7 ottobre 2023, due anni fa il sabato di sangue che ha cambiato la storia del Medio Oriente (e non solo)

  • Postato il 7 ottobre 2025
  • Cronaca
  • Di Blitz
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Erano le 6:29 del mattino di sabato 7 ottobre 2023 quando Hamas diede avvio all’operazione “Diluvio di al-Aqsa”, lanciando circa 5mila razzi dalla Striscia di Gaza. Il sistema di difesa Iron Dome fu sopraffatto dalla raffica simultanea e le sirene d’allarme risuonarono da Sderot a Tel Aviv, mentre la popolazione correva nei rifugi.

Pochi minuti dopo, centinaia di miliziani palestinesi attraversarono le barriere di confine. Arrivarono via terra, mare e aria, a bordo di moto, pick-up e parapendii motorizzati, colpendo basi militari e kibbutz lungo il confine. Molti residenti israeliani furono sorpresi nel sonno e costretti a barricarsi o a combattere da soli, mentre l’esercito israeliano tardava a reagire.

Il festival musicale Nova, che proprio in quei giorni era stato organizzato nel deserto del Negev vicino al kibbutz di Re’im, divenne teatro di uno dei massacri più atroci:  364 giovani furono uccisi mentre cercavano di fuggire tra i campi. In tutte le zone del confine, gli assalitori uccisero civili casa per casa e alla fine presero in ostaggio più di 250 persone, trascinandole a Gaza. Le immagini macabre dell’attacco nei giorni successivi sconvolsero il mondo.

Alle 11:34, il primo ministro Benjamin Netanyahu dichiarò: “Siamo in guerra”. Solo nel pomeriggio Israele iniziò a bombardare la Striscia di Gaza e a richiamare 360mila riservisti. A fine giornata, il bilancio superava i 1.200 morti israeliani, per lo più civili. Quel sabato di sangue segnò una delle pagine più buie della storia recente del Medio Oriente. 

Da quel giorno si sono aperti nel tempo diversi fronti di guerra: la Cisgiordania, il Libano, la Siria, l’Iraq, lo Yemen e anche l’Iran. Senza scordare anche il raid israeliano in Qatar. Dopo due anni di conflitto, i bombardamenti e i raid israeliani nella Striscia hanno causato oltre 60mila vittime palestinesi, la maggior parte civili, e distrutto gran parte delle infrastrutture di Gaza. Decine gli ostaggi di cui non si hanno più notizia o che non sono ancora tornati a casa. Oggi, mentre al Cairo si discute di una fragile tregua, non resta che sperare che le trattative di pace possano finalmente porre fine a questa spirale di morte e vendetta.

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Autore
Blitz

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