A Salerno le ostie per la messa si producono in carcere
- Postato il 20 novembre 2024
- Di Agi.it
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A Salerno le ostie per la messa si producono in carcere
AGI - Nasce all'interno della casa circondariale di Vallo della Lucania, nel Salernitano, un laboratorio, intitolato al Beato Carlo Acutis, che produce ostie per il culto. L'iniziativa rientra nell'ambito di un progetto formativo-solidale sostenuto dalla sinergia tra la direzione dell'istituto penitenziario, le diocesi di Teggiano-Policastro e di Vallo della Lucania e la cooperativa sociale 'Al Tuo Fianco'.
I detenuti, assunti con regolare contratto di lavoro, saranno impegnati nella produzione delle ostie e delle particole. Prima della presentazione ufficiale di sabato della prossima settimana all'auditorium della diocesi vallese, il vescovo Vincenzo Calvosa, premettendo che "questo laboratorio, intitolato al Beato Carlo Acutis, è motivo di grande gioia", anticipa che "abbiamo accolto con entusiasmo l'iniziativa promossa dalla direttrice del carcere di Vallo affinché questo progetto possa accompagnare e sostenere i detenuti nel loro percorso riabilitativo, trovando in queste azioni nuova fiducia".
Il progetto "rappresenta la volontà - spiega il vescovo di Teggiano-Policastro, Antonio De Luca - di portare avanti iniziative solidali e inclusive che consentano ai detenuti il recupero di motivazioni umanitarie e la manifestazione di capacita' riabilitanti e rispettose dei percorsi che vengono loro proposti".
"La Caritas - aggiunge De Luca - si pone accanto a coloro che ne hanno bisogno, in una logica di alleanza educativa insieme alle istituzioni civili, affinché fiorisca la speranza di una integrazione e ricollocazione nella collettività di quanti sono passati attraverso la non felice esperienza del carcere". "In un tempo di disvalori e di eventi che minano gli equilibri accrescendo l'insicurezza nei nostri giovani - dice la direttrice della casa circondariale di Vallo della Lucania, Caterina Sergio - con il progetto laboratoriale 'Pane Quotidiano - Carlo Acutis' si è inteso valorizzare, attraverso il lavoro delle mani dei detenuti, la persona umana, trasmettendo la profondità del messaggio eucaristico in una prospettiva più ampia di cambiamento e di riscatto. La gioia è grande. Un progetto che si concretizza in vista del Giubileo 2025 e apre alla speranza".
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