari. Insomma, la sfida è aperta, ma l’Acapulco di Elvis con la sua hit Bossa Nova Baby resta un ricordo: più che melodie, sulla riviera si sentono “assoli” di mitra.
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