“A Silvio Berlusconi ho venduto l’orologio Watch, riproduzione dello Swatch. Ad Antonio Ricci un fornetto”: Roberto “Baffo” Da Crema si racconta
- Postato il 13 novembre 2024
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Soprannominato”Baffo” per quell’inconfondibile tratto del viso che lo distingueva dal resto, è stato uno dei pionieri delle televendite in Italia. Ma non solo, perché Roberto Da Crema è stato molto di più: venditore porta a porta, personaggio televisivo carismatico, ben voluto da chiunque cercasse l’acquisto notturno perfetto. E, adesso, è arrivato anche l’esordio a Striscia La Notizia: “Mi ha chiamato Antonio Ricci, un vero genio. E pensare che trent’anni fa gli avevo venduto un fornetto”, spiega Baffo al Quotidiano Nazionale.
Una carriera di alti e bassi quella di Da Crema. Da quella volta in cui smerciò 30 mila coltelli elettrici: “Vendevo un lotto con 5 elettrodomestici della Philips e davo in omaggio un coltello elettrico, che era poco commerciabile. Ne vendetti 30 mila lotti, ma l’azienda ne aveva fabbricati solo 5 mila“. A quella in cui, invece, pubblicizzò “uno stendibiancheria brutto, ma brutto. Ci appendevi quattro mutande e crollava tutto”, racconta.
Ma Baffo ha sempre parlato agli italiani con il dichiarato obiettivo di vendere loro qualcosa. E non importava che fosse la casalinga di turno o Silvio Berlusconi in persona, alla fine Da Crema sarebbe stato abbastanza convincente da vendere qualcosa. “Era l’epoca degli Swatch, io li feci produrre con il marchio Watch. Ne vendetti 1 milione e 750 mila pezzi. Anche a Berlusconi, sì”, spiega il venditore, la cui carriera è cominciata girando le case porta a porta.
Tante le soddisfazioni di quel periodo, ma anche qualche situazione strana, come quella volta in cui “c’era un aspirapolvere che davanti aspirava e sul retro poteva soffiare. Una signora, una volta, mi fa vedere un lampadario di cristallo e non sapeva come pulirlo. Io sparo l’aria sul lampadario… Le gocce di vetro sembravano proiettili, la signora si è messa a piangere. Ma gliel’ho venduto lo stesso”.
In alcuni casi, però, ha dovuto fare i conti con le “signore birichine. Le donne erano rapite dal fascino del venditore. Magari erano chiuse tutto il giorno e apprezzavano il complimento giusto da una voce diversa. A volte è finita con una simpatia approfondita“.
La sua carriera, però, subisce una brusca frenata nel 2003, quando fu indagato per bancarotta fraudolenta: “Feci sei notti a San Vittore con mio figlio Moris. Oggi la gente mi ama più di prima, ho sbagliato e ho pagato”, spiega Baffo che pagò quindi la multa da 650 mila euro. Come? “Andai da Raimondo Lagostena a Odeon TV, gli chiesi di darmi mezz’ora a mezzanotte. Facevo le inchieste con i giovani, vendevo la mia presenza e la ripresa dentro il locale a 3mila euro. In due anni ho pagato la multa“.
La rinascita è arrivata nel 2013, quando “l’amministratore delegato di Publitalia mi chiama e mi dice: ‘Abbiamo un magazzino pieno di roba, la rilevi?’. Mi sono preso la merce e di notte reclamizzavo i prodotti. C’erano anche delle camicie col collo lungo, a punta, una roba orrenda che non andava più. L’ho indossata in tv e dicevo: dove la trovate una camicia così? Le ho vendute tutte, 12mila”.
Ma la fregatura più grande è quella che ha subito lui stesso: “Ho comprato una Porsche usata. Sono uscito dal garage, ho fatto due chilometri e, appena dopo il casello di Melegnano, sono rimasto fermo. Ho perso un sacco di soldi“, conclude Baffo Da Crema.
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