A Pompei niente "famiglie tradizionali"

  • Postato il 8 novembre 2024
  • Di Focus.it
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Identità e relazioni familiari delle più note vittime di Pompei non coincidono con i ruoli che la moderna interpretazione archeologica aveva assegnato a queste persone, rimaste sepolte dalla cenere della catastrofica eruzione del Vesuvio del 24 ottobre del 79 d.C.. Lo dimostrano le analisi del DNA raccolto da alcuni dei calchi che ricostruiscono i corpi degli abitanti dell'antica città dell'Impero Romano, nell'esatta posizione in cui si trovavano quando furono investiti dal flusso piroclastico.. Il DNA non mente. Un gruppo di scienziati che include David Reich e Alissa Mitnik dell'Università di Harvard, e David Caramelli, dell'Università di Firenze, ha estratto il DNA dai resti di scheletri molto frammentati contenuti nei celebri calchi di gesso di Pompei, concentrandosi su 14 calchi che si trovavano in fase di restauro. I calchi sono stati ottenuti colando gesso e acqua nei vuoti un tempo occupati dai corpi delle persone rimaste sepolte sotto la spessa coltre di ceneri eruttate dal Vesuvio - una tecnica messa a punto nella seconda metà del 1800 che permette di capire che cosa indossavano, cosa trasportavano e in quale posizione si trovavano gli abitanti di Pompei negli ultimi, tragici istanti delle loro vite.. La verità nelle ossa. Gli scienziati hanno pensato che gli isotopi di stronzio (un elemento che i tessuti umani assorbono dal suolo attraverso la catena alimentare) usati per datare i campioni di ossa potessero fornire informazioni anche su sesso, origini e rapporti familiari delle vittime di Pompei. E non si sbagliavano: è stato possibile determinare relazioni genetiche, provenienza e identità di queste 14 persone, smentendo molti luoghi comuni che l'interpretazione moderna aveva costruito, basandosi soltanto sulle posizioni delle vittime o sul loro aspetto fisico.. «Un esempio degno di nota è la scoperta che un adulto con addosso un braccialetto d'oro e un bambino in braccio, tradizionalmente interpretati come una madre con il figlio, erano in realtà un maschio adulto e un bambino non imparentati. Allo stesso modo, una coppia di individui che si pensava fossero sorelle, o madre e figlia, è risultata includere almeno un maschio. Queste scoperte sfidano le ipotesi tradizionali di genere e familiari», puntualizza Reich.. Venuti da lontano. Quanto alle origini, i Pompeiani analizzati sono risultati discendere principalmente da popolazioni di recente immigrate dal Mediterraneo orientale, una conferma della natura cosmopolita, della mobilità e dei vivaci scambi culturali degli abitanti dell'Impero Romano. Una ricchezza che rischiava di sfuggire, nonché la conferma dell'importanza «di integrare i dati genetici con le informazioni archeologiche e storiche per evitare interpretazioni errate basate su presupposti moderni», sottolinea Reich..
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Focus.it

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