2025, il “Giubileo” di Capri: la Biennale Fashion Art di Isaia, il concerto in piazzetta di Gianluigi Lembo e Elton John in “incognito” alla Certosa

  • Postato il 3 luglio 2025
  • Trash Chic
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Ogni due anni per creare l’aspettativa. Gianluca Isaia eredita l’azienda sartoriale del padre, triplica il fatturato, 500 dipendenti ma sopratutto non vende. Due anni fa si inventò una sorte di Biennale pied sans l’eau al Beach Club più griffato di Capri, sicuramente il primo, firmato Dior al Riccio. Gli invitati a darsi di gomito, vedrai che annuncia la vendita del marchio fatto di sapienza artigianale che fa gola ai pescecani del FF ( come ti Frego il Fashion, ti compro le azioni, aumento di capitale e ti sbatto fuori). Invece Gianluca rimane ben saldo al timone dell’azienda di famiglia. Quest’anno alla Conca del Sogno di Recommone, non occorre aggiungere altro per descrivere l’incanto del posto in un anfratto della costiera amalfitana, allo stesso parterre internazionale apriva la sua Open-Air Gallery, manichini sospesi nel vuoto come un tuffo a mare, altri su vecchie barchette di pescatori all’insegna del leit motif “ A mmare cu tutti ‘e panne” ( espressione follkloristica dialettale siamo finiti a mare con i vestiti). Altri modelli presentati su tableaux in stile pop art. L’evento “Dive In. Dance Out” a suon delle note dei Gipsy King ( la band originale non un clone) in mezzo ad auiole fatte di fiori colorati di tessuto Isaia sotto una cascata di vodka e limoni versata su una piramide di bicchieri di cristallo. Era solo l’inizio. Mentre Antea dal nome mitologico gestiva il traffico del placement a tavola. E lì che si é scatenato l’impero dei sensi. Rivisitazione degli spaghetti alla Nerano e ravioli ripieni di gamberi di Mazzaro del Valle con guazzetto di sauté di vongole. Balli fino al tramonto con il bicchiere brillo.

Alla corte di Capri Regina si celebrano battesimi come fossero matrimoni. Doppio evento: nella villa di Fiona Swarowski all’ombra dei Faraglioni il battesimo di Paul, figlio di Manfredi, figlio Paolo e Luisa Fiorillo. Con suggestivo rito buddista e suoni di campane tibetane. Motivo: overbooking della chiesa della Piazzetta. Poi nella villa di famiglia ad Anacapri con Diego e Barbara Della Valle, amici storici, e il vicino di casa, Tonino Cacace, a lui si deve il rilancio internazionale di Anacapri e tanta magnifica gente si passa dal tramonto infuocato alla cupola stellata fino gli effetti speciali e luci stroboscopiche sulla musica tecno, alla consolle Manfredi bello come uno sciamano. Un colpo d’ala e si cambia scenario: nel chiostro della Certosa Elton John rockeggiava per il battessimo del pargolo dell’ armatore John Coustas. Era l’ultimo nato, non oso immaginare per gli altri cosa abbiano fatto.

Io sono un’isola é il fill rouge che Maria Elena e Leonardo Aprea, madre e figlio geniale, e patron della maison Chantecler ( quelli che hanno inventato la campanellina, the icon of Capri) hanno consegnato all’artista multimediale Marina Abramovic per la prima volta sull’isola… Conversando a Tragara con Antonio Monda, ideatore della Kermesse letteraria. La griffe Brione riceve nella suite più bella, quella del Monacone, dell’Hotel Punta Tragara, con i Faraglioni ai piedi e canapè stellati ( cioè lo chef è da due stelle Michelin ). Il marchio Brioni rivoluzionò la moda maschile negli anni ’50 ma oggi fa parte del polo del lusso francese Kering ( e rivali di Louis Vuitton ). Griffo il palato con Marinella, il brand più famoso al mondo di cravatte, terza generazione arrivata ad Alessandro, 30 anni, e visione proiettata nel futuro. Solo 8 metri quadrati ultra/chic appena inaugurati in Piazzetta, con il gelato al gusto pistacchioso Marinella, il drink Marinella con base centrifuga di mela limpida e menta e light dinner servito nel giardino del Luxury Hotel Pazziella. Con consulenza stellare dei Quattro Passi, ( 5 stelle Michelin, si, 5 due il padre Tonino Mellino e tre il figlio d’arte Fabrizio). Nelle stesse ore Fabrizio era volato a Venezia per deliziare gli ospiti di quel Big and Fat Wedding Bezos.

Noi, figli delle stelle, facevamo il trenino in piazzetta con Gianluigi Lembo & bandi Anema e’ Core. Concerto gratuito per chi non fosse seduto ai bar e sborsava solo per poggiare il culetto 350 euro a tavolino. Mentre Gianluigi, degno di tanto padre Guido, l’inventore della movida caprese, rinunciava all’intero compenso della serata per devolverlo all’Ospedale pediatrico Santobono. Chapeau, mon cher, come direbbero i francesi.

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Il Fatto Quotidiano