Abuso d’ufficio, l’autogol di Renzi: ora il Csm archivia la pratica contro i pm di Firenze. “Il reato non c’è più” (anche grazie ai suoi voti)
- Postato il 31 gennaio 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Ha denunciato gli odiati magistrati per lo stesso reato che poi ha contribuito a far abolire. E così ora Matteo Renzi vede fallire un altro fronte della sua offensiva contro i pm di Firenze: all’ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio superiore della magistratura c’è la proposta di archiviazione della pratica nata dalle denunce del leader di Italia viva contro l’ex procuratore Giuseppe Creazzo, l’ex procuratore aggiunto Luca Turco e il sostituto Antonino Nastasi, titolari del procedimento sulla fondazione Open da cui Renzi è uscito prosciolto (insieme a tutto il suo “Giglio magico”) già in udienza preliminare. Nel 2022 l’ex premier si era rivolto con due diversi esposti alla Procura di Genova (competente su ipotesi di reato a carico di magistrati in servizio in Toscana) chiedendo di indagare per abuso d’ufficio i suoi accusatori, in quanto, sosteneva, avevano violato la legge allo scopo di danneggiarlo: prima sequestrando sue chat e mail su dispositivi di terzi senza chiedere l’autorizzazione del Senato, poi inviando al Copasir (il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) documenti sui suoi rapporti con il regime saudita di Mohammed bin Salman, nonostante la Cassazione avesse ordinato di distruggerli. Entrambi i procedimenti sono stati archiviati su richiesta degli stessi pm genovesi, in quanto non sussisteva né l’elemento materiale del reato, cioè la violazione di legge, né quello psicologico, cioè la volontà di danneggiare il senatore.
Le denunce hanno portato automaticamente all’apertura di una pratica al Csm, assegnata alla Prima Commissione, competente a valutare eventuali profili di incompatibilità ambientale a carico dei tre pm. Nel frattempo però è intervenuto un fatto nuovo: il reato di abuso d’ufficio, per cui Renzi aveva denunciato i magistrati, è stato cancellato dal codice penale ad opera della legge Nordio, approvata in via definitiva lo scorso luglio ed entrata in vigore il 25 agosto. E a votare per quella legge in Parlamento, insieme alla maggioranza di centrodestra, è stato anche lo stesso Renzi con tutti i suoi deputati e senatori. Paradossalmente, quindi, l’ex premier ha contribuito a salvare per il futuro i responsabili delle stesse condotte illecite che attribuiva ai pm fiorentini. E ha tagliato le gambe anche ai potenziali effetti della sua stessa denuncia: la Prima Commissione infatti non ha potuto che prendere atto della novità legislativa e proporre al plenum (l’organo al completo) l’archiviazione della pratica nei confronti di Nastasi, unico dei tre magistrati ancora in servizio a Firenze (Turco è appena andato in pensione, mentre Creazzo si è trasferito da qualche anno a Reggio Calabria). “Con riguardo alla posizione del dottor Antonino Nastasi, il Consiglio propone l’archiviazione non essendovi provvedimenti di competenza da adottare, a seguito dell’intervenuta abrogazione del reato di cui all’articolo 323 del codice penale ai sensi della legge numero 114 del 2024, non emergendo peraltro ulteriori profili di competenza del Consiglio”, si legge nella proposta redatta da Tullio Morello, presidente della Prima Commissione e consigliere togato della corrente progressista di Area. Quasi sicuramente la proposta di archiviazione verrà ratificata dal plenum, anche se non è escluso che i consiglieri laici di centrodestra chiedano ulteriori approfondimenti, come accade spesso sulle pratiche contro i magistrati politicamente sgraditi.
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