A Torino il Museo Egizio compie 200 anni. Faraoni e sfingi in piena luce nel nuovo allestimento 

Dal buio alla luce. Anche se spiazzante, perché arriva a 18 anni di distanza dallo scenografico ordinamento di Dante Ferretti, immerso nell’oscurità più nera, il vero pezzo forte del bicentenario del Museo Egizio è il nuovo allestimento della Galleria dei Re, ora tutto più luminoso e avvolto da pareti translucide. È frutto del lavoro di squadra tra egittologi del museo e lo Studio Oma di Rotterdam, autore anche della trasformazione architettonica di tutto l’edificio ottocentesco del Collegio dei Nobili che lo ospita dal 1824: il cantiere si concluderà nell’estate del 2025, con l’inaugurazione della spettacolare copertura del cortile con vetro e acciaio, denominata Piazza Egizia. 

Il nuovo allestimento della Galleria dei Re al Museo Egizio 

La cifra di questo allestimento è la visibilità”, spiega l’egittologo Federico Poole, curatore al Museo Egizio dal 2013. “Ora vedo le statue una per una. Sono protagoniste. Riesco a vederne gli strati, i geroglifici, a leggere le scritte perché sono state abbassate ad altezza dello sguardo. E poi tanta luce naturale, potenziata da quella artificiale, perché in origine le statue erano all’aperto nei colonnati esterni”. 

La nuova veste del Museo Egizio tra faraoni e divinità

La struttura ricalca, infatti, quella di un tempio egizio con una sala a riprodurne i colonnati esterni e una gli spazi interni: in entrambe si fronteggiano (e non si affiancano come prima) grandi statue di faraoni e divinità a evocare la disposizione delle sfingi com’erano davvero in un tempio nell’antico Egitto.

Il nuovo allestimento del Tempio di Ellesiya

L’altro evento pensato per i festeggiamenti del bicentenario, riguarda il nuovo allestimento del Tempio di Ellesiya, la cappella rupestre (scavata nella roccia) donata nel 1966 dal governo egiziano a quello italiano: ora la sua ricostruzione, fatta con i blocchi di pietra tagliati dal sito originale, e completata da un videomapping che ne ripercorre la storia, si trova al piano terra dell’edificio, accessibile direttamente da via Eleonora Duse, nel retro del Museo. Questa nuova posizione è significativa perché ne permette una visita gratuita in autonomia, con un accesso indipendente. Ecco le immagini.

Claudia Giraud

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Autore
Artribune

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