A Gaza, il conflitto continua a spegnere non solo vite, ma anche le voci che lo raccontano

  • Postato il 26 agosto 2025
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  • Di Paese Italia Press
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GAZA (Palestina), 26 agosto 2025 – Ancora sangue a Gaza. Un attacco israeliano con un drone ha colpito il tetto dell’ospedale Nasser, causando la morte di almeno 15 persone, tra cui quattro giornalisti. Le vittime sono Mariam Abu Daqa, freelance per Associated Press e Independent Arabia; Moaz Abu Taha, giornalista per NBC; Hossam al-Masri, cameraman della Reuters; e Mohammed Salama, fotoreporter per Al Jazeera.

Il bilancio dei giornalisti uccisi nella Striscia sale così a 244 dall’inizio del conflitto del 7 ottobre 2023, rendendo questa una delle guerre più letali per gli operatori dell’informazione negli ultimi decenni, secondo il Comitato per la Protezione dei Giornalisti (CPJ).

Le immagini della diretta televisiva condotta da al-Masri si sono interrotte bruscamente proprio al momento dell’attacco, lasciando intuire l’immediatezza dell’impatto. Secondo fonti locali, un secondo colpo ha colpito l’ospedale mentre soccorritori e altri giornalisti erano accorsi per prestare aiuto, aumentando tragicamente il numero delle vittime.

Non è la prima volta che i giornalisti finiscono direttamente nel mirino. Il CPJ ha documentato diversi casi recenti di attacchi mirati contro operatori dei media, come i giornalisti Anas al Sharif, Mohammed Qreiqeh, Ibrahim Zaher, Mohammed Noufal e Moamen Aliwa, tutti legati ad Al Jazeera, e Mohammed Khalidi della piattaforma palestinese Sahat.

Il 70% dei giornalisti uccisi erano in servizio al momento dell’attacco. La situazione è ulteriormente aggravata dal fatto che Israele continua a negare l’ingresso alla stampa internazionale nella Striscia, rendendo i reporter locali gli unici testimoni diretti degli eventi.

Le reazioni internazionali

L’Unione Europea ha definito “del tutto inaccettabile” l’uccisione degli ultimi reporter. La Presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, in un’intervista al Tg2, ha ribadito la necessità di un cessate il fuoco e di un ritorno al dialogo, auspicando un percorso verso la soluzione dei due Stati.

Reporter Senza Frontiere ha richiesto che i giornalisti palestinesi siano riconosciuti come vittime, e non solo testimoni, nell’indagine aperta presso la Corte Penale Internazionale per crimini di guerra. Un appello che si scontra con una realtà in cui il ciclo della violenza sembra ancora lontano dal concludersi.

Sullo sfondo, il conflitto continua

Intanto, il gabinetto di sicurezza israeliano si è riunito senza prendere in considerazione l’ultima proposta di tregua avanzata da Hamas. Altri 54 palestinesi sono stati uccisi dall’alba in vari raid aerei, tra cui nove civili in fila per ricevere aiuti umanitari.

Il presidente USA Donald Trump ha parlato di una possibile “conclusione positiva e definitiva del conflitto entro due o tre settimane”, senza fornire ulteriori dettagli.

Ma il conflitto, profondamente radicato in decenni di rivendicazioni territoriali nella Striscia e nella regione, continua a mietere vittime. E a Gaza, oggi più che mai, a morire sono anche le voci che raccontano la guerra.

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Maria Sole Stancampiano

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