Abou Ali, la tripletta storica del bomber palestinese e quella esultanza da fumetto per ricordare la resistenza del suo popolo
- Postato il 24 giugno 2025
- Calcio
- Di Il Fatto Quotidiano
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Una notte che ha risvegliato sentimenti di speranza e orgoglio non solo da un punto di vista sportivo, ma anche umano e politico. Al Mondiale per Club in corso negli Stati Uniti, la Palestina si è presa la scena grazie alle gesta di Wessam Abou Ali. L’attaccante dell’Al Ahly, formazione egiziana, ha messo a segno una formidabile tripletta nel pazzesco pareggio per 4-4 con il favoritissimo Porto al MetLife Stadium nel New Jersey. Purtroppo per lui, la sua strepitosa prestazione non è bastata per far superare la fase a gironi all’Al Ahly. In virtù di questo pareggio, infatti, sia gli egiziani che i portoghesi sono stati eliminati dalla competizione. Nessun’impresa storica compiuta dunque, o almeno solo in parte. Già, perché non esiste alcun calciatore che sia stato in grado di realizzare quanto fatto da Abou Ali in un torneo intercontinentale per club: una tripletta “perfetta”.
Al 15esimo minuto di gioco, il numero 9 dell’Al Ahly ha sbloccato il match con un sinistro chirurgico indirizzato sul secondo palo. Al 47esimo, nei minuti di recupero del primo tempo, ha spiazzato Claudio Ramos con un destro rasoterra incrociato su calcio di rigore, permettendo agli egiziani di portarsi sul momentaneo 2-1. Infine, al 51esimo minuto di gioco, con un colpo di testa imperioso ha fatto sì che l’Al Ahly tornasse in vantaggio, mettendo ancora una volta il proprio timbro sul gol in questo caso del momentaneo 3-2. Ricapitolando, Abou Ali ha realizzato un gol di sinistro, di destro e di testa: nessuno nella storia delle competizioni intercontinentali per club ci era mai riuscito. Ma non è tutto. Il palestinese è diventato anche il secondo giocatore di nazionalità extraeuropea a segnare tre gol contro una squadra del Vecchio Continente in una competizione ufficiale indossando la maglia di una formazione non europea. Il primo è stato nientemeno che Pelé, autore di una tripletta contro il Benfica nella gara di ritorno della finale intercontinentale del 1962. Come anticipato però, il match si è concluso 4-4. Un pareggio che ha condannato entrambe le formazioni all’eliminazione prematura dal Mondiale per Club: “Sono molto dispiaciuto. Penso che avremmo potuto segnare altri cinque o sei gol e vincere la partita. Abbiamo avuto delle occasioni, ma non siamo stati molto precisi sotto porta e non abbiamo certo difeso bene”, ha detto lo stesso Abou Ali ai microfoni di DAZN dopo la partita mentre stringeva tra le mani il premio di migliore in campo.
Prima di uscire dal terreno di gioco si è anche rivolto verso i suoi tifosi con le mani congiunte chiedendo più volte loro scusa per l’eliminazione. Ma dopo quanto mostrato in campo, Abou Ali si è conquistato il diritto di camminare a testa alta. “Personalmente, però, sono contento di essere riuscito a segnare e di aver fatto una buona prestazione”. E come dargli torto. Avrebbe voluto con tutto se stesso trasferire una piccola parte della sua gioia a tutto il popolo palestinese vittima delle atrocità israeliane. A modo suo, ci ha anche provato: dopo i gol ha esultato con le dita incrociate. No, Abou Ali non stava ricordando al pubblico del MetLife Stadium quante reti avesse messo a segno, ma stava replicando il gesto di Handala. Si tratta di un personaggio dei fumetti ben noto in Palestina, creato dal vignettista Naji-al-Ali: un bambino di 10 anni con capelli ispidi, piedi nudi e toppe sui vestiti. Nessuno ha mai visto il suo vero volto, il suo sguardo è infatti perennemente rivolto alla tragedia palestinese, alla sua gente che ancora resiste nonostante tutto: si girerà solo quando il conflitto avrà fine. All’interno delle sue storie emergono temi come la speranza, la resistenza e il riscatto del popolo palestinese. Tutto quello che, in una notte, ha provato a regalare Abou Ali alla sua gente.
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