A De Ferrari torna la tradizione del Confeugo: il programma della giornata
- Postato il 17 dicembre 2025
- Altre News
- Di Genova24
- 3 Visualizzazioni

Genova. La città si prepara al Confeugo 2025, il falò in piazza che rappresenta una delle tradizioni più antiche e sentite. L’appuntamento è per sabato 20 dicembre, per un evento organizzato con A Compagna.
La cerimonia si terrà in piazza De Ferrari. È qui che arriverà il corteo storico, che partirà alle 16 da piazza Caricamento accompagnato dal carro trainato da cavalli con il Cippo di alloro, l’Abate del Popolo e i gruppi in costume.
Confeugo 2025, fiamma dritta o fiamma storta?
In attesa del corteo storico si esibirà il Gruppo Folcloristico Città di Genova, poi sarà il turno degli sbandieratori dei Sestieri di Lavagna. Intorno alle 17 l’incontro dell’Abate con la sindaca Silvia Salis e l’offerta del tradizionale Confeugo. Occhi puntati, ovviamente, sulla fiamma: se salirà dritta per Genova si prospetta un anno positivo, sereno e prospero, se sarà invece storia, o ondeggiante, si preannuncia un anno critico.
Dopo l’accensione del fuoco e la raccolta dei tizzoni, la cerimonia proseguirà nel Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale con momenti culturali, rievocazioni e spettacoli.
La storia del Confeugo
Il Confeugo affonda le sue radici all’epoca della Repubblica di Genova. Le prime testimonianze risalgono al XIV secolo, all’epoca ma le origini di questo rito si perdono probabilmente nel Medioevo, ai tempi del Comune del Popolo (XII secolo).
All’epoca, la cerimonia rappresentava l’omaggio dell’Abate del Popolo, portavoce dei cittadini, alle massime Autorità della Repubblica. Il dono era un tronco di alloro ricoperto di rami, simbolo di buon auspicio e rispetto. Nel corso dei secoli, a riceverlo furono prima il Podestà, poi il Capitano del Popolo e infine il Doge.
Le cronache raccontano che il corteo partiva dalla valle del Bisagno e, attraversando il ponte di Sant’Agata, percorreva le attuali via San Vincenzo, via Porta d’Archi, vico Dritto Ponticello e Porta Sant’Andrea, fino a raggiungere il Palazzo del Governo, oggi Palazzo Ducale.
Davanti al Ducale, l’Abate si rivolgeva al Doge con il saluto: «Ben trovòu Messê ro Duxe», a cui il Doge rispondeva: «Ben vegnûo Messê l’Abbòu». In serata, il falò dell’alloro dava inizio alla festa: il Doge e il suo seguito accendevano il fuoco per buon auspicio, vi versavano vino e lo addolcivano con confetti e zucchero, mentre i presenti cercavano di portare a casa un tizzone come portafortuna.
La cerimonia venne sospesa nel Settecento e ripresa nel 1923 dall’associazione A Compagna, fondata proprio per custodire e tramandare la cultura e le tradizioni genovesi. Dopo una nuova interruzione nel 1937, la celebrazione tornò stabilmente nel 1951: da allora, è il presidente di A Compagna a vestire i panni dell’Abate del Popolo, consegnando ogni anno al sindaco il tronco d’alloro ornato di rosso e bianco.