A Lucerna si può visitare uno dei più rari Panorama dell’Ottocento 

  • Postato il 14 aprile 2025
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  • Di Artribune
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Sono pochi i Panorama risalenti all’Ottocento e all’inizio del Novecento ancora esistenti nel mondo. Non più di una trentina, di cui solo alcuni aperti al pubblico, mentre altri sono stati smontati e tenuti in deposito. 

Lucerna, Bourbaki Panorama, esterno © Panorama Bourbaki
Lucerna, Bourbaki Panorama, esterno © Panorama Bourbaki

Un episodio della guerra Franco-Prussiana raccontato in modo spettacolare 

Uno dei più grandi e spettacolari, il Panorama Bourbaki, si trova a Lucerna: è un dipinto circolare di 112 metri di lunghezza per 14 metri di altezza che commemora il disarmo e l’internamento di 87.000 soldati francesi alla frontiera svizzera nell’inverno del 1871. Un episodio storico relativo alla guerra Franco-Prussiana. In seguito alla disfatta, l’armata francese dell’Est, comandata dal generale Bourbaki, viene accolta alla frontiera svizzera di Les Verrières nel Giura con il supporto dei volontari della Croce Rossa che qui attua uno dei suoi primi interventi umanitari. 
Una decina di anni dopo, al pittore Édouard Castres (Ginevra,1838 – Annemasse,1902) viene affidato l’incarico di immortalare su tela l’evento. Lui stesso, in qualità di volontario della Croce Rossa, era stato testimone diretto dell’arrivo dei soldati francesi alla frontiera franco-svizzera. I soldati francesi vengono disarmati dai militari svizzeri, soccorsi da volontari civili e curati dalla Croce Rossa. In seguito verranno distribuiti in 188 località della Confederazione e nel marzo del 1871, dopo la fine della guerra, i cosiddetti “Bourbaki” lasceranno la Svizzera neutrale per far ritorno in patria. Nel grande dipinto, la realistica rappresentazione degli orrori della guerra è resa, con la ricostruzione di singoli episodi – protagonisti comandanti o anonimi soltati – e anche evidenziando il generoso contributo degli abitanti della valle nell’accogliere e alleviare le sofferenze degli sbandati. Nel 1881, Castres completa la sua opera a Ginevra, la città della Croce Rossa, dove inizialmente il Panorama verrà esposto prima di essere trasferito a Lucerna nel 1889 in un edificio circolare appositamente costruito. Per completare la tela in tempi rapidi, si avvale di una squadra di pittori selezionati fra gli allievi del pittore ginevrino Barthélemy Menn, fra cui c’è anche il giovane Ferdinand Hodler (Berna, 1853 – Ginevra, 1918), il fondatore della pittura svizzera moderna. 

Lucerna, Bourbaki Panorama. Dettaglio del dipinto panoramico. Photo Dario Bragaglia
Lucerna, Bourbaki Panorama. Dettaglio del dipinto panoramico. Photo Dario Bragaglia

Un recente restauro ha valorizzato un’opera che è nel Patrimonio culturale europeo 

Nel 2024 il Bourbaki Panorama è stato sottoposto a importanti lavori di rinnovamento effettuati da specialisti del restauro acrobatico capaci di intervenire sospesi a delle funi. Gli interventi non hanno interessato direttamente i 17 settori che compongono l’insieme della tela (pittura a olio su tessuto di lino e iuta), già sottoposti a restauro fra il 1996 e il 2003. Ci si è concentrati sulla struttura ottica che assicura l’effetto tridimensionale all’immenso dipinto panoramico. I panorama devono infatti il loro successo all’apparato ottico costituito da un baldacchino, da un velum sovrastante e dalle tende solari che filtrano la luce naturale che entra dalle vetrate poste sul tetto dell’edificio. In particolare, il baldacchino in tessuto costituisce il cielo artificiale posto sopra la piattaforma di osservazione dove accedono i visitatori. Celando leggermente la parte superiore della tela, serve a creare quell’effetto di profondità che ancora adesso colpisce anche i moderni spettatori, avvezzi a ben più sofisticate soluzioni tecnologiche. In totale sono stati sostituiti 1600 metri quadrati di tessuto, per un peso complessivo di 200 chilogrammi. Per rendere più gradevole la visione, il vecchio sistema di illuminazione, ormai superato, è stato sostituito da LED a intensità variabile, in grado di illuminare in modo efficace la tela anche quando la luce naturale è debole. Con il restauro dello scorso anno, anche le parti storiche della piattaforma panoramica – ovvero le sedute rivestite in cuoio e la balaustra metallica – hanno ritrovato l’aspetto originale che avevano all’apertura dell’attrazione nel 1889. Oggi l’edificio del Bourbaki Panorama riunisce sotto lo stesso tetto, oltre al dipinto circolare, un museo multimediale che ne spiega la genesi e le tematiche e a piano terra delle sale cinema, una caffetteria, un ristorante e uno spazio per incontri. 

Lucerna, Bourbaki Panorama © Panorama Bourbaki
Lucerna, Bourbaki Panorama © Panorama Bourbaki

La fortuna dei Panorama: un mezzo di comunicazione di massa che incantava le folle 

I panorami possono essere considerati fra i mezzi di comunicazione di massa più popolari del XIX secolo. Grazie all’illusione ottica erano in grado di soddisfare la voglia di novità del pubblico e hanno rappresentato un’anticipazione non solo del cinema ma anche delle moderne forme di proiezione digitale. Brevettata nel 1787, l’invenzione di questa nuova forma di intrattenimento viene attribuita al pittore britannico Robert Barker. Fu lui stesso a realizzare un dipinto a 360 gradi della città di Edimburgo esposto nella prima esibizione del 1788. L’anno seguente il panorama fu spostato a Londra, dove nel 1793 Barker costruì in Leicester Square una rotunda che rimase in attività fino al 1863. I paesaggi, le vedute di città, le battaglie, i temi religiosi come la Crocifissione di Cristo sono fra i soggetti favoriti dei primi panoramas per attirare un pubblico sorpreso dall’effetto di tridimensionalità e dall’estremo realismo delle scene. 
Analogo successo i panoramas ebbero a Parigi, dove ancora oggi il Passage des Panoramas, che collega boulevard Montmartre con la Bourse, ricorda l’antica attività che vi si svolgeva. Qui infatti nei primi decenni dell’Ottocento erano presenti due panorami, dove il pubblico ammirava vedute circolari di Parigi, Tolone, Roma, Gerusalemme e altre città del mondo. Le due installazioni furono smantellate abbastanza precocemente già nel 1831. 
Più longevi, e ancora oggi in funzione, sono i panorami di Thun e Einsiedeln (Svizzera), Innsbruck, l’Aia, e Breslavia (Polonia).

Dario Bragaglia 

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