10 capolavori della natura che sono scomparsi e ci ricordano della fragilità della Terra
- Postato il 21 aprile 2025
- Curiosità
- Di SiViaggia.it
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Il pianeta Terra è, da sempre, un artista imprevedibile, capace di creare capolavori che affascinano tutto il creato. La natura, però, è un’opera d’arte viva, mutevole, emozionante, anche fragile. Oggi più che mai, infatti, questa trasformazione ha un retrogusto amaro. Il cambiamento climatico, l’innalzamento dei mari, l’erosione delle coste, lo scioglimento dei ghiacciai e l’acidificazione degli oceani non sono più scenari futuristici: sono realtà tangibili, visibili, drammaticamente misurabili.
I dati scientifici ci parlano chiaro, ma a colpirci davvero sono le immagini delle meraviglie naturali che non esistono più. Formazioni millenarie spazzate via in pochi istanti, ecosistemi interi collassati in silenzio, simboli geologici ridotti in polvere.
Certo, la Terra è sempre cambiata: lo diceva anche Eraclito, che panta rei, “tutto scorre”. Ma oggi, a scorrere troppo in fretta, è la nostra esistenza. E così, mentre la natura fa il suo corso, l’uomo lo accelera, spesso senza rendersene conto. Le meraviglie che stiamo perdendo non sono solo fotografie da appendere al passato, ma campanelli d’allarme per il futuro.
Ecco allora dieci spettacolari meraviglie naturali che non ci sono più e che ci ricordano quanto tutto sia fragile, effimero e straordinariamente vivo.
Finestra Azzurra, Malta
Era la star indiscussa della baia di Dwejra, al punto da guadagnarsi una comparsata nel Trono di Spade. Ma nel marzo del 2017, l’arco marino più fotografato di Malta è collassato in mare durante una tempesta. Un crollo annunciato, a dire il vero, che non ha sorpreso gli esperti, ma che ha scosso profondamente chi, anche solo pochi giorni prima, aveva ammirato la sua bellezza senza immaginare che sarebbe scomparsa per sempre da quel panorama.
Arco di Darwin, Isole Galápagos, Ecuador
Il 17 maggio 2021, questo monumento naturale, dedicato al padre della teoria dell’evoluzione per via del suo nome, è stato vinto dall’erosione. L’Arco di Darwin è crollato sotto il peso del tempo e dell’oceano, lasciando solo due pilastri solitari nel Pacifico. Era uno dei luoghi simbolo delle Galápagos e un richiamo irresistibile per sub e fotografi. La biodiversità qui è ancora sbalorditiva, ma l’arco è ormai storia.
Elephant Rock, Canada
Una roccia che sembrava proprio un elefante, con tanto di proboscide, era uno dei simboli del Parco Provinciale di Hopewell Rocks, nel New Brunswick. Ma nella primavera del 2016, circa 200 tonnellate di roccia hanno deciso che era tempo di lasciarsi andare. L’arco si è frantumato, lasciando una nuova forma alla costa.
Sebbene il Parco di Hopewell Rocks sia ancora famoso per le sue straordinarie formazioni rocciose e le alte maree che lo caratterizzano, la scomparsa di questa “roccia-elefante” ha lasciato un grande vuoto, sia nelle cartoline sia nei cuori di chi l’aveva ammirata da vicino
Gradino Hillary, Monte Everest, Nepal
Un tempo, il “Hillary Step” era la sfida finale per chi ambiva a raggiungere la vetta dell’Everest. Questa parete strapiombante, che prende il nome da Sir Edmund Hillary, il primo uomo a raggiungere la cima nel 1953, rappresentava l’ultimo ostacolo tecnico per gli alpinisti. Superato quello, la vetta sembrava a portata di mano. Ma il terremoto che ha colpito il Nepal nel 2015 ha cambiato irreversibilmente il paesaggio della montagna più alta del mondo.

