Abusò di 299 minori, al via il processo al chirurgo pedofilo

  • Postato il 11 febbraio 2025
  • Di Agi.it
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Abusò di 299 minori, al via il processo al chirurgo pedofilo

AGI - In Francia c'è grande attesa per l'apertura del processo già definito storico, a carico di un chirurgo pedofilo, il 73enne Joel Le Scouarnec, accusato di stupro e aggressione sessuale di 299 pazienti, dal 1989 al 2014, mentre erano sedati. Tra quesi 158 sono maschi e 141 femmine; un totale di 256 avevano meno di 15 anni quando sono stati aggrediti o stuprati e l'età media era di 11 anni. Ci sono voluti due anni per organizzare il processo che il 24 febbraio si aprirà a Vannes (Morbihan, ovest) e durerà quattro mesi, per fare luce e giustizia sul più grande caso di pedofilia nella storia di Francia.

 

In realtà a essere sotto accusa non è solo Le Scouarnec, chirurgo specializzato in apparato digerente che operava negli ospedali pubblici e privati in Bretagna e nell'ovest francese: la lunga indagine ha rivelato che "è la presunta omertà della direzione sanitaria e della sua famiglia, sin dagli anni '80, che gli ha permesso di portare avanti i suoi abusi per molti anni". In effetti, già nel 2004 Le Scouarnec era stato segnalato alle autorità francesi dall'FBI per aver visualizzato immagini di abusi su minori sul dark web. Un reato per il quale è stato condannato a quattro mesi di reclusione con sospensione condizionale della pena nel 2005, ma non gli è mai stato impedito di lavorare con i bambini né è stato obbligato a seguire un trattamento medico o psicologico.

 

Indisturbato, ha continuato a ottenere lavori prestigiosi negli ospedali francesi poiché i pubblici ministeri non hanno mai condiviso le informazioni pericolose riguardanti il medico con le autorità mediche delle strutture in cui esercitava. Peggio ancora, nel 2006 un suo collega venuto a conoscenza dell'imbarazzante vicenda sui media ha avvisato l'associazione di categoria regionale, ma i colleghi di Le Scouarnec non hanno votato a favore della sua radiazione dell'ordine, valutando che "non aveva infranto il codice deontologico medico". L'uomo, già sposato e padre di tre figli, aveva allora raccontato di attraversare una crisi matrimoniale e di un consultazione saltuaria di immagini di abusi su minori.

 

Le Scouarnec è stato arrestato qualche anno dopo, nel 2017, perché denunciato per aver violentato le sue nipoti, ora trentenni, una bambina di sei anni e un giovane paziente. Nel 2020 è stato condannato a 15 anni di carcere. Dopo il suo arresto, la polizia ha perquisito la sua casa e ha trovato bambole gonfiabili delle dimensioni di bambini, più di 300 mila immagini di abusi su minori e migliaia di pagine di diari meticolosamente compilati in cui ha registrato le aggressioni commesse sui suoi giovani pazienti nell'arco di 25 anni. I diari sono una delle provi più schiaccianti a suo carico, che verranno spulciati nel corso del processo nel quale deve rispondere di più di 100 accuse di stupro e più di 150 di aggressione sessuale. Da un lato Le Scouarnec ha negato di aver molestato o stuprato bambini, affermando che i suoi diari descrivevano solo le sue "fantasie". Tuttavia, in diverse altre occasioni ha scritto e riconosciuto che "sono un pedofilo". 

 

Alcuni dei suoi ex pazienti, ora adulti, hanno affermato di ricordare che il chirurgo li toccava con il pretesto di una visita medica, a volte anche in presenza dei loro genitori o di altri medici. Ma poiché molte delle sue presunte vittime erano sotto l'effetto di anestetici quando le aggressioni si sarebbero verificate, non avevano alcun ricordo degli eventi e sono rimaste scioccate quando la polizia le ha contattate, chiamandole per nome e riferendo le descrizioni vivide degli abusi minuziosamente descritti nei diari di Le Scouarnec.

 

Secondo il quotidiano francese Le Monde, che cita l'ordinanza del tribunale contro l'ex chirurgo, Le Scouarnec si sentiva "onnipotente" e gli piaceva la sensazione di "flirtare con il pericolo" attraverso "trasgressioni calcolate". Alcune delle presunte vittime hanno affermato che le sconvolgenti rivelazioni le hanno aiutate a dare un senso ai sintomi inspiegabili del trauma che le avevano tormentate per tutta la vita. L'avvocato Francesca Satta, che rappresenta diverse presunte vittime, ha dichiarato alla BBC che tra i suoi clienti ci sono anche "le famiglie di due uomini che hanno ricordato e hanno finito per togliersi la vita".

 

Le Scouarnec, professionista della salute e amante dell'opera e della letteratura, era da tempo l'orgoglio della sua famiglia della piccola borghesia di provincia. Per molti anni è stato un medico stimato in una piccola città, il che probabilmente gli ha garantito una notevole protezione sul posto di lavoro. "Un grave malfunzionamento ha permesso a Le Scouarnec di commettere i suoi atti", ha detto alla BBC l'avvocato Frederic Benoist. Benoist rappresenta l'associazione per la tutela dei minori 'La Voix de l'Enfant', che sta facendo pressioni per evidenziare quelli che definisce i "cruciali errori istituzionali e giudiziari" che hanno permesso a Le Scouarnec di continuare ad abusare di bambini per decenni.

 

"Numerose vittime erano in sala operatoria dell'ospedale, sotto anestesia, in convalescenza dopo un intervento chirurgico, spesso di apendicite, in uno stato di sedazione o addormentate, il che significava che quelle vittime non erano in grado di rendersi conto di ciò che era stato fatto loro", ha dichiarato Stephane Kellenberger, il procuratore della Repubblica di Lorient. Nel dare l'annuncio dell'apertura del processo, il 24 febbraio, il procuratore ha detto che Le Scouarnec aveva accettato alcune delle accuse contro di lui. "Ha spiegato il suo modus operandi, la sua determinazione ad agire in questo modo e le sue strategie di dissimulazione in modo da non rischiare di essere scoperto", ha riferito Kellenberger. Sebbene molte persone coinvolte nel caso non ricordino nulla di quanto accaduto, sono comunque delle vittime: per Satta, l'ex chirurgo ha goduto per troppo tempo "dell'impunità del silenzio". Il processo sarà un'opportunità per le vittime di esprimersi, ha valutato Benoist, auspicando pertanto "che non si svolga a porte chiuse". Questa volta l'imputato rischia una pena massima di 20 anni.

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Agi.it

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