“A Gaza cibo, acqua e opportunità”: Israele porta 10 influencer sulla Striscia per raccontare la sua “verità”

  • Postato il 24 agosto 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Una “carovana” di influencer per raccontare la “verità” su Gaza. Il governo di Israele, riporta Haaretz, ha invitato nella Striscia 10 influencer, statunitensi e israeliani, per raccontare quello che, secondo loro, accade realmente con gli aiuti per la popolazione palestinese: l’obiettivo è “lottare contro la campagna di Hamas sulla fame che punta a screditare Israele”.

Così tra i pacchi di aiuti cammina Xaviaer DuRousseau, 270mila follower su X, che si definisce un “attivista della generazione Z”. “Se fossi Israele non darei neanche calzini appaiati a Gaza – esordisce in un video pubblicato sui suoi canali – Qui ci sono gli aiuti che dicono non esistere. Sono qui a Gaza e quello che vedo sono cibo, acqua e opportunità. Ma invece di distribuire i noodles, Hamas li tiene per sé, per questo tutti i suoi leader prendono l’Ozempic (il farmaco per l’obesità che spopola in Usa ndr.)”. Il video, riporta Repubblica, è stato girato dal valico di Kherem Shalom. L’influencer ne ha per tutti, anche per le Nazioni Unite che portano gli aiuti ma poi “non finiscono il lavoro, proprio come gli ex”. Il claim è chiaro: la “colpa” della mancata distribuzione degli aiuti non è di Israele, ma di tutti. “Perché non chiamate le nazioni islamiche a distribuire gli aiuti?”.

Anche l’influencer israeliano Jeremy Abramson, 460mila follower su Instagram, con elmetto e giubbotto anti-proiettile, si riprende tra i pacchi di aiuti. “Sono qui per raccontare la verità“, dice a favore di telecamera. “Il mondo continua ad accusa Israele – urla al microfono – ma Israele sta facendo di tutto per portare il cibo ai palestinesi. Sono Hamas e le Nazioni Unite complici della fame a Gaza”.

Marwan Jaber, anche lui oltre 200mila follower, gira tra i pacchi senza elmetto, solo con il giubbotto antiproiettile, accompagnato da Abraham Hamra, siriano ebreo. I due mostrano il cibo e attaccano: “Le Nazioni Unite dovrebbero portarlo alla popolazione, ma non lo fanno”. Anche Hamas è coinvolto, secondo i due influencer, perché “ruba” i pacchi per mangiarli o poi rivenderli a prezzi elevati, e con quei soldi poi “pratica terrore”.

I video sono tutti girati con il linguaggio social, urlato, senza un contraddittorio anche perché alla stampa è negato qualsiasi accesso a Gaza, anche nei punti di stoccaggio. Intanto però, checché ne dicano gli influencer, la popolazione a Gaza, i bambini, continuano a morire di fame.

La campagna ha scatenato anche l’ira di Angelo Bonelli che ha parlato di una messa in scena che “supera ogni limite di decenza politica e umana”. “Mentre a Gaza migliaia di civili continuano a morire di fame, privati di cibo, acqua, cure mediche e dignità – con l’Onu che certifica lo stato di carestia – il governo fascista e criminale di Netanyahu organizza un’operazione mediatica cinica e mistificatrice, avvalendosi di dieci influencer, per raccontare una realtà completamente distorta, in cui la Striscia di Gaza appare come un luogo pieno di cibo e opportunità. Una vergogna”. Il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra e co-portavoce di Europa Verde continua: “La fame a Gaza non è una conseguenza collaterale: è diventata uno strumento bellico deliberato, in violazione palese del diritto internazionale e dei principi più elementari di umanità. Secondo l’Ipc, con la carestia in atto, circa 132.000 bambine e bambini sotto i cinque anni sono a rischio. Dall’inizio della guerra, 18.000 bambini palestinesi sono stati uccisi. Diciottomila. Un numero che dovrebbe scuotere le coscienze, generare un sussulto, e che invece viene ignorato da una comunità internazionale sempre più anestetizzata davanti ai crimini che si stanno consumando a Gaza”. “Non è possibile abituarsi e restare indifferenti davanti a tutto questo orrore. Cos’altro deve accadere per decidere sanzioni contro un governo che uccide bambini, bombarda ospedali, annette territori e usa la fame come arma di annientamento contro un intero popolo? Le parole di condanna non bastano più. Chi tace, chi accetta la narrazione del governo israeliano, chi chiude gli occhi davanti alla distruzione sistematica di Gaza, diventa complice di questo crimine. Il governo Meloni sospenda subito ogni forma di cooperazione con il governo fascista di Netanyahu”, conclude.

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Il Fatto Quotidiano

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