“100 pazienti e un solo medico al pronto soccorso del Villa Scassi”, grido d’allarme della Fp Cgil
- Postato il 18 novembre 2024
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- Di Genova24
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Genova. Il sindacato Fp Cgil lancia un grido d’allarme sulla situazione attuale all’ospedale Villa Scassi.
“Un’altra giornata di passione stamattina al pronto soccorso del Villa Scassi di Sampierdarena, nosocomio di centrale importanza nella gestione di tutta l’area del ponente cittadino. A gestire i flussi non certo ridotti di oggi, 18 novembre 2024, è presente in servizio un solo medico accettante, che si trova a fronteggiare quasi 100 tra pazienti in visita e osservazione breve intensiva”.
Per avvalorare l’informazione il sindacato cita la schermata delle ore 10:13 del sistema di sorveglianza e monitoraggio dell’attività di PS di Asl3.
“La situazione è divenuta ormai inaccettabile – denuncia FP Cgil e FP Cgil medici e dirigenti sanitari di Genova e area metropolitana – e si è ulteriormente aggravata con le dimissioni volontarie di alcuni medici di questo Pronto Soccorso intervenute negli scorsi mesi”.
“Scontiamo l’inerzia politica che ha attanagliato la nostra Regione in questi mesi – continua il sindacato – l’indennità medica di pronto soccorso ex articolo 79 del contratto collettivo nazionale, misura economica stabilita e finanziata dalla scorsa finanziaria per alleviare in parte i disagi di coloro che lavorano in un ambiente difficile e sovraccarico come il pronto soccorso, non è ancora stata distribuita ai medici liguri, per via della prolungata assenza di una giunta regionale in grado di compiere delibere di tipo economico”.
“Ci aspettiamo risposte concrete e che mirino al miglioramento sia delle condizioni di lavoro del personale, sia al miglioramento del servizio per i cittadini e gli abitanti del bacino di utenza del Villa Scassi – concludono FP Cgil e FP Cgil medici e dirigenti sanitari di Genova – il pronto soccorso infatti oltre che essere baluardo di gestione dell’urgenza-emergenza sconta il sovraccarico di lavoro dovuto agli accessi di coloro che, trovando un vero e proprio vuoto nei servizi di medicina territoriale, si rivolgono all’ospedale per ricevere una presa in carico e cure adeguate. Infine si deve rilevare come purtroppo situazioni simili aggravano le tensioni sfociando spesso in aggressioni verbali e fisiche sul personale sanitario”.