12 settembre 2008, San Marcellino. Omicidio Ciardullo e Fabozzi: la scuola contro la camorra. Il ricordo diventa impegno civile
- Postato il 12 settembre 2025
- Scuola
- Di Paese Italia Press
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Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende ricordare, nel giorno dell’anniversario, Antonio Ciardullo ed Ernesto Fabozzi, uccisi il 12 settembre 2008 a San Marcellino, in provincia di Caserta, mentre svolgevano il proprio lavoro.
Antonio Ciardullo, imprenditore nel settore dei trasporti, era già stato bersaglio della criminalità organizzata dieci anni prima, quando ebbe il coraggio di denunciare i propri estorsori, contribuendo all’arresto di un esponente del clan. Quel gesto di legalità, compiuto in un territorio piegato dal ricatto camorristico, non fu mai dimenticato dai suoi persecutori. Ernesto Fabozzi, suo dipendente, venne colpito solo perché presente al momento dell’agguato: testimone “scomodo”, ma soprattutto uomo onesto, padre di famiglia, lavoratore stimato e rispettato.
Il duplice omicidio, compiuto con modalità feroci, si colloca all’interno della strategia del terrore portata avanti dal gruppo di fuoco guidato da Giuseppe Setola, esponente dei “Casalesi”. Una stagione segnata da sangue e intimidazioni, culminata, pochi giorni dopo, nella strage di Castel Volturno contro sei migranti. Episodi che non solo hanno sconvolto il tessuto civile delle comunità coinvolte, ma che hanno lasciato una ferita profonda nella coscienza collettiva del Paese.
Oggi, a distanza di anni, ricordare Antonio ed Ernesto significa non arrendersi alla cultura dell’oblio e della rassegnazione. Significa ribadire che la scelta di denunciare, come fece Antonio, è un atto di coraggio che va sostenuto e protetto dalle istituzioni e dalla società civile. Significa anche non dimenticare il dolore di chi, come la famiglia Fabozzi, ha visto spegnersi l’unico sostegno economico e morale per colpa della ferocia criminale.
La memoria di queste vittime innocenti deve trasformarsi in responsabilità educativa. Come CNDDU crediamo che la scuola abbia un ruolo cruciale: raccontare agli studenti le storie di Antonio e di Ernesto significa offrire esempi di dignità e di resistenza, e allo stesso tempo rendere visibile il costo umano dell’indifferenza.
La scuola di oggi rappresenta il più forte presidio contro le nuove forme di camorra, che ancora tentano di infiltrarsi nel tessuto sociale e culturale dei nostri territori. Solo il potenziamento della cultura della legalità, vissuta non come retorica ma come pratica quotidiana, può arginare l’arroganza criminale. Le aule scolastiche diventano così luoghi in cui si semina coraggio e consapevolezza, spazi di crescita in cui i giovani imparano a non cedere alla logica del silenzio e della paura.
Ai giovani rivolgiamo un appello accorato: non lasciatevi attrarre dalle false promesse e dagli inganni dei camorristi senza scrupolo. Non c’è futuro né dignità nella scorciatoia dell’illegalità, ma solo dolore, sfruttamento e catene invisibili. Il vero riscatto nasce dal sapere, dall’impegno, dalla forza di costruire un domani libero e giusto.
Alle famiglie e alla società civile chiediamo di fare rete, di stringersi attorno alla scuola, sostenendola come centro motore del cambiamento e del contrasto alla criminalità organizzata. Solo attraverso un’alleanza educativa forte e condivisa possiamo offrire ai nostri ragazzi gli strumenti per crescere liberi, critici e consapevoli, sottraendoli alla tentazione dell’omertà e del compromesso.
Il 12 settembre non è solo una data del calendario, ma un monito: la democrazia si difende nella quotidianità, con scelte coerenti e coraggiose, con la solidarietà verso chi denuncia e con il rifiuto netto di ogni forma di compromesso con la criminalità organizzata.
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani si unisce alla comunità di San Marcellino e a quanti, in tutta Italia, ricordano Antonio Ciardullo ed Ernesto Fabozzi, riaffermando che la loro morte non è stata vana se sapremo farne memoria viva, strumento di coscienza e di impegno civile per le nuove generazioni.
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