15 mostre da non perdere a Berlino in questo autunno e inverno 2025
- Postato il 28 ottobre 2025
- Arti Visive
- Di Artribune
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Berlino continua a dimostrarsi una metropoli in cui la scena artistica è sempre più vivace, plurale, stratificata. Le esposizioni attuali non puntano solo su formule e nomi consolidati ma anche su temi in grado di rovesciarli e metterli in crisi. Ecco una panoramica delle mostre in alcuni degli spazi più importanti, che funzionano come punti di incontro tra storie personali, rapporti globali e domande urgenti e che misurano la vitalità reale della scena contemporanea berlinese.
Marilena Di Tursi

Le mostre del C/O Amerika Haus
Lisa Barnard
Affronta la complessità del progresso tecnologico in relazione alle risorse ambientali e alle potenzialità dell’AI, l’artista britannica Lisa Barnard (Kent, 1967). Sullo sfondo della California high-tech si muove tra fotografie, installazioni immersive, video, materiali d’archivio e immagini generate dall’intelligenza artificiale.
Isadora Romero
L’ecuadoriana Isadora Romero (1987) fotografa le foreste pluviali della sua terra natale, la biosfera della comunità Yunguilla, vicino alla capitale Quito, e la riserva Mache-Chindul. Immagini scattate nell’arco di oltre un anno, lavorando a stretto contatto con comunità locali, scienziati e organizzazioni di ricerca, per immaginare forme di coabitazione e di riforestazione sostenute da pratiche agroecologiche.
Women Photographers of Magnum
Ispirata alla frase del co-fondatore di Magnum, Robert Capa (“Se le tue foto non sono abbastanza buone, non sei abbastanza vicino”), la mostra raccoglie gli sguardi di 12 fotografe nel complesso rapporto con i propri soggetti. Il concetto di vicinanza, richiamato nel titolo, attiene ad una complicità empatica più che ad una prossimità fisica e di contro anche all’ambiguità tra messa a fuoco e messa a nudo.
Berlino // fino al 28 gennaio 2026
Lisa Barnard. You Only Look Once. After Nature Prize 25
Isadora Romero. Notes to How to bild a forest
Close Enough. Perspectives by Women Photographers of Magnum
C/O AMERIKA HAUS
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Le mostre al Gropius Bau
Ligia Lewis
La coreografa Ligia Lewis (Repubblica Dominicana, 1983) trasforma lo spazio espositivo in campo di forza performativo con installazioni, video e azioni coreografiche che mettono in crisi categorie di razza e genere e dove il corpo diventa misura di conflitto e cura.
Diane Arbus
La grande retrospettiva su Diane Arbus (New York, 1923 – 1971) rilegge il suo lavoro oltre l’icona: centinaia di immagini, molte storiche, alcune mai esposte, compongono un’ampia costellazione sul tema dell’altro e sulla soglia fra intimità ed esposizione pubblica. Un’occasione per riesaminare il potere del ritratto.
Berlino // fino al 18 gennaio 2026
Ligia Lewis. I’m not here forrrrr…
Diane Arbus. Konstellationen
GROPIUS BAU
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Julia Stoschek Foundation – Mark Leckey
Attraverso opere storiche e nuove produzioni, si ripercorre la fascinazione dell’artista inglese per l’iconografia medievale mescolata ad un immaginario che fonde spunti biografici e contenuti digitali. Mark Leckey (Birkenhead, 1964), punto di riferimento anche per le nuove generazioni di artisti multimediali, ibrida realtà e immaginazione in un linguaggio visuale dove le immagini circolano e riappaiono in forme manipolate e frammentarie.
Berlino // fino al 3 maggio 2026
Mark Leckey. Enter Thru Medieval Wounds
JULIA STOSCHEK FOUNDATION
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Le mostre al KW Institute for Contemporary Art
Kazuko Miyamoto
Kazuko Miyamoto (Tokyo, 1942) è tra le principali rappresentanti del movimento post-minimalista e femminista a New York, dove vive dal 1964. Le sue sculture realizzate con spago, chiodi così come le sue installazioni spaziali, misurano la sensibilità performativa dell’artista e intrecciano in chiave concettuale i concetti di transitorietà e collettività grazie anche al coinvolgimento di un gruppo di studenti dell’Università delle Arti di Berlino (UdK Berlin).
Holly Herndon & Mat Dryhurst
La mostra di Holly Herndon & Mat Dryhurst è uno degli undici progetti selezionati e sostenuti dalla Fondazione Federale per la Cultura con il suo nuovo programma “Arte e IA – Fondo per nuove prospettive artistiche sull’IA e la società”. Gli artisti trasformano lo spazio in un campo di addestramento per la produzione collaborativa di arte e musica, tra esseri umani e intelligenza artificiale.
