A Roma il 24% degli abitanti è a rischio povertà assoluta

  • Postato il 12 novembre 2025
  • Cronaca
  • Di Agi.it
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A Roma il 24% degli abitanti è a rischio povertà assoluta

AGI - Roma si conferma una città di contrasti: in crescita e più dinamica sul piano economico, ma ancora divisa tra chi beneficia della ripresa e chi ne resta escluso, con disuguaglianze che rischiano di incrinare la sua coesione sociale. è quanto emerge dal rapporto della Caritas diocesana "La città di cristallo - la povertà a Roma: un punto di vista". Il quadro reddituale della Capitale mostra del resto un dualismo profondo: a fronte di un reddito medio pro capite di 31.316 euro, superiore alla media italiana, il rischio di povertà coinvolge il 23,6% dei residenti, solo in parte mitigato dalle reti di sostegno pubblico e familiare, e mostra una crescita costante nelle fasce più fragili: famiglie con figli minori, anziani soli, persone con basso livello di istruzione e lavoratori precari. La povertà assoluta coinvolge ormai circa il 7% delle famiglie.

Anche sul piano dell'occupazione, persistono criticità. A fronte di una crescita dell'1,7%, con aumento dei contratti a tempo indeterminato e una disoccupazione scesa al 6,3%, risulta che il 19,5% degli occupati ha un contratto a termine da almeno cinque anni, mentre il part-time involontario riguarda il 10,9% dei lavoratori. Il rischio di povertà tra gli occupati raggiunge l'8,5% e il 13,5% dei dipendenti percepisce una retribuzione bassa. Il divario salariale di genere rimane marcato: a Roma le donne guadagnano 781 euro in meno al mese rispetto agli uomini.

La povertà educativa

 La povertà educativa rappresenta una delle forme di povertà "più insidiose" che attraversano Roma, "perchè colpisce la capacità stessa delle nuove generazioni di comprendere, scegliere e costruire il proprio futuro". Il Rapporto Caritas sottolinea come il fenomeno "più allarmante" resti la dispersione scolastica, che assume forme diverse - abbandono, assenteismo, disimpegno, lacune accumulate - e che, in alcune aree della città, raggiunge livelli preoccupanti.

Il 2,3% della popolazione non possiede la licenza media. Un altro indicatore di disagio è la quota di giovani che non studiano nè lavorano (NEET): nella fascia 15-29 anni rappresentano il 10,7% a Roma, valore inferiore alla media nazionale (16,1%) ma che in zone periferiche - Grottarossa Ovest, Magliana e Santa Palomba - supera il 30%. A Roma, si legge, sono tanti i giovani, soprattutto con famiglie di origine immigrata (seconda e terza generazioni), che vivono in contesti poveri di stimoli e di opportunità: scuole con risorse limitate, assenza di spazi per lo sport, l'arte o la musica, carenze di sostegno psicologico e sociale, situazioni familiari fragili e povertà linguistica. Tutto cio', si sottolinea, "alimenta disuguaglianze di partenza e prepara le condizioni dell'esclusione sociale".

Capitale del gioco d'azzardo

Roma è la capitale italiana del gioco d'azzardo: nel 2024 sono stati spesi oltre 8,3 miliardi di euro, quasi 600 milioni in più rispetto all'anno precedente. Dietro questa cifra si nasconde una vera e propria emergenza sociale e pure economica perchè c'è una enorme ricchezza che viene sottratta all'economia reale, denuncia la Caritas. Parlare di "gioco" è fuorviante, si sottolinea, perchè si tratta di un sistema che "alimenta povertà, indebitamento e solitudine, con decine di migliaia di persone - giovani, adulti e anziani - travolte dalle dipendenze". Il fenomeno, pur noto, "continua a essere sottovalutato dalla politica e dai media", denuncia il Rapporto Caritas. "Lo Stato è miope, non solo perchè incassa poco rispetto ai danni sociali e sanitari prodotti, ma perchè si fa 'complicè dell'inaccettabile meccanismo che porta alla rovina del tessuto sociale e relazionale della città, colpendo soprattutto le famiglie, i giovani e le persone anziane". La dipendenza dal gioco non è un vizio ma "una malattia che distrugge relazioni, patrimoni e vite". Per contrastarla servono alleanze educative, reti di prevenzione, servizi sanitari adeguati e una rinnovata cultura della sobrietà e della responsabilità e una vera e propria conversione delle politiche pubbliche.

La povertà abitativa

A Roma la povertà abitativa riguarda il 6,9% della popolazione, un dato drammatico, superiore alla media nazionale del 5,8%. Nel 2025 nella Capitale si stimano circa 114 mila nuclei familiari in condizione di fragilità abitativa, di cui 22 mila già in conclamata emergenza. Questo nonostante la presenza, nello stesso territorio, di 160-200 mila appartamenti privati vuoti. Sono 16.346 le famiglie in attesa di un alloggio pubblico a Roma, oltre 7 mila delle quali da più di dieci anni. A questi numeri si aggiungono 2.500 persone che vivono in alloggi occupati senza titolo e oltre 22 mila senza tetto censiti dall'Istat nell'area metropolitana.

L'esplosione degli affitti brevi incide duramente sul tessuto sociale: nel Municipio I, in dieci anni, la popolazione è calata del 38%, mentre l'offerta online di case vacanza e miniappartamenti ha raggiunto quota 35 mila. A Roma l'8,4% delle famiglie sostiene un costo dell'abitazione superiore al 40% del proprio reddito, contro il 5,7% della media nazionale. Tra le misure proposte, viene indicata un'imposizione fiscale più elevata sugli affitti brevi, destinando le risorse ottenute al sostegno delle famiglie in povertà abitativa.

Città di cristallo

Nonostante nel 2024 Roma abbia mostrato segnali di ripresa, dall'occupazione che ha toccato livelli record, agli investimenti pubblici, la città resta una realtà fragile, una "città di cristallo": brillante e in vetrina per i grandi eventi, ma segnata da disuguaglianze e povertà che continuano a incidere sulla vita di migliaia di persone. Nel rapporto si sottolinea come il 15,8% dei residenti sia a rischio povertà, il 6,9% viva in gravi condizioni abitative e il 3,2% sperimenti deprivazione materiale e sociale. "Una città in crescita ma attraversata da divari strutturali e fragilità sociali che chiedono politiche più coraggiose di coesione e inclusione", si legge nel rapporto che precisa come il disagio sia manifestato nelle periferie "con più forza: solitudine, carenza di servizi, insicurezza e mancanza di spazi di senso e di opportunità, soprattutto per i giovani".

Come invertire la rotta

Per invertire la rotta serve "un impegno condiviso, fatto di corresponsabilità e partecipazione, oltre le divisioni politiche e gli interessi di parte". Al centro dell'agenda accanto alle riforme e alle indispensabili opere occorre, per la Caritas, un forte investimento collettivo sulle infrastrutture sociali, sulla ricostruzione di un tessuto di relazioni tra le persone e le comunità, nel rapporto stesso con le istituzioni pubbliche, che si sta rapidamente deteriorando. "è un'urgenza confermata anche dal crescente distacco dei romani dalle urne e dalla partecipazione civica, segnale di un malessere che chiede ascolto e risposte concrete".

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Autore
Agi.it

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