Abusi dell’IA e foto senza veli. La giornalista lucana Barra denuncia: «Non sono io»

  • Postato il 28 ottobre 2025
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Abusi dell’IA e foto senza veli. La giornalista lucana Barra denuncia: «Non sono io»

La giornalista lucana, di Policoro, Francesca Barra, scopre su un sito sue foto senza veli, generate in toto con l’uso dell’intelligenza artificiale. Tra le altre vittime lucane del sito sessista anche Arisa e Angelina Mango


Ci sono tre lucane finite loro malgrado nelle more dell’ultima frontiera dell’abuso digitale, che usa l’intelligenza artificiale per spogliare le donne e diffondere le immagini. La denuncia è arrivata ieri, lunedì 27 ottobre, da Francesca Barra, giornalista e scrittrice originaria di Policoro, che si è imbattuta in sue foto senza veli generate con l’Ai.

LA GIORNALISTA LUCANA E LE ALTRE DONNE APPARSE IN FOTO SENZA VELI

Con Barra, nella lista delle donne apparse sul forum del falso digitale, anche altre due star lucane, le cantanti Angelina Mango e Arisa, insieme ad un lungo filare di volti noti (da Chiara Ferragni a Benedetta Parodi, da Caterina Balivo a Diletta Leotta, da Selvaggia Lucarelli a Maria Elena Boschi e molte altre, fino addirittura a Sophia Loren). Quarantasei pagine che grondano (o grondavano, visto che ieri sera, lunedì 27 ottobre, la sezione del sito non era più consultabile) scatti inseriti nel contesto di studi televisivi o in vacanza, e dove le ignare protagoniste – grazie appunto all’intervento dell’intelligenza artificiale – appaiono senza veli.

IMMAGINI FALSE CREATE CON L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE, COMMENTI VERI

Se le immagini sono completamente false, sono però veri i commenti. «Ho scoperto ieri che su un sito per adulti circolano immagini di me nuda, generate con l’intelligenza artificiale. Non sono io – ha scritto Francesca Barra sui suoi social, sollevando grandi così interrogativi su etica, privacy e regolamentazione della rete – ma qualcuno ha deciso di costruire quella menzogna per ottenere attenzione e insinuare il dubbio che potessi essermi mostrata in quel modo negli ambienti in cui lavoro o ho lavorato: in Mediaset e con Piero Chiambretti. Ho pensato ai miei figli – ha proseguito Barra – e ho provato imbarazzo e paura per ciò che avrebbero potuto sentire o leggere, se quelle immagini fossero finite nelle mani sbagliate».

IMMAGINI SENZA VELI, ABUSI DELL’IA E PRIVACY

Certo è che dopo lo sgomento e la chiusura di forum come Phica di gruppi Facebook come “Mia moglie”, in cui venivano pubblicate le foto di donne totalmente inconsapevoli, l’abuso trova vie più subdole come quella del cosiddetto deepfake. Il forum su cui ha acceso i riflettori Francesca Barra – avvisata da un suo follower delle presenza delle foto- si chiama Socialmediagirls: sul portale c’è la categoria “Ai undress anybody” e la sezione dedicata agli “Italian nude vips”. È qui che l’intelligenza artificiale manifesta il suo lato oscuro perché ogni immagine di nudo creata da potenti algoritmi normalizza la disponibilità del corpo femminile.

BARRA: «NON È ARTE, NON È UNA SCELTA PERSONALE»

«Non è arte non è una scelta personale – ha continuato la giornalista lucana nel suo post su Instagram – quindi ovviamente creata per suscitare morbosità pericolose perché basate sull’alterazione della realtà senza consenso della diretta interessata. E ho pensato alle figlie e ai figli di tutti, alle ragazze che subiscono la stessa violenza digitale e che forse non hanno i miei stessi strumenti per difendersi o la mia forza per reagire. È una violenza e un abuso che marchia la dignità, la reputazione, la fiducia». E poi: «Le tecnologie dovrebbero essere strumenti di progresso, non di sopraffazione. E invece, troppo spesso, diventano armi: di manipolazione, di vergogna, di distruzione dell’identità. Chi crea, diffonde o ospita questo materiale commette un reato, ma troppo spesso le leggi, la rete e le piattaforme arrivano dopo».

IL CASO CLOTHOFF

Il caso di Francesca Barra cade a poche settimane dallo stop del Garante ai dati degli italiani a “Clothoff”, un’app che crea immagini di nudo molto realistiche partendo da foto di persone vestite. L’Authority in questo caso è intervenuta perché il sito a suo giudizio non verificava il consenso delle persone ritratte e nemmeno segnalava il carattere artificiale delle immagini. Per quanto riguarda invece i siti che diffondono queste immagini, l’unica arma che si ha è denunciare.

FOTO SENZA VELI, LA DENUNCIA IN PROCURA DELLA GIORNALISTA LUCANA BARRA

E Barra lo ha fatto, depositando la denuncia in Procura. «Questa non è solo la mia storia, ma il preludio di un pericolo che riguarda tutti.
Nessuna donna, nessuna ragazza dovrebbe trovarsi di fronte a un corpo inventato e sentirsi ferita due volte: nell’immagine e con l’impunità», ha concluso la giornalista lucana. Il sito sessista in questione esiste da 11 anni ed ha oltre sette milioni di follower. Sul caso indaga adesso la Polizia postale.

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