A Vibo Valentia si attende un’ambulanza in media per 35 minuti: a Trieste arriva in 12. I dati del report di Agenas
- Postato il 27 novembre 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
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A Vibo Valentia trascorrono in media 35 minuti tra la chiamata al 118 e l’arrivo dell’ambulanza. Un tempo d’attesa troppo lungo per delle richieste di emergenza, tenendo conto che il target nazionale nelle linee guida è di 18 minuti. Ma quasi un’azienda sanitaria su due ha tempi di attesa superiori ai 20 minuti. Che la sanità pubblica italiana presenti delle rilevanti discrepanze tra le Regioni – in particolare tra Sud e Nord – è noto. E questo riguarda anche l’attesa di un’ambulanza. A Trieste ad esempio passano in media solo 12 minuti tra la chiamata e l’arrivo del mezzo di soccorso. Sono alcuni dati che emergono dall’ultimo report sulle performance di Asl e ospedali stilato da Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Il quadro che ne viene fuori dal rapporto – anticipato da Repubblica e La Stampa – evidenzia un miglioramento degli screening, ma tempi di attesa per interventi e Pronto soccorso che restano critici.
L’attesa di un’ambulanza
In Italia 41 aziende sanitarie su 110 i tempi di attesa medi per l’arrivo di un’ambulanza superano i 20 minuti. In fondo alla classifica c’è proprio l’Asl di Vibo Valentia con il suo primato negativo di 35 minuti. Poco sotto, con mezz’ora di attesa, ci sono le altre aziende sanitarie calabre di Reggio Calabria e Catanzaro. Non va meglio nelle isole: in Sardegna, a Oristano, l’attesa media di un’ambulanza è di 26 minuti, in Sicilia a Messina è di 25. Ma non va meglio nella Capitale dove i tempi sono sopra i 20 minuti: 24 all’Asl di Roma 5, 22 minuti a Roma 6. I dati peggiori sono quelli delle Aziende sanitarie più piccole. Dal report emerge che l’Asl con i tempi di attesa delle ambulanze più bassi è quella Giuliano Isontina (Trieste e Gorizia) con 12: seguono poi Piacenza, Chiavari, Reggio Emilia, Parma, Genova, con 13 minuti.
Le attese al Pronto soccorso
Non solo ambulanze. Gli ospedali italiani continuano a mostrare criticità sull’accessibilità, con tempi di attesa e permanenze in Pronto soccorso ancora distanti dagli standard. La percentuale di accessi con permanenza oltre le 8 ore conferma una sofferenza in particolare per il Policlinico di Tor Vergata di Roma: qui riguarda il 25,1%, cioè un paziente su 4. Al Sant’Andrea sempre a Roma è del 23,6% mentre all’Aou di Cagliari attende più di 8 ore in Pronto soccorso il 23% dei pazienti. Totalmente distanti i dati di altri ospedali: al San Carlo di Potenza riguarda l’1% degli accessi al pronto soccorso. Il 2,9% a Padova.
I pazienti che abbandonano il Pronto soccorso
C’è poi il tema di chi lascia il Pronto soccorso, probabilmente anche per i lunghi tempi di attesa. Dal Cervello di Palermo abbandona il 24% dei pazienti, dall’ospedale dei Colli di Napoli il 23%, dal Civico e dal Giaccone di Palermo il 18%, da Tor Vergata il 15%. Tutte strutture che hanno anche dati negativi sulla permanenza oltre le 8 ore al Pronto soccorso. Al contrario, nell’azienda ospedaliera Santa Maria di Terni il tasso di abbandono è dello 0,3%; l’1% a Padova e l’1,2% al Policlinico San Matteo di Pavia.
Migliorano gli screening
Tra gli aspetti positivi dei dati presentati da Agenas, c’è il miglioramento degli screening. Per quanto riguarda il programma di diagnosi della mammella al top troviamo l’Asl di Asti con l’82,5% seguita dall’Asl di Ferrara e dall’Asl di Trento. I dati peggiori nelle Asl di Bari, Catanzaro e Cosenza. Per lo screening della cervice in testa c’è l’Asl di Imola cui segue Modena e Brianza. Dati peggiori per l’Asl di Cosenza, Sulcis e Alto Adige. Sullo screening al colon dati migliori per l’Asl di Aosta, seguita da Polesana e Alessandria. Performance peggiori per l’Asl di Bari, Cosenza e Foggia.
Assistenza domiciliare e interventi
Per la presa in carico dell’assistenza domiciliare in testa per il tasso di pazienti in Adi c’è l’Ulss Polesana, l’Asl Molise e l’Asl di Teramo. In coda c’è invece Catanzaro, Gallura e Bari. Per gli interventi di protesi d’anca entro 180 giorni, le performance migliori si registrano al San Giovanni di Roma, agli Spedali Civili di Brescia e all’Aou di Padova con percentuali superiori al 94%, mentre le peggiori a Catanzaro, Cagliari e Brotzu. Per gli interventi oncologici alla mammella (entro 30 giorni), troviamo al top realtà come l’Ao Pisana, Modena e Verona. I ritardi maggiori, invece, si riscontrano nuovamente al Brotzu, Cagliari e Perugia con dati inferiori al 20%. Per quanto riguarda invece gli interventi per tumore al colon (entro 30 giorni) in testa ci sono gli Spedali Civili di Brescia, Padova e San Gerardo. Dati negativi per l’Ao Papardo, Dulbecco e Cannizzaro di Catania. La fotografia scattata da Agenas pertanto presenta dei miglioramenti ma ancora tante criticità e difficoltà.
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