16 ottobre 1968: Black Power alle Olimpiadi
- Postato il 16 ottobre 2024
- Di Focus.it
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I giochi olimpici sono stati spesso occasione di boicottaggi e proteste a sfondo politico: l'attenzione mondiale, infatti, garantisce una visibilità pressoché unica.. La protesta. Ciò valeva anche il 16 ottobre 1968, sul podio di Città del Messico, durante le Olimpiadi. Quel giorno gli americani Tommie Smith e John Carlos, rispettivamente medaglia d'oro (e primo uomo a scendere sotto i 20 secondi) e di bronzo nei 200 metri piani, mentre suonava l'inno statunitense alzarono il pugno guantato di nero e abbassarono lo sguardo.. Perché? Il gesto era un simbolo del Black Power ("Potere nero"), parola d'ordine comune ai movimenti per l'emancipazione degli afroamericani, tra cui le Black Panthers. Era una silenziosa denuncia delle discriminazioni che – nonostante la rimozione delle leggi segregazioniste – negli Usa continuavano.. Incompresi. Alla protesta si unì, indossando come loro una spilla in difesa dei diritti umani, il secondo classificato, l'australiano Peter Norman: quando morì, nel 2006, i due ex compagni di podio ne portarono il feretro. Ma molti altri non gradirono. Come l'ostacolista e campione olimpionico afroamericano Willie Davenport, che commentò: "Sono venuto per vincere una medaglia d'oro, non per parlare del Black Power".. Smith e Carlos furono esclusi dalle gare successive (la XIX Olimpiade era solo alla quarta giornata). Ma con il passare del tempo quel gesto fu rivalutato per la sua composta fermezza: nel 2005 quell'immagine, diventata un simbolo degli Anni '60, divenne una statua nel campus dell'Università di San José (California)..