Abderrahmane Amajou, attivista torinese e presidente di ActionAid, detenuto in Israele: appelli per la sua liberazione

  • Postato il 4 ottobre 2025
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TORINO – È detenuto in Israele Abderrahmane Amajou, 39 anni, torinese, presidente di ActionAid Italia e da sempre impegnato nel campo dei diritti umani e della cooperazione internazionale. L’attivista si trovava a bordo della Global Sumud Flotilla, la missione civile internazionale partita con l’obiettivo di portare aiuti simbolici verso Gaza, e fa parte del gruppo di 15 italiani che si trovano ancora in stato di fermo nel carcere di Ketziot, nel deserto del Negev.

Amajou ha rifiutato di firmare l’espulsione volontaria, che implica il riconoscimento dell’ingresso illegale nel Paese, motivo per cui dovrà attendere l’espulsione giudiziaria, come gli altri attivisti che hanno fatto la stessa scelta.

La sua detenzione ha suscitato una forte reazione da parte della città di Torino. Il sindaco Stefano Lo Russo, in una nota ufficiale, ha espresso vicinanza alla famiglia e ha chiesto il rilascio immediato di Amajou e di tutti gli attivisti fermati, sottolineando l’importanza del rispetto dei diritti umani. Lo Russo ha ricordato il lungo impegno dell’attivista per il dialogo e la cooperazione, attraverso il suo lavoro con Codiasco Piemonte, Slow Food e l’Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo.

Anche a Bra, città d’origine di Amajou, si è tenuto un presidio di solidarietà in via Cavour, promosso dalla Rete cuneese per la Palestina. All’iniziativa hanno preso parte attivisti, studenti, rappresentanti delle istituzioni locali e il fratello del presidente di ActionAid, insieme al presidente della consulta giovanile braidese.

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