A capo dell’agenzia Usa che dà i dati su lavoro e prezzi Trump mette un fedelissimo. I colleghi economisti: “Tirapiedi inesperto”
- Postato il 13 agosto 2025
- Economia
- Di Il Fatto Quotidiano
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Un “tirapiedi inesperto”. Così il Financial Times, sintetizzando i giudizi di diversi “economisti di destra“, definisce E.J. Antoni, che Donald Trump ha nominato (ma serve il via libera del Senato) alla guida dell’Ufficio Statistiche del Lavoro dopo la cacciata della precedente commissaria accusata di “truccare i numeri”. La scelta del capo economista della ultra conservatrice Heritage Foundation – nota per il Project 2025, programma di radicale riorganizzazione del potere esecutivo stilato in vista del secondo mandato di Trump – ha insomma fatto sobbalzare anche i sostenitori del tycoon. Perché Antoni, definito “cheerleader” della strategia presidenziale su dazi e politica economica, è considerato non solo troppo di parte ma anche del tutto inadeguato al ruolo di numero uno del Bureau of Labor Statistics, agenzia responsabile della raccolta e diffusione dei cruciali rapporti mensili su occupazione e inflazione. Dati che riflettono l’impatto delle politiche economiche della Casa Bianca e da cui dipendono decisioni di politica monetaria e scelte di investimento.
Va detto che anche durante il suo primo mandato Trump, per riempire la casella di commissario del Bls, aveva “pescato” nelle file della Heritage Foundation. Ma la scelta era ricaduta su una figura meno screditata, William Beach, che aveva svolto l’incarico senza scossoni. Stavolta è il nome di Antoni, 37enne con Phd alla Northern Illinois University conseguito nel 2020, a preoccupare gli analisti: “Ho partecipato a diversi programmi insieme a lui e sono rimasto colpito dalla sua incapacità di comprendere i principi fondamentali dell’economia e dalla velocità con cui è passato al MAGA”, lo ha demolito su X Dave Hebert, economista del (conservatore) American Institute for Economic Research. “Posso solo sperare che il Senato lo blocchi”. Il Nobel Paul Krugman nella sua newsletter su Substack ha rincarato la dose, ricordando che i risultati di un paper del 2024 di Antoni e Peter St. Onge stando al quale durante gli ultimi tre anni di mandato di Joe Biden l’economia Usa è stata in profonda recessione sono risultati, a un’analisi dell’economista Menzie Chinn che ha provato a utilizzare la loro stessa metodologia, non replicabili e quindi con tutta probabilità errati.
Che si tratti di inettitudine o del vizio di distorcere i dati per sostenere posizioni trumpiane poco cambia. “La speranza era che scegliesse qualcuno di cui la gente si fidasse e che potesse guidare il Bls in modo appropriato, con esperienza rilevante e, idealmente, non iper-partigiano“, ha commentato sul Ft di Stan Veuger, ricercatore senior del think-tank di destra American Enterprise Institute. “E.J. Antoni è proprio l’opposto”. Un economista-cheerleader i cui ultimi interventi pubblicati sul sito della fondazione hanno titoli come “L’accordo commerciale tra Stati Uniti e Giappone (firmato da Trump ndr) è un capolavoro“, “Il reset di Trump sull’immigrazione sta aumentando i salari e imponendo una vera riforma economica”, “Ritorno dall’orlo del baratro: l’economia di Trump decolla”. Per non citare quelli contro l’odiata Fed di Jerome Powell, di cui il docente – allineandosi al presidente – ha auspicato la cacciata.
Jessica Riedl, ex ricercatrice della Heritage Foundation e oggi senior fellow del conservatore Manhattan Institute for Policy Research, su X ha espresso sconforto per la scelta: “La cosa triste è che ci sono innumerevoli economisti conservatori competenti e rispettati (soprattutto nelle università) che potrebbero fare un lavoro fantastico gestendo il BLS. Ma nessun economista credibile accetterebbe un lavoro in cui verresti licenziato per aver pubblicato dati accurati. Ahimè”. Quando ad Antoni, “i suoi articoli e tweet sono probabilmente i più pieni di errori tra quelli pubblicati da qualsiasi altro economista di think tank in questo momento”. Riedl stava commentando un tweet in cui Antoni rivendicava che i prezzi all’import di giugno non mostravano segni di aumento nonostante i dazi: ma l’Import price index notoriamente non include le tariffe.
Parlando con Fox News, l’uomo che secondo Trump è un “economista altamente rispettato” che garantirà dati “onesti e accurati” non ha fatto nulla per dissipare i timori degli osservatori. Al contrario: si è detto convinto che l’agenzia – che in passato ha criticato e accusato di aver sopravvalutato la crescita degli occupati durante la presidenza Biden – dovrebbe sospendere la pubblicazione dei rapporti mensili sul lavoro perché ci sono “seri problemi che devono essere risolti”, e limitarsi a pubblicare quelli trimestrali che sono “più accurati” anche se “meno tempestivi”. Una proposta che sembra puntare a nascondere “cattive notizie”, nota Krugman. Ma è probabilmente illegale.
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