“A Eurovision 2026 non si può far finta di nulla su Gaza. Cinque reti europee hanno già deciso di non partecipare”: le parole di Natale (Cda Rai)

  • Postato il 26 settembre 2025
  • Musica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Tre membri del Consiglio di amministrazione della Rai, Alessandro Di Majo, Davide Di Pietro e Roberto Natale, chiedono che l’Italia non partecipi all’Eurovision Song Contest 2026, in programma a Vienna nel maggio 2026, se tra i concorrenti ci sarà anche Israele. L’iniziativa arriva dopo che le emittenti pubbliche di cinque paesi europei, Paesi Bassi, Irlanda, Islanda, Slovenia e Spagna, hanno già annunciato che non prenderanno parte al contest se Israele sarà in gara.
A spiegare le ragioni della proposta è Roberto Natale, intervenuto a Battitori liberi, su Radio Cusano Campus.
“L’Eurovision Song Contest – spiega – è una popolarissima manifestazione musicale che si svolge ogni anno. L’anno prossimo, a maggio, si terrà a Vienna perché quest’anno ha vinto il rappresentante dell’Austria. Già cinque servizi hanno scelto di non partecipare a Vienna 2026 se ci sarà la presenza di Israele. Ha voluto essere, da parte loro, un segno di attenzione a quello che sta succedendo, al genocidio, allo sterminio, al massacro in corso a Gaza. Noi tre consiglieri di amministrazione abbiamo chiesto che anche la Rai faccia altrettanto”.

Natale richiama il ruolo che l’Eurovision ha sempre avuto come evento di inclusione: “Anche noi crediamo nel valore fortemente inclusivo della musica. L’Eurovision è sempre stato un momento di condivisione dei valori di pace, rispetto dei diritti umani, coinvolgimento e dialogo tra i popoli. Però ci sono dei momenti in cui anche la musica prende atto del fatto che i diritti umani vengono calpestati”.
E ricorda: “Negli ultimi anni, nel 2021, l’EBU (l’Unione europea di radiodiffusione, ndr) ha deciso di estromettere la Bielorussia e l’anno dopo, nel 2022, ha deciso l’estromissione della Russia dopo che aveva invaso l’Ucraina. Questo per dire che, in alcuni momenti, anche la musica deve prendere atto che ci sono tragedie che richiedono una presa di posizione”.

La richiesta è rivolta soprattutto alla Rai: “Abbiamo assunto questa presa di posizione che stiamo portando all’attenzione di tutto il Consiglio di amministrazione perché pensiamo che sia una forma di pressione, nell’ambito musicale, per quello che vale, sullo Stato di Israele, per fargli percepire, anche per questa via, l’isolamento nel quale purtroppo si è rinchiuso con la tragica vicenda di Gaza e della Cisgiordania, nella speranza che anche questa pressione possa servire nei prossimi mesi a convincere lo Stato di Israele ad adottare scelte diverse”.

Natale spiega che la proposta nasce anche dalla grandissima mobilitazione dei cittadini italiani per Gaza: “Questa proposta è innanzitutto rivolta alla Rai: abbiamo preso questa posizione all’indomani delle manifestazioni che ci sono state in tutto il paese con centinaia di migliaia di persone in piazza, con l’adesione anche di molti indipendenti del servizio pubblico”.
E aggiunge: “C’è stato il messaggio che, in maniera assai spontanea, ha potuto pronunciare un volto così popolare del servizio pubblico come Antonella Clerici, l’altro giorno, a ‘È sempre mezzogiorno’, un programma per nulla politico, ha però esternato il suo sgomento per quello che sta succedendo. È la sensazione umana, ben prima che politica, che molti di noi provano. Quello che non può accadere, dal nostro punto di vista, è che all’Eurovision dell’anno prossimo si faccia finta di nulla, come se la tragedia in atto a Gaza e in Cisgiordania non ci fosse”.

Il consigliere sottolinea il carattere non punitivo ma di stimolo dell’iniziativa: “Noi tre abbiamo preso questa posizione a malincuore, perché anche noi siamo convinti che non faccia bene turbare ambiti come quello musicale o quello sportivo. Solo che ci sono situazioni talmente gravi che, a un certo momento, richiedono una presa di posizione”.

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Il Fatto Quotidiano

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