Abruzzo, la Regione taglia i fondi per la tutela delle aree protette. “Ma intanto aumenta quelli per il ritiro del Napoli”

  • Postato il 16 luglio 2025
  • Ambiente
  • Di Il Fatto Quotidiano
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La riserva di Punta Aderci nel Chietino e le Gole di san Venanzio nell’Aquilano, la Pineta dannunziana nel pescarese e il Borsacchio nel teramano. E poi tutte le altre. Per le 25 riserve naturali abruzzesi il futuro si prospetta difficile: i fondi per la loro tutela rischiano di farsi più esigui rispetto al 2024, come annunciato già a febbraio da una comunicazione inviata dalla Regione ai Comuni che le gestiscono. Un taglio che costringerà a una riduzione generalizzata dei servizi e potrebbe decretare la chiusura di alcune aree protette, come è già successo all’Oasi Wwf riserva naturale controllata Lago di Serranella. “A febbraio era previsto un taglio del 22% che ora è diventato del 32%. Dal milione e 440mila euro del 2024 passeremo a 979mila euro nel 2025″, denuncia al fattoquotidiano.it Massimo Tiberini, sindaco di Casoli (Chieti), che il 10 luglio ha partecipato alla seduta della Commissione di Vigilanza del Consiglio regionale insieme ai primi cittadini degli altri comuni interessati, ai delegati delle riserve e ai rappresentanti delle associazioni ambientaliste. “In aggiunta”, spiega “non abbiano certezze nemmeno sull’erogazione dei fondi. Finora siamo stati costretti ad anticipare le somme necessarie alle necessità improcrastinabili”.

I gestori delle riserve chiedono innanzitutto che il governo regionale ripristini almeno il finanziamento erogato nel 2024. Ma anche “la comunicazione urgente ed ufficiale dell’entità e delle tempistiche delle risorse per l’anno 2025, riconoscendo che il lavoro quotidiano svolto nelle riserve è un servizio pubblico essenziale, al pari di altri presidi territoriali”. Altre richieste: “L’avvio di un tavolo permanente di coordinamento; l’incremento dei finanziamenti per il triennio 2026-2028; la definizione di un modello di finanziamento stabile e programmato e l’approvazione della riforma che chiarisca gli stanziamenti di bilancio e le modalità di assegnazione”. Agli inizi di luglio queste istanze sono state trasfuse in una petizione diffusa sulla piattaforma Change.org (qui per firmare), a cui si è aggiunto un documento delle associazioni Ambiente è/e Vita, Legambiente e Wwf Abruzzo. “Le riserve naturali regionali rappresentano un patrimonio unico per la regione verde d’Europa, tutelano habitat di pregio e specie rare, educano cittadini e turisti alla sostenibilità, creano occupazione e sviluppo locale. Eppure si continua a colpirle con tagli trasversali”, denunciano le sigle. “Da un lato”, aggiungono, “si promuove l’Abruzzo come terra del turismo lento e immerso nella natura, dall’altro si lasciano le strutture senza risorse adeguate. È un paradosso che rischia di far chiudere riserve, ridurre il personale e compromettere il futuro di questi luoghi”.

In particolare, le associazioni chiedono che le aree protette siano escluse da riduzioni “indiscriminate” e la Regione concentri i tagli su altri capitoli di spesa, più onerosi e meno strategici. Un esempio è il ritiro precampionato del Napoli, confermato per il sesto anno consecutivo a Castel di Sangro (L’Aquila): per l’appuntamento la Regione ha stanziato nel 2025 un milione e 793.792 euro, contro il milione e 220mila dello scorso anno. “Premetto che sono tifoso del Napoli, ma alla Regione dico che basterebbe dare qualcosa in meno per il ritiro e rifinanziare le riserve regionali naturali, che con questi ulteriori tagli rischiano di chiudere i battenti, pur dando lavoro a centinaia di persone”, afferma Andrea Natale, direttore dell’Oasi Wwf Lago di Serranella, costretta a chiudere il 30 giugno scorso. “Io comprendo che oggettivamente la Regione attraversa un periodo di crisi finanziaria, a causa del deficit della sanità, però non vengano a dire a noi che occorre tirare la cinghia, visto che siamo già abbondantemente sottofinanziati. L’allocazione delle risorse pubbliche è infatti una scelta politica. Ho fatto l’esempio del ritiro del Napoli calcio, ma potrei citare il Cartoon on the bay di Pescara“, un festival dell’animazione televisiva, “che ottiene poco meno di quello che prendono tutte e 25 le riserve messe in insieme in un anno, o ai 300mila euro dati alle associazioni venatorie”.

C’è ancora la possibilità di intervenire. Ma intanto resta lo stato d’emergenza, al quale diventa sempre più difficile resistere. “Anche nella riserva del lago di Serranella i tagli sono stati progressivi nel tempo, e di pari passo il personale è diminuito, eravamo rimasti in sette”, spiega il direttore Natale. “Il fabbisogno minimo per le tante attività svolte è stato stimato in 150mila euro, ma fino all’anno scorso ne ricevevamo 54mila, ora siamo scesi a 42mila e c’è il rischio che ci sarà un ulteriore taglio, necessario pare a finanziare la Saga, la società che gestisce l’aeroporto dei Parchi, e arriveremo ad appena 38mila euro l’anno. Per questo motivo siamo stati costretti a chiudere”. Il taglio deciso dalla giunta ora mette a rischio l’intero sistema delle Riserve naturali regionali: “Le dieci che ricevevano un contributo lordo annuale di 36.144 euro nel 2025, ne riceveranno solo 28.187,36 lordi. Decurtata l’Iva, ne restano soli 23.104,39 per sostenere tutte le attività previste”, ha dichiarato a febbraio Lorenzo Berardinetti, presidente dell’Unione nazionale Comuni Comunità Enti montani Abruzzo. E pensare che, come ricorda il direttore Natale a ilfattoquotidiano.it, “nel 2011 i fondi regionali ammontavano a due milioni e 880mila euro!”. Con queste cifre pensare di sostenere le spese per il personale, monitorare i sentieri, fornire assistenza all’utenza e realizzare i censimenti faunistici non è obiettivamente possibile. Nel corso della Commissione Vigilanza, l’assessore all’Agricoltura Emanuele Imprudente ha espresso disponibilità a valutare correttivi da inserire nella prossima manovra di assestamento di bilancio.

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Il Fatto Quotidiano

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