Berlino // fino al 18 gennaio 2026
Kazuko Miyamoto. String Constructions
Holly Herndon & Mat Dryhurst. Starmirror
KW INSTITUTE FOR CONTEMPORARY ART
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Le mostre alla Hamburger Banhof
Petrit Halilaj
La prima grande personale di Petrit Halilaj (Kostrc, 1986) a Berlino, dove vive e lavora, allestisce paesaggi costruiti con materiali poveri, forme biomorfe, riferimenti al mito e alla storia del natale Kosovo e alle conseguenze delle tensioni culturali e politiche nella regione. Intreccia memoria e catastrofe, autobiografia, perdita e ricostruzione collettiva, in chiave lirica.
Berlino // fino al 31 maggio 2026
Petrit Halilaj. An Opera Out of Time
Delcy Morelos
Esplora la connessione tra natura e umanità, la grande installazione dell’artista colombiana Delcy Morelos (Tierralta, 1967), instaurando un dialogo con le opere permanenti di Joseph Beuys. Una gigantesca e profumata montagna di terreno e semi, insieme utero, tempio e tomba accogliente e sontuosa, celebra la madre Terra come fonte di vita e accoglie i visitatori nei corridoi tagliati in forma di cuneo come le capanne sudamericane usate per i rituali di purificazione.
Berlino // fino al 25 gennaio 2026
Delcy Morelos. Madre
HAMBURGER BANHOF
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Haus der Kulturen der Welt (HKW) – Global Fascisms
Il progetto espositivo affronta il fascismo come fenomeno globale e contemporaneo con l’obiettivo di analizzare le forme attrattive e i meccanismi politici e di propaganda su cui si articola. Attraverso il contributo di 50 artisti internazionali, sostenuto da una rigorosa ricerca interdisciplinare, Global Fascisms svela meccanismi complessi di diseguaglianza sociale, di sentimenti nazionalisti sottoponendo l’arte ad una sfida con le ideologie autoritarie.
Berlino // fino al 7 dicembre 2025
Global Fascisms
Haus der Kulturen der Welt – HKW
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Palais Populaire – Charmaine Poh
La Deutsche Bank ha nominato Charmaine Poh (Singapore, 1990) “Artista dell’anno” per il 2025 e, per l’occasione, nella propria sede di Palais Populaire presenta la prima personale dell’artista e regista sino-singaporeana. Un progetto multimediale che indaga visibilità, identità queer e memoria collettiva nel sud-est asiatico, attraverso film, installazione e materiale d’archivio. In un unico flusso di coscienza mescola i simboli del commercio globale con le foreste di mangrovie ai margini della città, minacciate dalla crescente espansione della metropoli.
Berlino // fino al 23 febbraio 2026
Charmaine Poh. Make a travel deep of your inside, and don’t forget me to take
PALAIS POPULAIRE
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KINDL – Phoebe Collings-James
Combinando ceramica, disegno, testo e suono in opere composite, l’artista britannica Phoebe Collings-James (Londra, 1987) si misura con più temi, violenza, erotismo e pratiche anticoloniali. Le forme scultoree traducono pulsioni attraverso un processo che incide le superfici con immagini e parole tratte anche da tradizioni mitologiche e religiose.
Berlino // fino al 2 febbraio 2026
Phoebe Collings-James. The subtle rules the dense
KINDL
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Kunstraum Kreuzberg/Bethanien – Louder, Taller, Uglier, Weirder. Learning from Weeds
È un progetto curatoriale che si ispira alle erbacce e alla loro attitudine ad attecchire in contesti differenti. Prevede più eventi itineranti concepiti come “germogli” sparsi in tutta la città in collaborazione con gli artisti coinvolti: Cosima zu Knyphausen, Dana Lorenz, Daniela Medina Poch, Danila Lipatov & Karen Zimmermann, Diana Policarpo, Eve Tagny, Harry Hachmeister, Ian Waelder, Jesse Darling, Maya Saravia, Nicolas Pelzer, Nona Inescu, Paloma Contreras Lomas, Pablo Fernandez Zapata, Rosanna Graf, Rubén Grilo, Sybille Neumeyer, virgil b/g sarto.
Berlino // fino all’11 gennaio 2026
Louder, Taller, Uglier, Weirder – Learning from Weeds
KUNSTRAUM KREUZBERG/BETHANIEN
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Neue Nationalgalerie – Festival of Future Nows 2025
Dieci anni dopo il suo debutto, il festival che trasforma lo spazio esterno e interno dell’iconico edificio di Mies van der Rohe in un laboratorio dinamico di incontri e sperimentazioni, torna a proporre l’arte come strumento di esplorazione di scenari futuri e di nuovi modi di essere. Il ricco programma di opere performative, happening, opere sonore e audio, coreografie, danza, workshop è pensato per un diretto coinvolgimento del pubblico. L’elenco degli artisti sarà annunciato in prossimità dell’opening.
Berlino // dal 31 ottobre al 2 novembre
Festival of Future Nows 2025
NEUE NATIONALGALERIE
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