19enne ha il seno quattro volte più grande dopo il vaccino Covid di Pfizer: “Due interventi per ridurlo”. Il parere dell’esperta sull’insolito effetto collaterale
- Postato il 8 gennaio 2025
- Salute
- Di Il Fatto Quotidiano
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Un ingrossamento del seno eclatante, di quattro volte rispetto alle dimensioni originali. No, non è dovuto a un classico intervento di medicina estetica, ma forse l’effetto collaterale della somministrazione del vaccino Pfizer contro il Covid. È successo a una ragazza di 19 anni il cui caso è stato oggetto di uno studio realizzato da alcuni ricercatori di Toronto e pubblicato sulla rivista Plastic & Reconstructive Surgery-Global Open.
Secondo la ricerca, la giovane era sana. Dopo la prima dose del vaccino, nel 2022, ha riscontrato una veloce crescita del seno. La situazione peggiora dopo la seconda dose e, nonostante lei avesse fatto presente la possibile correlazione, “le sue preoccupazioni non sono state adeguatamente affrontate dai suoi medici di base” – scrivono i ricercatori di Toronto. La ragazza ha affermato di aver sentito un formicolio al seno prima della crescita, che si è fermata dopo circa sei mesi. Dopo altri cinque mesi si è sottoposta a un intervento di riduzione, ma dato che durante l’operazione ha perso molto sangue non è stato possibile rimuovere la quantità di tessuto mammario richiesta, per cui sarà probabilmente necessario un altro intervento.
C’è un effetto collaterale del vaccino?
Gli autori dello studio riferiscono di una possibile correlazione tra la crescita del seno e la somministrazione del vaccino Pfizer. Alcune donne, infatti, sembra abbiano riscontrato questo effetto, ma non ci sono prove a sostegno. Il dato su cui sono certi gli studiosi è il collegamento tra il gonfiore dei linfonodi e vaccinazione contro il Covid; mentre i cambiamenti della struttura o della densità del tessuto mammario – quello che è successo alla ragazza – sono invece “estremamente rari”.
Prima e dopo l’intervento di riduzione
Secondo gli autori dello studio, solo in un caso (pubblicato) erano stati descritti cambiamenti specifici del seno dopo il richiamo Pfizer, e in questo caso si trattava di un nodulo evidente. La 19enne, tuttavia, non ha alcun nodulo, mentre è stata riscontrata una condizione molto rara in cui una lesione benigna chiamata PASH provoca un ingrossamento estremo del seno: sono stati documentati meno di 20 casi. “Questo caso è il primo a dimostrare un’associazione temporale tra la gigantomastia associata a PASH e un vaccino”, scrivono i ricercatori. Gli autori dello studio di Toronto chiedono ulteriori ricerche per verificare se esiste un collegamento tra il vaccino anti-COVID-19, la PASH e la rapida crescita del seno.
Il parere dell’esperta
“In quanto epidemiologa e medico di sanità pubblica, la prima cosa che noto è che si tratta di un unico caso, sicuramente degno di attenzione per l’impatto che ha avuto sulla persona, ma che non è sufficiente per stabilire una correlazione causa-effetto – spiega al FattoQuotidiano.it Patrizia Laurenti, Professoressa di Igiene all’Università Cattolica e Responsabile delle attività di vaccinazione al Policlinico Gemelli -. In altre parole, in base a questo studio non siamo in grado di dire che il vaccino anti Sars-Cov-2 della Pfizer è un fattore di rischio per l’iperplasia o ipertrofia mammaria”.
Quali altri elementi dovremmo avere?
“Bisogna considerare il meccanismo biologico che possa spiegare l’incremento del volume mammario per l’azione del vaccino, cosa che non è stata ancora spiegata; poi va considerata la consistenza degli studi che dimostrino la stessa associazione e quali fattori la incrementino: in epidemiologia si chiama ‘misura del rischio’. Esiste quindi un rischio? E se esiste, di quante volte aumenta la probabilità del danno se io sono esposta a quel fattore, in questo caso il vaccino Pfizer? Con questi criteri scientifici si possono fare alcune valutazioni concrete che al momento non ci sono. Detto questo, non significa che non si debba indagare su una possibile associazione tra vaccino Covid-19 e ipertrofia o iperplasia mammaria. Di fatto, questo primo studio dovrebbe portare a svolgerne altri e produrre quindi nuovi approfondimenti”.
Secondo gli studiosi canadesi, esiste però una relazione tra somministrazione del vaccino anti Covid e aumento del gonfiore dei linfonodi.
“Questa è una reazione che io stessa ho osservato durante la mia attività, durata quindici mesi, di gestione delle vaccinazioni durante il Covid. È un effetto collaterale legato al meccanismo d’azione del vaccino. Il vaccino a M-rna messaggero di Pfizer è un vaccino potente e molto efficace. Lo ‘scotto’ da pagare in alcune persone è stato un ingrossamento importante e doloroso dei linfonodi che sono la prima stazione che il vaccino percorre perché inoculato sull’area del deltoide del braccio. È comunque un effetto collaterale plausibile che dura qualche settimana ed è quindi reversibile. Inoltre è un segnale dell’efficacia del vaccino nello stimolare in maniera specifica il nostro sistema immunitario, di cui i linfonodi sono parte”.
Credit foto: Plastic & Reconstructive Surgery-Global Open
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