A Empoli referendum sulla multiutility. “Quorum? Il sindaco accorpi alle Regionali: il Pd lo voleva per l’8 giugno”

  • Postato il 30 giugno 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Accorpare il referendum comunale alle prossime regionali di ottobre, o lasciarlo da solo, rischiando di non raggiungere il quorum? Intorno a questa domanda a Empoli si sta giocando una partita politica che va ben oltre i confini cittadini. Al centro del dibattito c’è la Multiutility, la grande holding dei servizi pubblici – acqua, energia, rifiuti – della Toscana centrale: una società per azioni a prevalente controllo pubblico, ma destinata ad aprirsi al mercato e potenzialmente anche a investitori privati. Il progetto ha preso ufficialmente il via a inizio 2023, con la nascita della Multiutility, ma a Empoli un comitato cittadino è riuscito a rimetterlo in discussione, preoccupato dall’idea che, con la nuova società, i servizi pubblici essenziali possano venire sottratti al controllo pubblico e cadere preda delle speculazioni private.

Per questo, il comitato Trasparenza per Empoli – con l’aiuto di Buongiorno Empoli, Movimento 5 Stelle e Partito Comunista Italiano – ha raccolto 4mila firme. Grazie a queste, entro l’anno dovrà essere indetto un referendum abrogativo della delibera 93/2022, quella con cui il Comune ha aderito ufficialmente alla Multiutility. Se dovesse vincere il sì, ovvero la posizione di chi vuole che Empoli si svincoli dal progetto, il Comune e il sindaco del Pd, Alessio Mantellassi, si troverebbero in una situazione molto complicata da gestire: da una parte dovrebbero rispettare l’esito vincolante del referendum, abrogando la delibera e uscendo così da un piano regionale ormai in fase avanzata; dall’altra, si troverebbero isolati rispetto agli altri Comuni e soci principali – Firenze, Prato e Pistoia – che continuerebbero a portare avanti il percorso verso la costituzione della holding e la sua successiva (molto probabile) quotazione in Borsa.

Forse è anche per questo che, di fronte alla richiesta del Comitato di accorpare il referendum alle regionali del 2025, l’amministrazione ha preso tempo. Una mossa che per i referendari è semplicemente un modo per salvare la Multiutility. Senza accorpamento dei due appuntamenti elettorali, infatti, si alza molto il rischio di non raggiungere il quorum, condannando il referendum all’insuccesso. “La Multiutility apre al mercato pezzi fondamentali della gestione pubblica – spiega a ilfattoquotidiano.it Marco Cardone, portavoce di Trasparenza per Empoli -. Con la quotazione in Borsa, l’interesse degli azionisti prevarrà su quello dei cittadini. È giusto quindi che gli abitanti si esprimano su un processo così impattante”. Il comitato teme che la Multiutility porti a un aumento delle tariffe, oltreché a un indebolimento del ruolo dei Comuni. “Con la vittoria del sì, vogliamo riportare Empoli a una gestione pubblica e trasparente dei servizi, nella quale il Comune riesce ad avere un controllo diretto sulle società. Cosa che sarebbe invece impossibile con la quotazione in Borsa. Operazione che, oltretutto, aumenterebbe i costi per i cittadini. La società quotata, infatti, sarà chiamata a garantire utili e dividendi agli azionisti. Per farlo dovranno necessariamente fare un ricarico sul servizio che vendono”, commenta Cardone.

Nei giorni scorsi, il Comitato ha anche scritto una lettera aperta indirizzata ai vertici del Partito Democratico, sia a livello nazionale che regionale, per chiedere un impegno concreto affinché il referendum venga accorpato alle elezioni regionali. “Chiediamo allo stesso Pd, che per il referendum dell’8 e 9 giugno ha denunciato le forze di Governo per aver ostacolato il raggiungimento del quorum, di sostenere una scelta di buon senso e democrazia – spiega Cardone -. Perché negare l’accorpamento significherebbe, nei fatti, sabotare la partecipazione dei cittadini. Oltreché gravare le casse comunali con dei costi di organizzazione maggiori”.

Ma l’accusa di sabotaggio è negata con decisione dal sindaco Mantellassi. “Ho già dato la mia disponibilità a convocare il referendum alla prima data utile. Ma la democrazia ha delle regole – commenta Mantellassi a ilfattoquotidiano.it -. Il referendum sarà indetto, ma nel rispetto dei tempi e delle modalità previsti dalle norme. È stato anche chiesto un parere al ministero degli Interni riguardo all’opportunità di accorparlo con le elezioni regionali di ottobre, e il Viminale ha dato parere negativo. Non possiamo ignorarlo”. Inoltre, il sindaco sottolinea come la Multiutility fosse parte integrante del suo programma elettorale. Diversa invece la questione della quotazione in Borsa, per la quale Mantellassi ha ribadito più volte la sua contrarietà e la volontà di trovare una soluzione diversa per finanziare il piano industriale. “Al di là del referendum, mi sono già impegnato a presentare una delibera per far sì che l’eventuale quotazione in Borsa debba prima passare dal consiglio comunale. E non che, come previsto dalla delibera 93/2022, il passaggio avvenga in automatico, senza che il Comune abbia alcun ruolo” spiega Mantellassi. E conclude: “Al di là di questo, il consiglio comunale non potrà ignorare ciò che verrà fuori dal referendum. Ma è certo che se dovesse vincere il sì, ci troveremmo ad affrontare un processo molto complicato”.

È evidente che, al di là di Empoli, quella sul referendum comunale sia una battaglia politica centrale per tutta la Regione. Il risultato delle consultazioni, infatti, potrebbe avere risonanza anche al di là dei confini empolesi, aprendo una crepa nel progetto Multiutility. Anche in altri Comuni toscani esistono malumori e perplessità tra i cittadini: una vittoria del sì potrebbe diventare un precedente pesante e aprire a scenari futuri difficili da prevedere.

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Il Fatto Quotidiano

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