Barriera corallina dell’Isola di Natale, Australia
La barriera corallina dell’Isola di Natale, situata nell’Oceano Indiano, è stata una delle meraviglie naturali più affascinanti, con una biodiversità unica che attirava biologi marini e subacquei da tutto il mondo. Tuttavia, nel 2016, l’evento El Niño ha portato un aumento delle temperature oceaniche, causando lo sbiancamento di massa dei coralli.
L’80% della barriera ha subito danni irreversibili. Nonostante gli sforzi di recupero, il danno è ancora visibile, e la bellezza originale è solo un ricordo. Questo disastro ecologico è un chiaro esempio di come i cambiamenti climatici possano alterare irreparabilmente gli ecosistemi marini.
Wall Arch, Utah, USA
Nel cuore del Parco nazionale degli Arches, l’imponente Wall Arch era un esempio perfetto della maestosità della natura. Con i suoi 21 metri di apertura, era uno dei punti più fotografati del parco. Tuttavia, nella notte tra il 3 e il 4 agosto 2008, un evento silenzioso ma potente ha segnato la fine di questa meraviglia: il crollo dell’arco.
Sebbene il crollo fosse un fenomeno naturale, inevitabile a causa dell’erosione, la sua scomparsa ha lasciato un vuoto che non potrà mai essere colmato. Il parco, però, continua a offrire altri archi di arenaria, fragili anch’essi, ma destinati a vivere solo finché la natura lo permetterà.

Il “Vecchio della Montagna”, New Hampshire, USA
Il “Vecchio della Montagna” era una formazione rocciosa naturale che sembrava ritrarre il volto di un anziano saggio, diventando uno dei simboli più amati dello Stato del New Hampshire. Situato nel Franconia Notch State Park, il volto roccioso aveva attratto migliaia di turisti e appassionati di geologia.
Tuttavia, nel maggio del 2003, la montagna ha ceduto e la famosa faccia è crollata, sparendo dalla vista per sempre. Anche se sono state costruite strutture metalliche per ricreare l’illusione del volto, nessuna imitazione potrà mai sostituire l’imponenza di quel capriccio geologico che, per secoli, ha vegliato sulla regione.
Ghiacciaio Chacaltaya, Bolivia
Un tempo sede della stazione sciistica più alta del mondo, il ghiacciaio Chacaltaya, nelle Ande boliviane, era una delle meraviglie naturali più imponenti. Con una storia che risaliva a oltre 18.000 anni, il ghiacciaio era una risorsa importante per gli abitanti della zona.
Tuttavia, nel 2009, il ghiacciaio è scomparso completamente, sei anni prima di quanto previsto dai climatologi. Questo drammatico ritiro è stato causato dai cambiamenti climatici, che hanno accelerato il processo di fusione. La stazione sciistica, un tempo fiorente, è ora solo un ricordo di un’era in cui la natura sembrava invincibile.
Spiaggia di Legzira, Marocco
La Spiaggia di Legzira, situata lungo la costa sud del Marocco, era celebre per i suoi archi marini che si stagliavano tra le scogliere rosse. Questi archi erano il soggetto prediletto da fotografi e turisti in cerca di paesaggi mozzafiato. Tuttavia, nel 2016, uno dei due archi è crollato a causa dell’erosione incessante della scogliera.

La scomparsa di questa formazione geologica ha lasciato un vuoto, ma il secondo arco, ancora in piedi, continua a essere una popolare attrazione turistica. Tuttavia, la domanda rimane: per quanto tempo resisterà? Ai posteri l’ardua sentenza.
Fiume Slims, Canada
Nel 2017, il fiume Slims, situato nello Yukon, è scomparso in modo sorprendente e inaspettato. Il ritiro del ghiacciaio Kaskawulsh ha provocato un fenomeno chiamato “pirateria fluviale”, dove un altro corso d’acqua ha rubato l’intero fiume.
Questo evento, che gli scienziati considerano il primo caso documentato di pirateria fluviale in tempi moderni, ha trasformato completamente il paesaggio locale. Il lago Kluane, che una volta riceveva il flusso d’acqua del fiume Slims, si sta ora ritirando, portando a un cambiamento geografico mai visto prima. Questo fenomeno straordinario dimostra l’impatto del cambiamento climatico e come il paesaggio possa evolversi in modo rapido e radicale.